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AUDIO in inglese e TRADUZIONE in ITALIANO dell’INTERVENTO di SAMAH JABR

  • November 17, 2023 9:09 pm

AUDIO in inglese e la traduzione scritta in Italiano dell’intervento di Samah Jabr per gli incontri che abbiamo organizzato in Italia.

Signore e signori:

ogni mattina ci svegliamo con un’altra immagine orribile proveniente da Gaza. Oggi vediamo il video di un carro armato israeliano che investe avanti e indietro il cadavere di un civile palestinese.

Rispettato pubblico: Sono una consulente psichiatra, con una lunga esperienza con i professionisti della salute mentale a Gaza. Ma non sono qui per parlarvi dell’impatto inimmaginabile di un genocidio sulla salute mentale dei palestinesi, né per romanticizzare il Sumud palestinese. Sono qui per avvertirvi dell’imminente collasso del nostro senso di comune umanità. In quanto palestinese priva di cittadinanza e alle prese con un livello di violenza israeliana senza precedenti a Gerusalemme e in Cisgiordania, faccio appello ai vostri principi universali di esseri umani affinché ci aiutino a denunciare la straziante realtà che si sta svolgendo a Gaza, un luogo che sta venendo segnato da uno dei capitoli più bui della storia. Le implacabili atrocità commesse di ora in ora a Gaza sono una macchia sulla coscienza dell’umanità, lasciando un segno indelebile sulla nostra capacità di relazionarci l’un l’altro come esseri umani.

INTENTO GENOCIDA:

Fin dal primo giorno di questa guerra, i politici israeliani hanno parlato vendicativamente di radere al suolo Gaza e di deportare i suoi abitanti. Il ministro israeliano della difesa Yoav Gallant ha definito gli abitanti di Gaza “animali” e il presidente di Israele Isaac Herzog ha dichiarato che sono tutti complici degli atti del 7 ottobre. Questi atti sono stati descritti come paragonabili a quelli dell’11 settembre e i combattenti della resistenza palestinese sono stati considerati paragonabili all’ISIS. Gli eventi del 7 ottobre sono stati inquadrati come se otto decenni di occupazione e di repressione dei palestinesi non avessero mai avuto luogo e come se non ci fossero stati due decenni di prigionia a Gaza, il più grande campo di concentramento contemporaneo sulla terra.

Il ministro israeliano del Patrimonio Amichai Eliyahy ha già fatto notare che sganciare un’arma nucleare su Gaza è un'”opzione”. Menzogne infondate che descrivono la decapitazione di bambini israeliani e finzioni di stupri di massa sono state inventate per incitare il mondo contro Gaza e legittimare il massacro dei suoi civili.

Stimati partecipanti: I bombardamenti aerei israeliani sono stati incessanti negli ultimi 37 giorni di guerra. A causa di ciò, le vittime di Gaza in un solo mese hanno superato il numero totale di vittime ucraine dall’inizio della guerra in Ucraina.

Donne e bambini rappresentano il 70% delle vittime palestinesi. Lasciate che questo dato di fatto venga recepito: non si tratta semplicemente di statistica, ma un’agghiacciante testimonianza dell’intenzionalità con cui vengono presi di mira i più vulnerabili. Personale medico, giornalisti e forze di difesa civile vengono prese di mira. Vediamo persone che cercano di salvare i loro membri della famiglia da sotto le macerie a mani nude e apprendiamo che i medici eseguono interventi chirurgici senza anestesia, mentre i bambini prematuri muoiono perché negli ospedali viene tolto l’ossigeno. Ma molti abitanti di Gaza usano i loro telefoni cellulari per comunicare al mondo le loro sofferenze, non possiamo affermare di non saperlo. La trasmissione in diretta di questi massacri, che si sono protratti per tutto il mese scorso, costringe il mondo a testimoniare questo orrore, senza lasciare spazio ad ambiguità sull’identità dei responsabili.

Ciò che è ancora più scioccante per qualsiasi senso di coscienza è l’incrollabile sostegno a questi massacri da parte dei principali regimi occidentali: Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Germania e Italia. Il palese disprezzo per la vita dei palestinesi, espresso dalla loro leadership politica e militare e dai principali media occidentali contraddice i valori che queste nazioni affermano di sostenere. Al contrario, rivela il razzismo di fondo e la mentalità coloniale di queste nazioni occidentali.

Il famigerato assedio di Sarajevo può essere utile come paragone. A quel tempo, il mondo ha assistito al bombardamento del mercato di Markale che ha portato all’azione decisiva della NATO contro le forze serbe. Mentre il bombardamento israeliano dell’ospedale battista di Al-Ahli, causando la morte di 500 civili, ha suscitato l’ipocrita commento di Biden a Netanyahu, “sembra che sia stato fatto dall’altra squadra”. E Gaza viene lasciata morire di fame, sete, buio e mancanza di attrezzature mediche.

Dal 1948, le azioni dello Stato di Israele hanno costantemente violato il diritto internazionale. Protetto dal sostegno incondizionato degli Stati Uniti, Israele si è considerato immune da responsabilità. Eppure questi crimini sostenuti dall’Occidente contro i palestinesi non sono solo una violazione dello Stato di diritto, ma anche un tradimento della nostra comune umanità. Il deliberato attacco da parte del governo e dell’esercito israeliano, alimentato dal suo distorto senso di eccezionalismo e di vendetta, non sta solo radendo al suolo Gaza; con ogni edificio che cade, vedo il crollo morale della comunità internazionale.

Cari compagni: così come la conosciamo, ferita, dolorante, lacrimosa, e tradita, Gaza un giorno risorgerà dalle macerie e ci guarderà negli occhi. Forse ci chiederà che ruolo abbiamo avuto; forse semplicemente ci perdonerà, come ha fatto molte volte in passato. L’urgenza oggi sta nel salvare la nostra umanità morente che non è riuscita a preservare le vite dei palestinesi, a promuovere la compassione e a ripristinare i valori che ci definiscono in quanto esseri umani. Salviamo la nostra umanità dalle macerie di Gaza.

Grazie.

LINK per ascoltare l’INTERVENTO a Radio Wombat sull’INCONTRO con SAMAH JABR

  • November 12, 2023 9:00 pm

https://radiowombat.net/speciale-palestina/

Questo è il link per ascoltare l’intervento che abbiamo fatto, come collettivo Artaud, sull’incontro che faremo con Samah Jabr e sul suo lavoro a Radio Wombat durante le 12 ore di staffetta radiofonica in solidarietà al popolo palestinese organizzata nella giornata del 12 novembre 2023 dalle seguenti radio: Radio Ondad’urto, Radio Quar, Radio Onda Rossa, Radio Zeta-AM, Radio Wombat, Radio Ciroma, Radio Blackout, Radio Eustachio, Radio Città Pescara.

DUE LINK per ASCOLTARE i NOSTRI INTERVENTI su RADIO BLACKOUT sulla VICENDA dei MALTRATTAMENTI alla Stella Maris

  • November 10, 2023 9:11 pm

 

https://radioblackout.org/podcast/stella-maris-il-genocidio-di-gaza-e-i-suicidi/

Come Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud torniamo, insieme a radio Blackout durante la trasmissione “Bello come una prigione che brucia”, a parlare del processo per gli abusi e le violenze contro utenti della struttura Stella Maris di Montalto di Fauglia.

A partire dal supporto e della solidarietà con le famiglie coinvolte, abbiamo cercato di affrontare alcuni aspetti strutturali che riguardano l’apparato dell’estrattivismo neuro-biologico, la relazione tra il primato della generazione di profitto e gli abusi, l’espansione degli interessi di questa azienda nonostante le violenze emerse.

https://radioblackout.org/podcast/cosa-sono-gli-psicofarmaci-del-08-11-2023/

Questo invece è il link per ascoltare l’intervista fatta durante la trasmissione RI-congiunzioni su radio blackout, con un breve resoconto sul presidio e sull’ultima udienza del processo del 7 novembre scorso per i maltrattamenti avvenuti nella struttura di Montalto di Fauglia gestita dalla Fondazione STELLA MARIS. Dal minuto 50 in poi.

DIETRO I FRONTI e SUMUD: due libri di SAMAH JABR edizioni Sensibili alle Foglie

  • November 8, 2023 9:54 pm

 

SAMAH JABR, nata a Gerusalemme Est nel 1976, è psichiatra e scrittrice. Attingendo alle sue osservazioni e attualizzando il discorso di Frantz Fanon, testimonia della vita quotidiana nella Palestina occupata, invitandoci a riflettere su salute mentale, colonialismo e diritti umani. E’ autrice di Derrière les fronts, edito in Francia da Premiers Matins de Novembre e Hybrid Pulse nel 2017 – pubblicato da Sensibili alle foglie nel 2019 con il titolo Dietro i fronti – e protagonista dell’omonimo film di Alexandra Dols, Hybrid Pulse.

DIETRO I FRONTI

l’Autrice condivide in questa raccolta la sua esperienza di terapeuta sotto occupazione, affermando che la psichiatria e la psicoterapia non possono guarire le persone oppresse senza contemplare nella propria etica professionale la giustizia e i diritti umani come degli elementi essenziali per la salute mentale e il benessere dei pazienti. Samah Jabr considera il lavoro clinico alla luce del contesto socio-politico e analizza il trauma psicologico transgenerazionale che segna la memoria collettiva palestinese, ma valorizza anche la solidarietà tra oppressi e la capacità di riunirsi in una causa comune come elementi necessari per la salute mentale dell’individuo e della comunità. Prendere la parola. Far parlare. Testimoniare affinché le umiliazioni, le torture, le conseguenze dell’occupazione non rimangano sepolte nel silenzio e non consumino per sempre l’anima di chi vi si oppone. Parlare per rompere il circolo vizioso della dominazione. È indispensabile trasmettere e ripetere al mondo che, di fronte al sistema coloniale, il soffio della resistenza e della resilienza palestinesi è come il vento: nessuno può chiuderlo in gabbia.

SUMUD

Il libro propone alcuni testi raccolti sotto il tema del sumud, un concetto che non significa solamente essere capaci di sopravvivere o di riprendere forza per gestire e adattarsi allo stress e alle avversità, ma implica anche mantenere un risoluto atteggiamento di sfida alla sopraffazione e all’oppressione. Una particolare attenzione è riservata al tema della salute mentale e all’esperienza della pandemia da Covid-19 vissuta sotto occupazione. Quale filo conduttore, l’invito a ri-considerare la solidarietà con gli oppressi terapeutica a tutte le latitudini.

 

Il PROSSIMO SPORTELLO D’ASCOLTO CI SARA’ MARTEDì 14 NOVEMBRE

  • November 4, 2023 6:22 pm

Vi informiamo che lo SPORTELLO D’ASCOLTO ANTIPSICHIATRICO previsto per martedì prossimo non sarà effettuato perché  martedì 7 novembre alle ore 14 saremo ancora una volta in PRESIDIO davanti al Tribunale di Pisa dove si terrà una nuova udienza per i maltrattamenti avvenuti nella struttura di Montalto di Fauglia gestita dalla Fondazione STELLA MARIS.

INVITIAMO TUTT* a PARTECIPARE al Presidio

Lo SPORTELLO si terrà regolarmente martedì 14 novembre 2023 allo stesso orario, dalle ore 15:30 alle 18:30 presso la nostra sede in via San Lorenzo 38 a Pisa. Per eventuali urgenze e per fissare eventuali incontri telefonateci al 335 7002669 oppure contattateci via mail a antipsichiatriapisa@inventati.org

Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud
via San Lorenzo 38, 56100 Pisa
antipsichiatriapisa@inventati.org
www.artaudpisa.noblogs.org 3357002669

PISA martedì 7/11 PRESIDIO in SOLIDARIETA’ alle VITTIME dei MALTRATTAMENTI AVVENUTI alla Stella Maris!

  • October 30, 2023 10:00 pm

VERITA’ SUGLI ABUSI ALLA STELLA MARIS, SOLIDARIETA’ ALLE VITTIME DEI MALTRATTAMENTI !
Il 7 novembre 2023 alle ore 14 saremo ancora una volta davanti al Tribunale di Pisa dove si terrà una nuova udienza per i maltrattamenti avvenuti nella struttura di Montalto di Fauglia gestita dalla Fondazione STELLA MARIS. In questa ulteriore udienza dovrebbero venire sentiti altri imputati.

Nell’estate del 2016, in seguito alla denuncia dei genitori di un giovane ospite, la struttura è stata posta sotto controllo con l’installazione di microcamere e, dopo tre mesi di intercettazioni, la Procura di Pisa, avendo prove evidenti (segnalate anche da alcune lettere anonime di dipendenti che denunciavano abusi e insabbiamenti di prove), ha configurato l’ipotesi di reato per maltrattamenti.
Tra gli ospiti della struttura, ricordiamo Mattia, morto successivamente nel 2018 per soffocamento, in seguito al blocco della glottide dovuto a un prolungato e eccessivo uso di psicofarmaci. I continui cambi di terapia avevano comportato disfunzionalità e rischi al momento dei pasti di cui la famiglia non è mai stata informata. Per questa vicenda è in corso un altro procedimento penale, il processo in primo grado si è chiuso con nessuna responsabilità da parte dei medici e della struttura.

Il processo per maltrattamenti sta andando avanti da più di 5 anni con estrema lentezza: le udienze sono troppo diradate se si considera l’elevatissimo numero di persone invitate a testimoniare. Si tratta, infatti, del più grande processo sulla disabilità in Italia che nel periodo della pandemia (caso unico nella storia della giustizia pisana) è stato ospitato nel Palazzo dei Congressi di Pisa.

Al momento gli imputati sono 15, tra essi le due dottoresse che gestivano la struttura e il Direttore Sanitario della Stella Maris. Due imputati sono usciti di scena: un operatore che ha patteggiato la pena e il Direttore generale Roberto Cutajar che, avendo scelto il rito abbreviato, è stato condannato a 2 anni e 8 mesi di reclusione, poi è stato assolto nel processo d’appello.

I genitori e i tutori e altri testimoni già ascoltati hanno riportato le violenze subite dai ragazzi di Montalto e documentate dalle videoregistrazioni che testimoniano 208 episodi di violenza in meno di quattro mesi, una violenza –quindi- non episodica ma strutturale.
Come ha scritto nella sua relazione il Consulente Tecnico, Professor Alfredo Verde, chiamato a relazionare sui fatti avvenuti: “Leggendo gli atti del presente procedimento abbiamo rinvenuto sicuramente la menzione di una lunga tradizione di abuso e violenza da parte degli operatori, radicata negli anni, e in parte tollerata, in parte ignorata della direzione delle strutture”. Ed ancora: “In queste situazioni si sviluppano degenerazioni in cui la violenza e la sopraffazione divengono gli strumenti usati ogni giorno, e l’istituzione perde le sue caratteristiche terapeutiche per divenire un luogo meramente coercitivo e afflittivo. Il comportamento degli operatori è apparso tipico delle istituzioni totali.
Per questi motivi e per ricordare tutte le vittime degli abusi psichiatrici che ancora vengono perpetrati ai danni di persone private della libertà personale ancora oggi tramite i Trattamenti Sanitari Obbligatori, non in grado di difendersi da sole, riteniamo che sia opportuno che l’opinione pubblica segua con attenzione le vicende di questo processo. Invitiamo tutti e tutte a partecipare al
PRESIDIO in SOLIDARIETA’ alle VITTIME dei MALTRATTAMENTI
MARTEDI’ 7 NOVEMBRE ORE 14 presso il Tribunale di Pisa in Piazza della Repubblica

Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud

Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud
via San Lorenzo 38, 56100 Pisa
antipsichiatriapisa@inventati.org
www.artaudpisa.noblogs.org 3357002669

LINK intervista a radio SONAR su antipsichiatria e lotta alla militarizzazione

  • October 22, 2023 10:16 pm

https://radiosonar.net/fermare-lescalation-in-migliaia-a-pisa-palermo-e-in-sardegna/

Questo è il link per ascoltare l’intervista fatta sulla relazione fra antipsichiatria e lotta alla militarizzazione, come collettivo Artaud, durante il corteo contro la guerra FERMARE L’ESCALATION!  UNITƏ CONTRO GUERRA, ARMI E FOSSILE svolto a Pisa sabato 21 ottobre.

Il 21 ottobre 2023 si sono svolte contemporaneamente a Pisa, Palermo e in Sardegna manifestazioni contro le guerre per fermare l’escalation, la militarizzazione e colonizzazione dei territori, la violenza sui corpi tutti, la produzione e il traffico di armi, il sostegno e la complicità con paesi imperialisti, la costruzione di nuove basi ovunque queste siano e lo smantellamento e riconversione di quelle esistenti, i disastri ambientali, l’intervento diretto delle forze armate nei luoghi di formazione e gli stage scuola lavoro di studentu nelle basi militari e non solo.

Rilanciamo l’incontro di GIOVEDì 26 OTTOBRE a Pisa

GIOVEDì 26 OTTOBRE c/o il Circolo UTOPIA in via San Lorenzo 38 a PISA alle ore 18:30

il collettivo antipsichiatrico Antonin Artaud presenta:
IL ROVESCIO DELLA GUERRA. Psichiatria Militare e “terapia elettrica” durante la Prima guerra mondiale
di Marco Rossi edizioni Malamente.
Sarà presente l’autore

INTERVENGONO:

OSSERVATORIO CONTRO la MILITARIZZAZIONE delle SCUOLE E dell’UNIVERSITA’

MOVIMENTO NO BASE

LINK per ascoltare intervista alla trasmissione RI-congiunzioni su radio BLACKOUT

  • October 16, 2023 9:59 pm

questo è il link per ascoltare l’intervista fatta come collettivo Artaud a radio blackout durante la trasmissione RI-congiunzioni il 10 ottobre sorso.

I MORTI NON SONO TUTTI UGUALI DEL 10/10/2023

Sono ormai passati alcuni mesi della morte della psichiatra Barbara Capovani ma solo pochi giorni da quando l’Assemblea Rete Antipsichiatrica ha deciso di esprimersi a tal proposito. Qua il comunicato, nella prima parte della puntata, abbiamo approfondito la questione della violenza psichiatrica nelle strutture ospedaliere – SPDC – e in quelle detentive – REMS, ATSM, CPR.

La morte della psichiatra è stata strumentalizzata. Molti dei sostenitori delle prassi sorvegliare e punire sono tornati a farsi sentire ri-pronendo pratiche che puzzano di manicomio. Anche il governo non si è fatto trovare impreparato e solo 3 giorni dopo la morte della psichiatra pisana ha proclamato l’apertura di un tavolo tecnico per la salute mentale (da notare che la prima sessione di questo, avvenuta il 3 maggio, è stata inaugurata da un “pensiero in ricordo di Barbara Capovani”).

Abbiamo commentato l’episodio assieme ad un compagno del collettivo antipsichiatrico Antonin Artaud che ci ha aggiornato anche sulle ultime che riguardano il processo alla Stella Maris.

LINK per ASCOLTARE INTERVISTA a Radio ONDA D’URTO: RESIDENZE PSICHIATRICHE: IL CASO STELLA MARIS E LA VIOLENZA STRUTTURALE NEGLI ISTITUTIADIO ONDA D’URTO:

  • October 3, 2023 10:36 pm

RESIDENZE PSICHIATRICHE: IL CASO STELLA MARIS E LA VIOLENZA STRUTTURALE NEGLI ISTITUTI

Sopra il link per ascoltare l’intervista fatta come collettivo Artaud a Radio Onda D’Urto.

Martedì 3 ottobre, in Tribunale a Pisa, si è tenuta una nuova udienza del processo che vede imputati per maltrattamenti operatori e operatrici della residenza psichiatrica di Montalto di Fauglia, gestita dalla Fondazione Stella Maris, uno dei colossi nazionali del settore. Tra gli ospiti della struttura vittime degli abusi accertati all’interno del centro anche Mattia Giodani, il ventisettenne morto nel 2018 per soffocamento in seguito al blocco della glottide causato dalla somministrazione prolungata ed eccessiva di psicofarmaci. Una vicenda, e un processo, che potrebbe alzare nuovamente il sipario sulla violenza che ancora regola la vita degli utenti all’interno di moltissime residenze per persone con disabilità o fragilità psichica. Sono infatti tante le strutture di questo tipo che, negli ultimi anni, si sono rese protagoniste di simili episodi di abusi e maltrattamenti. Una violenza che si nutre di silenzio e di omertà, e che appare sempre meno episodica e sempre più strutturale.

comunicato a cura dell’ Assemblea Rete Antipsichiatrica: RESIDENZE PSICHIATRICHE: ABUSI, MALTRATTAMENTI E UCCISIONI

  • October 2, 2023 4:03 pm

RESIDENZE PSICHIATRICHE: ABUSI, MALTRATTAMENTI E UCCISIONI

Questo testo affronta la violenza strutturale che regola la vita all’interno di moltissimi centri residenziali
per persone con disabilità o fragilità psichica. Si parte dai maltrattamenti avvenuti nella struttura di
Montalto di Fauglia gestita dalla Stella Maris, passando per gli abusi all’interno delle strutture della
Cooperativa Dolce di Bologna, per arrivare agli orrori della Comunità Shalom, nel bresciano. Una
violenza capillare sostenuta quotidianamente dal silenzio di moltissimi “professionisti”, tecnici dei servizi,
operatori, assistenti ed educatori.

Il 3 Ottobre 2023 al Tribunale di Pisa si terrà una nuova udienza per i maltrattamenti avvenuti nella struttura
di Montalto di Fauglia gestita dalla Fondazione STELLA MARIS. Una vicenda sepolta nel silenzio che ha
trovato nell’ultimo anno il supporto e il sostegno del Collettivo antipsichiatrico Antonin Artaud.
Il Consulente Tecnico chiamato dalla procura a relazionare sui fatti ha scritto: “Leggendo gli atti del
presente procedimento abbiamo rinvenuto sicuramente la menzione di una lunga tradizione di abuso e
violenza da parte degli operatori, radicata negli anni, e in parte tollerata, in parte ignorata della direzione
delle strutture”. Ed ancora: “In queste situazioni si sviluppano degenerazioni in cui la violenza e la
sopraffazione divengono gli strumenti usati ogni giorno, e l’istituzione perde le sue caratteristiche
terapeutiche per divenire un luogo meramente coercitivo e afflittivo” facendo riferimento a condotte “tipiche
delle istituzioni totali”. Si parla di maltrattamenti fisici, verbali e trattamenti degradanti quotidiani. Spintoni,
schiaffi, minacce e vessazioni costanti, talmente palesi da lasciar presumere abusi anche peggiori. Una
violenza non episodica ma strutturale.
Delle diciassette persone coinvolte, il processo attualmente vede ancora imputati quindici tecnici e
operatori, tra cui le due dottoresse che gestivano la struttura e il Direttore Sanitario della Stella Maris. Un
operatore ha patteggiato la pena, mentre il Direttore generale Roberto Cutajar, che ha scelto il rito
abbreviato, è stato condannato a 2 anni e 8 mesi, per essere infine assolto nel processo d’appello.
Tra gli ospiti della struttura ricordiamo Mattia, morto nel 2018 per soffocamento in seguito al blocco della
glottide dovuto alla somministrazione prolungata ed eccessiva di psicofarmaci. I continui cambi di terapia
avevano comportato disfunzionalità e rischi al momento dei pasti di cui la famiglia non è mai stata
informata. Il processo in primo grado si è chiuso con nessuna responsabilità da parte dei medici e della
struttura.
Non crediamo nella giustizia dei tribunali, sappiamo che nessuna sentenza metterà fine o scalfirà questa
violenza.

L’orrore di Montalto di Fauglia lo ritroviamo nell’uccisione per contenzione avvenuta la notte del 27 agosto
2012 all’interno della struttura ‘Casa Dolce’ di Casalecchio di Reno (in provincia di Bologna) gestita dalla
Cooperativa Sociale Dolce. Quella sera M., 20 anni, vorrebbe continuare a giocare con la playstation ma le
regole interne alla struttura non lo consentono. Gli operatori si impongono. Il giovane non cede. Si apre uno
scontro di potere che Michael perde pagando con la vita.
L’indagine del PM si concentra su tre operatori sociosanitari della cooperativa, indagati per omicidio
colposo. Secondo l’autopsia M. è morto per asfissia meccanica, soffocamento. Mentre due operatori lo
tenevano un terzo gli si sarebbe seduto sopra, all’altezza del torace. Il processo dura quattro anni e si
conclude per tutti con l’assoluzione ‘perché il fatto non costituisce reato’. Viene sostenuta la legittimità della
contenzione, la correttezza delle manovre effettuate, la loro corrispondenza ai “protocolli”. La rispettabilità
pubblica della Cooperativa Dolce, dei suoi dirigenti responsabili e di tutta la struttura ne esce intaccata,
pulita, mentre niente all’interno della stessa viene messo in discussione.
La testimonianza che abbiamo raccolto di un operatore a tempo determinato assunto a ‘Casa Dolce’ qualche
anno dopo l’uccisione di M., racconta il protrarsi di un’attitudine alla violenza verbale e al confronto fisico
punitivo/violento da parte di molti operatori della residenza, accettato pressoché da tutta la struttura come
‘normale amministrazione’.
Di recente una nuova indagine ha visto coinvolta ancora la Cooperativa Dolce per quanto riguarda un’altra
struttura in provincia di Bologna (Budrio),’Villa Donini’. Si parla di botte e insulti ai danni di persone
disabili, schiaffi in testa e umiliazioni. Dodici operatori socio sanitari dipendenti della cooperativa sono stati
interdetti dalla professione per un anno con l’accusa di maltrattamenti. Nonostante l’enormità dei fatti, sul
territorio intorno a questa vicenda regna un silenzio sovrano.

Anche quanto emerso all’interno della comunità Shalom parla della stessa violenza. Abusi sistematici,
insulti, minacce, punizioni degradanti e inumane, privazione del sonno, isolamento e crudeltà come metodo.
Una presunta Comunità terapeutica che non cura le persone: le maltratta, le umilia, le sradica dalla propria
umanità. Dove gli ‘educatori’ vengono spesso individuati tra le persone che in precedenza hanno subito lo
stesso trattamento, selezionati senza alcun tipo di formazione per dare continuità ai metodi repressivi,
avvilenti e degradanti, pratiche che ancora oggi caratterizzano la comunità. Negli anni più volte la struttura
è finita nel mirino per situazioni di tortura ben lontane da episodi sporadici o accidentali. Un’ampia
organizzazione che fa mostra di sé per la presunta accoglienza incondizionata, ma che vive di metodi
distanti anni luce dall’offrire cura e sostegno a ragazzi e ragazze che vivono periodi di fragilità. Al di là
della bella facciata che mostra all’ingresso, Shalom è disfacimento, afflizione e miseria.
Sebbene questa vicenda abbia avuto grande impatto a livello mediatico, il sensazionalismo legato al
marketing dell’informazione ha già pressochè rimosso quanto avvenuto e le sue implicazioni. Non
accettiamo la retorica della “comunità degli orrori” e della “mela marcia”, la comunità Shalom è conosciuta
e attiva da lungo tempo nel bresciano e trattamenti inumani e degradanti come abbiamo visto non sono stati
affatto un’eccezione al suo interno, come del resto in moltissime altre strutture.

Privato accreditato, grandi cooperative, fondazioni; enti che muovono molti soldi e che spesso esercitano
anche una certa influenza nei rispettivi territori: la Stella Maris ad esempio è considerata un’eccellenza a
livello nazionale, riceve abbondanti finanziamenti e onorificenze dalla Regione Toscana, la Cooperativa
Dolce è una mega cooperativa che gode di ampio appoggio e gestisce moltissimi servizi nel bolognese, la
Shalom è sempre stata sostenuta da personaggi di rilievo.
Questi racconti mettono sotto gli occhi di tutti i dispositivi coercitivi/degradanti insiti in questa tipologia di
strutture, dove le persone, ridotte ad oggetti, diventano il bersaglio di violenze e sopraffazioni quotidiane.
Luoghi dove la contenzione fisica e farmacologica è consuetudine e dove le prepotenze sono ordinarie e
strutturali.
Riteniamo sia importante non spegnere i riflettori su una violenza così estesa, capillare, non episodica,
accettata e sostenuta quotidianamente dal silenzio di moltissimi “professionisti”, tecnici e operatori,
assistenti ed educatori, ci piacerebbe partire da qui, dall’omertà che sorregge questi abusi, che non sono
episodi, ma più spesso la prassi che regola queste strutture.

Assemblea Rete Antipsichiatrica
https://assembleareteantipsichiatrica.noblogs.org/
Per condividere esperienze e riflessioni: assembleaantipsichiatrica@inventati.org

Le note al testo si possono trovare a questo link:

RESIDENZE PSICHIATRICHE: ABUSI, MALTRATTAMENTI E UCCISIONI