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STRUTTURE PSICHIATRICHE e ISTITUZIONI TOTALI: la VICENDA STELLA MARIS – articolo su La TERRA TREMA

  • March 15, 2024 4:49 pm

Strutture psichiatriche e istituzioni totali: la vicenda Stella Maris

Presso il tribunale di Pisa si sta svolgendo il processo per i maltrattamenti avvenuti nella struttura per persone autistiche di Montalto di Fauglia, in provincia di Pisa, gestita dalla fondazione Stella Maris.

L’Istituto scientifico – Ospedale specializzato – Centro di assistenza Stella Maris (di cui la struttura di Montalto di Fauglia, che attualmente risulta chiusa, rappresentava una sede succursale) si occupa di assistenza e cura dei disturbi e delle disabilità dell’infanzia e dell’adolescenza. È attiva dal 1958 in seguito a una fusione di interessi tra Università degli studi di Pisa, ASL e diocesi di San Miniato. Fortissima è l’impronta cattolica che ne caratterizza i principi guida. Si tratta di una struttura enorme, sia per estensione spaziale degli ambienti in continuo ampliamento, sia per quanto riguarda l’elenco delle patologie e dei disturbi di cui si occupa. Sotto questo aspetto Stella Maris rappresenta un punto di riferimento per tantissime persone. Di fatto è un’istituzione privata convenzionata e finanziata con milioni di euro l’anno dalla Regione Toscana, che nonostante la gravità degli abusi non ha ritenuto opportuno costituirsi come parte civile al processo.

Nella Carta dei servizi del presidio di Montalto di Fauglia, parte in causa nel processo sui maltrattamenti, si affermava che il modello adottato «mette prima di tutto al centro il paziente come persona, nella sua individualità, nei suoi bisogni relazionali e personali (…). La nostra filosofia di intervento è “prenderci cura” oltre che curare (…). La nostra organizzazione è centrata sul modello del piccolo gruppo di pazienti condotto da educatori professionali e da assistenti con funzioni educative, che fungono da “io” ausiliario o “compagni adulti” dei pazienti, che li supportano concretamente e psicologicamente in ogni atto della vita quotidiana. (…) Ogni ragazzo (…) è visto come portatore di affetti, bisogni emotivi, aspirazioni, competenze». Una dichiarazione d’intenti che stride assai con i fatti. Durante l’estate del 2016, in seguito alla denuncia dei genitori di un giovane ospite, la struttura è stata posta sotto controllo dai carabinieri tramite microcamere nascoste. Dopo tre mesi di intercettazioni la procura di Pisa ha configurato l’ipotesi di reato per maltrattamenti basandosi sull’enorme quantità di materiali video accumulati: 284 episodi in meno di tre mesi, più di tre al giorno. La maggior parte dei maltrattamenti rientra nella casistica della gravità più elevata («atti violenti o sessualmente espliciti»). Una violenza, quindi, non occasionale ma strutturale. Durante le udienze in tribunale, inoltre, genitori, tutori e altri testimoni hanno descritto le violenze subite dai ragazzi di Montalto documentate dalle videoregistrazioni. È emersa, ulteriormente, la totale mancanza di professionalità, la carenza di titoli idonei da parte del personale e l’assenza di direttive su come comportarsi in situazioni di crisi. 

Tra gli ospiti della struttura di Montalto di Fauglia ricordiamo Mattia, morto nel 2018 per soffocamento durante un pasto davanti alla famiglia, a causa di una disfagia dovuta a una somministrazione prolungata ed eccessiva di psicofarmaci, come risulta dalla perizia tecnica. I continui cambi di terapia avevano comportato disfunzionalità e rischi di cui la famiglia ha sempre dichiarato di non essere mai stata informata. Per questa vicenda è in corso un ulteriore procedimento giudiziario: la sentenza di primo grado non ha individuato alcuna responsabilità da parte dei medici e della struttura. Sondra Cerrai ha pubblicato nel 2020 Siamo tutti legati per le edizioni Porto Seguro, in cui racconta la storia di suo figlio Mattia.

Il processo per maltrattamenti sta andando avanti da più di cinque anni con estrema lentezza: le udienze sono troppo diradate se si considera l’elevatissimo numero di persone invitate a testimoniare. Si tratta, infatti, del più grande processo per violenze su persone con disabilità in Italia. Al momento gli imputati sono quindici. Tra essi figurano anche le due dottoresse che gestivano la struttura e il direttore sanitario della Stella Maris. Due imputati sono usciti di scena: un operatore che ha patteggiato la pena e il direttore generale Roberto Cutajar che, avendo scelto il rito abbreviato, è stato dapprima condannato a due anni e otto mesi di reclusione e poi è stato assolto nel processo d’appello. 

Per inquadrare il contesto più generale in cui si sono svolti gli eventi, una chiave di lettura è fornita dalla relazione tecnica agli atti del processo redatta da Alfredo Verde, ordinario di Criminologia dell’Università di Genova, che sottolinea «una lunga tradizione di abuso e violenza da parte degli operatori, radicata negli anni, e in parte tollerata, in parte ignorata della direzione delle strutture». E ancora: «Una violenza così evidente richiama la possibilità di ipotizzare che altre violenze si siano verificate in contesti meno pubblici. (…) In queste situazioni si sviluppano degenerazioni in cui la violenza e la sopraffazione divengono gli strumenti usati ogni giorno, e l’istituzione perde le sue caratteristiche terapeutiche per divenire un luogo meramente coercitivo e afflittivo».

La relazione tecnica afferma ancora che «il comportamento degli operatori è apparso tipico delle istituzioni totali in cui non solo gli ospiti vengono puniti, ma la punizione viene anche irrogata in una situazione di estrema visibilità (come per esempio il refettorio), in cui gli ospiti assistono silenziosi e acquiescenti al trattamento subito dai compagni: una sorta di teatro». Afferma ancora il professor Verde: «Il pensiero istituzionale presuppone, implica e giustifica la violenza, che può essere manifesta o anche solo accennata, assumendo quindi anche una funzione simbolica».

I maltrattamenti di Montalto di Fauglia diventano allora emblematici dei dispositivi coercitivi e degradanti insiti in questa tipologia di strutture, dove frequentemente le persone, ridotte a oggetti, diventano il bersaglio di sopraffazioni e abusi di potere quotidiani. Luoghi dove la contenzione fisica e farmacologica è spesso consuetudine e dove le prepotenze sono ordinarie e strutturali.

Quelle “istituzioni totali” che si autopresentano come luoghi di attenzione, di assistenza e di cura per gli ultimi e per gli esclusi (e che stanno crescendo ovunque di importanza e potenza) in realtà tendono a identificare, a comprendere e a classificare in categorie (disabile, autistico, matto, criminale, tossico, delinquente, ecc.) le persone a loro affidate. L’etichetta comporta un pesante stigma che depriva le persone dei loro attributi di umanità e le relega alla categoria di cittadine e cittadini di serie B e senza-diritti. Tutto questo non suscita né attenzione, né indignazione. Le privazioni, le umiliazioni che le persone in alcune strutture psichiatriche devono subire quotidianamente sono indicibili: non se ne parla e non se ne deve parlare.

Riteniamo sia importante non spegnere i riflettori su una violenza così estesa, capillare, non episodica, accettata e sostenuta quotidianamente dal silenzio di moltissimi professionisti, tecnici e operatori, assistenti ed educatori. Ci piacerebbe partire da qui, dal sistema di omertà che sorregge questi abusi. In nessun caso la carenza di personale e di strutture può giustificare il ricorso a pratiche violente e coercitive, né il silenzio con cui vengono accettate. Anche le argomentazioni dei “motivi di sicurezza”, dello “stato di necessità” o delle “persone aggressive”, a cui sovente si fa appello nei reparti o nelle strutture, devono essere respinte, perché sono fondate sul pregiudizio ancora diffuso della potenziale pericolosità della “pazzia”. C’è chi ritiene, per atteggiamento culturale o per formazione, che sia giustificabile sottoporre persone diagnosticate come malate mentali a mezzi coercitivi, che sia nell’ordine delle cose e corrisponda al loro stesso benessere, senza chiedere mai cosa ne pensino le persone interessate. 

Il problema, dunque, è superare il modello di internamento fondato su meccanismi e dispositivi manicomiali che in realtà non sono mai stati superati. Nel momento in cui riproduci le stesse pratiche (l’isolamento, la contenzione fisica, meccanica e farmacologica e ambientale, l’obbligo di cura) la logica dell’istituzione totale si riproduce e si diffonde fino ai reparti, alle strutture e alle residenze sanitarie come quella di Montalto di Fauglia: se c’è l’idea della persona come soggetto pericoloso che va isolato, dovunque lo sistemi sarà sempre un manicomio. Un concreto percorso di superamento delle istituzioni totali passa necessariamente da uno sviluppo di una cultura non segregazionista, largamente diffusa, capace di praticare principi di libertà, di solidarietà e di valorizzazione delle differenze umane, contrapposti ai metodi repressivi e omologanti della psichiatria.

Come collettivo antipsichiatrico Antonin Artaud abbiamo organizzato numerosi presidi davanti al tribunale per portare solidarietà, denunciare i maltrattamenti e più in generale gli abusi della psichiatria e far emergere il ruolo della Stella Maris nella cosiddetta medicalizzazione, patologizzazione, farmacologizzazione delle giovani generazioni. Abbiamo collaborato attivamente alla realizzazione del reportage Rai “La STORIA DI MATTIA” per Spotlight del 25 luglio 2023 sulla vicenda dei maltrattamenti, diretto dalla regista Maria Elena Scandaliato.

– www.artaudpisa.noblogs.org – antipsichiatriapisa@inventati.org – tel. 3357002669

LINK INTERVISTA a radio OndaRossa sulla VICENDA dei MALTRATTAMENTI alla Stella Maris

  • March 12, 2024 9:50 pm

LINK INTERVISTA a radio OndaRossa sulla VICENDA dei MALTRATTAMENTI alla Stella Maris

questo sotto è il link per ascoltare l’intervista fatta oggi durante il presidio sotto il tribunale,
come collettivo Artaud, a Radio Ondarossa sulla vicenda dei maltrattamenti alla struttura
di Montalto di Fauglia in provincia di Pisa gestita dalla fondazione Stella Maris

https://www.ondarossa.info/newsredazione/2024/03/presidio-pisa-stella-maris

COMUNICATO per il PRESIDIO del 12 marzo in SOLIDARIETA’ alle VITTIME dei MALTRATTAMENTI alla Stella Maris c/o Tribunale di Pisa

  • February 29, 2024 10:10 am

VERITA’ SUGLI ABUSI ALLA STELLA MARIS, SOLIDARIETA’ ALLE VITTIME DEI MALTRATTAMENTI !

Il 12 marzo 2024 alle ore 14 saremo ancora una volta davanti al Tribunale di Pisa dove si terrà una nuova udienza per i maltrattamenti avvenuti nella struttura di Montalto di Fauglia destinata ad ospitare persone autistiche, gestita dalla Fondazione STELLA MARIS. In questa ulteriore udienza dovrebbero venire sentite alcune dottoresse imputate.

Nell’estate del 2016, in seguito alla denuncia dei genitori di un giovane ospite, la struttura è stata posta sotto controllo con l’installazione di microcamere e, dopo tre mesi di intercettazioni, la Procura di Pisa, dopo aver accumulato prove evidenti, ha configurato l’ipotesi di reato per maltrattamenti.

Tra gli ospiti della residenza, ricordiamo Mattia, morto successivamente nel 2018 per soffocamento, in seguito al blocco della glottide dovuto molto probabilmente al prolungato e eccessivo uso di psicofarmaci. I continui cambi di terapia avevano comportato disfunzionalità e rischi al momento dei pasti di cui la famiglia afferma di non essere mai stata informata. Per questa vicenda è in corso un altro procedimento penale, il processo in primo grado si è chiuso con nessuna responsabilità da parte dei medici e della struttura.

Il processo per maltrattamenti sta andando avanti da più di 6 anni con estrema lentezza: le udienze sono troppo diradate se si considera l’elevatissimo numero di persone invitate a testimoniare. Si tratta, infatti, del più grande processo sulla disabilità in Italia. Nel periodo della pandemia (caso unico nella storia della giustizia pisana) è stato ospitato nel Palazzo dei Congressi di Pisa.

Al momento gli imputati sono 15, tra essi le due dottoresse che gestivano la struttura e il Direttore Sanitario della Stella Maris. Due imputati sono usciti di scena: un operatore che ha patteggiato la pena e il Direttore generale Roberto Cutajar che, avendo scelto il rito abbreviato, è stato dapprima condannato a 2 anni e 8 mesi di reclusione, poi è stato assolto nel processo d’appello.

I genitori e i tutori e altri testimoni già ascoltati hanno riportato le violenze subite dai ragazzi di Montalto e documentate dalle videoregistrazioni che testimoniano più di 280 episodi di violenza in meno di quattro mesi, una violenza – quindi – non episodica ma strutturale.

Come ha scritto nella sua relazione il consulente tecnico, professor Alfredo Verde, chiamato a relazionare sui fatti avvenuti: « Leggendo gli atti del presente procedimento abbiamo rinvenuto sicuramente la menzione di una lunga tradizione di abuso e violenza da parte degli operatori, radicata negli anni, e in parte tollerata, in parte ignorata della direzione delle strutture”. Ed ancora: “In queste situazioni si sviluppano degenerazioni in cui la violenza e la sopraffazione divengono gli strumenti usati ogni giorno, e l’istituzione perde le sue caratteristiche terapeutiche per divenire un luogo meramente coercitivo e afflittivo. Il comportamento degli operatori è apparso tipico delle istituzioni totali » .

Per questi motivi, e per ricordare tutte le vittime degli abusi psichiatrici che ancora oggi vengono perpetrati ai danni di persone private della libertà personale e non in grado di difendersi da sole, riteniamo doveroso seguire con attenzione le vicende di questo processo nell’interesse di tutte/i.

Invitiamo a partecipare al PRESIDIO in SOLIDARIETA’ alle VITTIME dei MALTRATTAMENTI MARTEDI’ 12 MARZO ORE 14 presso il Tribunale di Pisa in Piazza della Repubblica

Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud

Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud

via San Lorenzo 38, 56100 Pisa

antipsichiatriapisa@inventati.org

www.artaudpisa.noblogs.org 3357002669

 

PISA 13/02 “MOBILITARSI e NON DIMENTICARE: PRESIDIO in SOLIDARIETA’ alle VITTIME dei MALTRATTAMENTI alla Stella Maris.” COMUNICATO Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud e Comitato Sanità versilia- Massa Carrara

  • February 12, 2024 5:26 pm

MOBILITARSI e NON DIMENTICARE

Il 13 febbraio presso il Tribunale di Pisa si terrà l’udienza sui maltrattamenti subiti da persone disabili nella struttura di Montalto di Fauglia (Pi) gestita da ‘Stella Maris’ in cui sono coinvolti 15 imputati tra operatori e dottoresse che gestivano la struttura.
Parallelamente a questo processo va avanti un altro procedimento per la morte di Mattia Giordani (ex paziente di Stella Maris), deceduto nel 2018 a seguito del blocco della glottide dovuto presumibilmente alla somministrazione prolungata ed eccessiva di psicofarmaci.

Stella Maris è un’istituzione privata convenzionata con il pubblico, gestita dalla Curia di San Miniato e finanziata con soldi pubblici (milioni di € l’anno) della Regione, che nonostante la gravità degli abusi non si è costituita come parte civile al processo.

La Regione Toscana concede autorizzazioni e accreditamenti attraverso i quali queste strutture ricevono milioni di €, ma non controlla e vigila che i pazienti ricoverati abbiano una qualità di vita tale da stimolare in loro la partecipazione alla vita sociale. I centri diurni, che dovrebbero essere un valido aiuto per le famiglie sono pochissimi e costringono queste a farsi carico della complessa disabilità mentale dei loro cari. L’assenza di luoghi per l’abilitazione e riabilitazione, che sono fondamentali per il benessere emotivo e per la qualità di vita dei pazienti ricoverati, le lascia di fatto soli e senza il minimo supporto indispensabile per migliorare le loro condizioni e, di conseguenza, lasciando sguarniti i territori.

Nonostante la vicenda sia costellata sul piano giudiziario da continui rinvii, i familiari dei pazienti non sono disposti a rinunciare a battersi per ottenere verità e giustizia. Sondra Cerrai, la mamma di Mattia, lancia un appello: “i genitori dei ragazzi maltrattati, le associazioni che si sono costituite parte civile non possono essere lasciati soli”. Nel raccogliere l’appello di Sondra, siamo convinti dell’importanza della mobilitazione continua, della forte denuncia, della solidarietà e del sostegno, perché l’unica lotta persa è quella che si abbandona!

Invitiamo le realtà che da anni sono impegnate nelle lotte sociali e a difesa della sanità pubblica, lavoratori/trici, cittadini/e e utenti, a partecipare al


PRESIDIO in SOLIDARIETA’

alle vittime dei maltrattamenti e a sostegno dei loro familiari

MARTEDI’ 13 FEBBRAIO ORE 14.00

c/o il Tribunale di Pisa in Piazza della Repubblica


– Collettivo Antipsichiatrico ‘Antonin Artaud’

antipsichiatriapisa@inventati.orgwww.artaudpisa.noblogs.orgcell. 3357002669

Comitato Sanità Pubblica Versilia-Massa-Carrara

per informazioni: pagina Fb – per contatti: comitatosanitapubbli@virgilio.it

Pisa, 13 febbraio 2024

LETTERA del Comitato DIxDI e del Comitato Sanità Pubblica Versilia Massa-Carrara

  • February 5, 2024 9:14 pm

Riceviamo e volentieri pubblichiamo il testo scritto e letto dal Comitato DixDi e dal Comitato Sanita’ Pubblica Versilia Massa-Carrara durante l’assemblea pubblica tenutasi a Viareggio lo scorso 2 febbraio.

 

Sosteniamo la lotta dei familiari di Mattia e degli altri utenti coinvolti perché sia fatta giustizia e vengano condannati tutti quelli che direttamente ed indirettamente hanno causato la sua morte.

Prendiamo spunto dalla vicenda della strage di Viareggio, i familiari hanno lottato e ancora lottano per avere giustizia ma non si sono limitati a questo, nel corso degli anni hanno lottato insieme ai lavoratori per la sicurezza in ferrovia e in tutti gli altri settori lavorativi. Questo è quello che dobbiamo fare per rendere veramente giustizia a Mattia e a tutti gli altri ospiti di tutte le strutture, dobbiamo lottare per far luce sui reali problemi che riguardano utenti, famiglie e operatori coinvolti.

Crediamo veramente che con le attuali norme di autorizzazioni e accreditamento della Regione Toscana le residenze assistenziali siano in grado di svolgere la loro funzione abilitativa / riabilitativa? Pensiamo che il criterio del minutaggio sia un valido strumento per stabilire quanti operatori sono necessari per dare adeguata assistenza agli utenti? Nella regione Toscana una struttura per poter essere autorizzata e accreditata deve poter dimostrare di assicurare una assistenza minima di 11 minuti al giorno per utente, ad esempio di un tecnico della riabilitazione (terapista occupazionale, animatore, educatore, facilitatore o come lo si voglia chiamare) 45 minuti per gli addetti all’assistenza di base OSS, mentre non si specifica quale deve essere l’intervento degli specialisti (psicologo,psichiatra ecc..) nel progettare e nel vigilare su quanto sarebbe utile fare per il benessere emotivo, sociale e sulla qualità di vita delle persone ricoverate in queste strutture. In sostanza seguendo queste linee di indirizzo spesso ci troviamo di fronte a strutture dove gli operatori sono inadeguati per numero e si trovano soli a gestire bisogni complessi spesso ricorrendo come unico mezzo all’utilizzo dei farmaci. In conseguenza a questo, gli utenti vivono una quotidianità poco stimolante, che spesso amplifica i disturbi comportamentali per i quali sono stati affidati a queste strutture; molte famiglie si trovano nella condizione di ricorrere al ricovero per l’assoluta mancanza o inadeguatezza dei servizi territoriali.

A proposito di territorio, mancano centri diurni diversificati e competenti per l’abilitazione e riabilitazione della variegata complessità della disabilità mentale che possano stimolare queste persone alla partecipazione sociale. Se vogliamo veramente fare in modo che questo non succeda più dobbiamo far pressione sulla regione Toscana affinché modifichi i criteri di accreditamento sopra accennati, ed esigere servizi territoriali degni di questo nome. Partiamo da questa iniziativa per mobilitarci e coinvolgere più soggetti possibili per cambiare la vita degli utenti ma anche dei lavoratori che operano all’interno di queste strutture.

 

Comitato DixDi ( Diritti per Disabilita’)

Comitato Sanita’ Pubblica Versilia Massa-Carrara

BRESCIA: sabato 17/02 VOLANTINAGGIO ANTIPSICHIATRICO – CONTESTI DI CURA O LUOGHI DI TORTURA?

  • January 30, 2024 4:49 pm

come ASSEMBLEA RETE ANTIPSICHIATRICA saremo a Brescia sabato 17 febbraio alle ore 16 in piazza della Vittoria alle ore 16 per un VOLANTINAGGIO ANTIPSICHIATRICO

CONTESTI DI CURA O LUOGHI DI TORTURA?

Questo testo affronta la violenza strutturale che regola la vita all’interno di moltissimi centri residenziali per persone con disabilità o fragilità psichica. Si parte dai maltrattamenti avvenuti nella struttura di Montalto di Fauglia gestita dalla Stella Maris, passando per gli abusi all’interno delle strutture della Cooperativa Dolce di Bologna, per arrivare agli orrori della Comunità Shalom, nel bresciano. Una violenza capillare sostenuta quotidianamente dal silenzio di moltissimi “professionisti”, tecnici dei servizi, operatori, assistenti ed educatori.

Presso il Tribunale di Pisa si sta tenendo un processo per i maltrattamenti avvenuti nella struttura di Montalto di Fauglia gestita dalla Fondazione STELLA MARIS. Una vicenda sepolta nel silenzio che ha trovato nell’ultimo anno il supporto e il sostegno del Collettivo antipsichiatrico Antonin Artaud. Il Consulente Tecnico chiamato dalla procura a relazionare sui fatti ha scritto: “Leggendo gli atti del presente procedimento abbiamo rinvenuto sicuramente la menzione di una lunga tradizione di abuso e violenza da parte degli operatori, radicata negli anni, e in parte tollerata, in parte ignorata della direzione delle strutture”. Ed ancora: “In queste situazioni si sviluppano degenerazioni in cui la violenza e la sopraffazione divengono gli strumenti usati ogni giorno, e l’istituzione perde le sue caratteristiche terapeutiche per divenire un luogo meramente coercitivo e afflittivo” facendo riferimento a condotte “tipiche delle istituzioni totali”. Si parla di maltrattamenti fisici, verbali e trattamenti degradanti quotidiani. Spintoni, schiaffi, minacce e vessazioni costanti, talmente palesi da lasciar presumere abusi anche peggiori. Una violenza non episodica ma strutturale.
Delle diciassette persone coinvolte, il processo attualmente vede ancora imputati quindici tecnici e
operatori, tra cui le due dottoresse che gestivano la struttura e il Direttore Sanitario della Stella Maris. Un operatore ha patteggiato la pena, mentre il Direttore generale Roberto Cutajar, che ha scelto il rito abbreviato, è stato condannato a 2 anni e 8 mesi, per essere infine assolto nel processo d’appello. Tra gli ospiti della struttura ricordiamo Mattia, morto nel 2018 per soffocamento in seguito al blocco della glottide dovuto alla somministrazione prolungata ed eccessiva di psicofarmaci. I continui cambi di terapia avevano comportato disfunzionalità e rischi al momento dei pasti di cui la famiglia non è mai stata informata. Il processo in primo grado si è chiuso con nessuna responsabilità da parte dei medici e della struttura.
Non crediamo nella giustizia dei tribunali, sappiamo che nessuna sentenza metterà fine o scalfirà questa violenza.

L’orrore di Montalto di Fauglia lo ritroviamo nell’uccisione per contenzione avvenuta la notte del 27 agosto 2012 all’interno della struttura ‘Casa Dolce’ di Casalecchio di Reno (in provincia di Bologna) gestita dalla Cooperativa Sociale Dolce. Quella sera M., 20 anni, vorrebbe continuare a giocare con la playstation ma le regole interne alla struttura non lo consentono. Gli operatori si impongono. Il giovane non cede. Si apre uno scontro di potere che M. perde pagando con la vita. L’indagine del PM si concentra su tre operatori sociosanitari della cooperativa, indagati per omicidio colposo. Secondo l’autopsia M. è morto per asfissia meccanica, soffocamento. Mentre due operatori lo tenevano un terzo gli si sarebbe seduto sopra, all’altezza del torace. Il processo dura quattro anni e si conclude per tutti con l’assoluzione ‘perché il fatto non costituisce reato’. Viene sostenuta la legittimità della contenzione, la correttezza delle manovre effettuate, la loro corrispondenza ai “protocolli”. La rispettabilità pubblica della Cooperativa Dolce, dei suoi dirigenti responsabili e di tutta la struttura ne esce intaccata, mentre niente all’interno della stessa viene messo in discussione.
La testimonianza che abbiamo raccolto di un operatore a tempo determinato assunto a ‘Casa Dolce’ qualche anno dopo l’uccisione di M., racconta il protrarsi di un’attitudine alla violenza verbale e al confronto fisico punitivo/violento da parte di molti operatori della residenza, accettato pressoché da tutta la struttura come ‘normale amministrazione’.

Di recente una nuova indagine ha visto coinvolta ancora la Cooperativa Dolce per quanto riguarda un’altra struttura in provincia di Bologna (Budrio),’Villa Donini’. Si parla di botte e insulti ai danni di persone disabili, schiaffi in testa e umiliazioni. Dodici operatori socio sanitari dipendenti della cooperativa sono stati interdetti dalla professione per un anno con l’accusa di maltrattamenti. Nonostante l’enormità dei fatti, sul territorio intorno a questa vicenda regna un silenzio sovrano.

Anche quanto emerso all’interno della comunità Shalom parla della stessa violenza. Abusi sistematici, insulti, minacce, punizioni degradanti e inumane, privazione del sonno, isolamento e crudeltà come metodo. Una presunta Comunità terapeutica che non cura le persone: le maltratta, le umilia, le sradica dalla propria umanità. Dove gli ‘educatori’ vengono spesso individuati tra le persone che in precedenza hanno subito lo stesso trattamento, selezionati senza alcun tipo di formazione per dare continuità ai metodi repressivi, avvilenti e degradanti, pratiche che ancora oggi caratterizzano la comunità. Negli anni più volte la struttura è finita nel mirino per situazioni di tortura ben lontane da episodi sporadici o accidentali. Un’ampia organizzazione che fa mostra di sé per la presunta accoglienza incondizionata, ma che vive di metodi distanti anni luce dall’offrire cura e sostegno a ragazzi e ragazze che vivono periodi di fragilità. Al di là della bella facciata che mostra all’ingresso, Shalom è disfacimento, afflizione e miseria.
Sebbene questa vicenda abbia avuto grande impatto a livello mediatico, il sensazionalismo legato al
marketing dell’informazione ha già pressochè rimosso quanto avvenuto e le sue implicazioni. Non
accettiamo la retorica della “comunità degli orrori” e della “mela marcia”, la comunità Shalom è conosciuta e attiva da lungo tempo nel bresciano e trattamenti inumani e degradanti come abbiamo visto non sono stati affatto un’eccezione al suo interno, come del resto in moltissime altre strutture.

Dopo gli abusi che hanno visto coinvolta di recente la Cooperativa Dolce, di nuovo a Bologna si parla di maltrattamenti sistematici all’interno di una residenza psichiatrica: persone legate a terra con del nastro isolante, utilizzo punitivo della così detta ‘camera morbida’ su ospiti ritenuti particolarmente ‘problematici’, chiusi anche per giorni, somministrazione di farmaci in dosaggi superiori rispetto a quanto prescritto. Questa volta si tratta di una struttura socio-assistenziale per persone con disagio psichico di Bazzano in Valsamoggia, Villa Angelica, gestita dalla cooperativa Altius. A seguito della denuncia di un ex dipendente la struttura è stata chiusa e le persone trasferite in altre strutture. Sono state emesse sei misure cautelari nei confronti della direttrice e di altri cinque dipendenti, indagati a vario titolo per maltrattamenti e sequestro di persona. La direttrice si trova attualmente ai domiciliari, i cinque dipendenti della struttura hanno invece ricevuto un provvedimento di divieto di avvicinamento alle persone offese.

Privato accreditato, grandi cooperative, fondazioni; enti che muovono molti soldi e che spesso esercitano anche una certa influenza nei rispettivi territori: la Stella Maris ad esempio è considerata un’eccellenza a livello nazionale, riceve abbondanti finanziamenti e onorificenze dalla Regione Toscana, la Cooperativa Dolce è una mega cooperativa che gode di ampio appoggio e gestisce moltissimi servizi nel bolognese, la Shalom è sempre stata sostenuta da personaggi di rilievo.
Questi racconti mettono sotto gli occhi di tutti i dispositivi coercitivi/degradanti insiti in questa tipologia di strutture, dove le persone, ridotte ad oggetti, diventano il bersaglio di violenze e sopraffazioni quotidiane.
Luoghi dove la contenzione fisica e farmacologica è consuetudine e dove le prepotenze sono ordinarie e strutturali.
Riteniamo sia importante non spegnere i riflettori su una violenza così estesa, capillare, non episodica, accettata e sostenuta quotidianamente dal silenzio di moltissimi “professionisti”, tecnici e operatori, assistenti ed educatori, ci piacerebbe partire da qui, dall’omertà che sorregge questi abusi, che non sono episodi, ma più spesso la prassi che regola queste strutture.

Assemblea Rete Antipsichiatrica
https://assembleareteantipsichiatrica.noblogs.org/
Per condividere esperienze e riflessioni: assembleaantipsichiatrica@inventati.org

PISA: martedì 13/02 PRESIDIO in SOLIDARIETA’ alle VITTIME dei MALTRATTAMENTI presso il Tribunale di Pisa in Piazza della Repubblica

  • January 29, 2024 9:09 pm

VERITA’ SUGLI ABUSI ALLA STELLA MARIS, SOLIDARIETA’ ALLE VITTIME DEI MALTRATTAMENTI !
Il 13 febbraio 2024 alle ore 14 saremo ancora una volta davanti al Tribunale di Pisa dove si terrà una nuova udienza per i maltrattamenti avvenuti nella struttura di Montalto di Fauglia destinata ad ospitare persone autistiche, gestita dalla Fondazione STELLA MARIS. In questa ulteriore udienza dovrebbero venire sentite alcune dottoresse imputate.

Nell’estate del 2016, in seguito alla denuncia dei genitori di un giovane ospite, la struttura è stata posta sotto controllo con l’installazione di microcamere e, dopo tre mesi di intercettazioni, la Procura di Pisa, dopo aver accumulato prove evidenti, ha configurato l’ipotesi di reato per maltrattamenti.
Tra gli ospiti della residenza, ricordiamo Mattia, morto successivamente nel 2018 per soffocamento, in seguito al blocco della glottide dovuto molto probabilmente al prolungato e eccessivo uso di psicofarmaci. I continui cambi di terapia avevano comportato disfunzionalità e rischi al momento dei pasti di cui la famiglia afferma di non essere mai stata informata. Per questa vicenda è in corso un altro procedimento penale, il processo in primo grado si è chiuso con nessuna responsabilità da parte dei medici e della struttura.

Il processo per maltrattamenti sta andando avanti da più di 6 anni con estrema lentezza: le udienze sono troppo diradate se si considera l’elevatissimo numero di persone invitate a testimoniare. Si tratta, infatti, del più grande processo sulla disabilità in Italia. Nel periodo della pandemia (caso unico nella storia della giustizia pisana) è stato ospitato nel Palazzo dei Congressi di Pisa.

Al momento gli imputati sono 15, tra essi le due dottoresse che gestivano la struttura e il Direttore Sanitario della Stella Maris. Due imputati sono usciti di scena: un operatore che ha patteggiato la pena e il Direttore generale Roberto Cutajar che, avendo scelto il rito abbreviato, è stato dapprima condannato a 2 anni e 8 mesi di reclusione, poi è stato assolto nel processo d’appello.

I genitori e i tutori e altri testimoni già ascoltati hanno riportato le violenze subite dai ragazzi di Montalto e documentate dalle videoregistrazioni che testimoniano più di 280 episodi di violenza in meno di quattro mesi, una violenza – quindi – non episodica ma strutturale.
Come ha scritto nella sua relazione il consulente tecnico, professor Alfredo Verde, chiamato a relazionare sui fatti avvenuti: « Leggendo gli atti del presente procedimento abbiamo rinvenuto sicuramente la menzione di una lunga tradizione di abuso e violenza da parte degli operatori, radicata negli anni, e in parte tollerata, in parte ignorata della direzione delle strutture”. Ed ancora: “In queste situazioni si sviluppano degenerazioni in cui la violenza e la sopraffazione divengono gli strumenti usati ogni giorno, e l’istituzione perde le sue caratteristiche terapeutiche per divenire un luogo meramente coercitivo e afflittivo. Il comportamento degli operatori è apparso tipico delle istituzioni totali » .
Per questi motivi, e per ricordare tutte le vittime degli abusi psichiatrici che ancora oggi vengono perpetrati ai danni di persone private della libertà personale e non in grado di difendersi da sole, riteniamo doveroso seguire con attenzione le vicende di questo processo nell’interesse di tutte/i.

Invitiamo a partecipare al PRESIDIO in SOLIDARIETA’ alle VITTIME dei MALTRATTAMENTI MARTEDI’ 13 FEBBRAIO ORE 14 presso il Tribunale di Pisa in Piazza della Repubblica

Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud

Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud
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antipsichiatriapisa@inventati.org
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VIAREGGIO: ven 2/2 ASSEMBLEA PUBBLICA sui MALTRATTAMENTI alla STELLA MARIS c/o il Luogo della Memoria e della Solidarietà

  • January 19, 2024 6:35 pm

MALTRATTAMENTI AVVENUTI alla SEDE di Montalto di Fauglia della STELLA MARIS

APPELLO per un INCONTRO PUBBLICO

VENERDÌ 2 FEBBRAIO 2024 c/o il Luogo della memoria e della Solidarietà,

Loc. Varignano, via Aurelia sud 20 (tra la cassa di risparmio di Lucca e il distributore Q8)

Il 13 febbraio 2024 presso il Tribunale di Pisa si terrà terrà una nuova udienza, per i gravi fatti avvenuti nella struttura per persone autistiche di Montalto di Fauglia gestita dalla Fondazione STELLA MARIS.

Nell’estate del 2016, in seguito alla denuncia di un genitore, furono nascoste alcune microcamere nel centro di accoglienza di giovani persone con gravi disabilità. In tre mesi sono state registrate più di 280 violenze, dagli insulti agli atti sessuali mimati agli strattonamenti ai calci agli schiaffi… un orrore, proiettato in tribunale e visibile in rete.

23 ospiti vittime, 17 indagati.

Il più grande processo sui maltrattamenti sulle persone con disabilità nella storia italiana.

Una violenza non episodica, ma strutturale.

Ma non se ne parla, se non in qualche articolo nelle cronache locali.

Una delle vittime dei maltrattamenti, Mattia Giordani, è morto soffocato nel 2018 molto probabilmente a causa di un mix micidiale di psicofarmaci che gli ha bloccato la glottide durante un pasto. La vicenda giudiziaria è ancora in itinere e sulla storia di Mattia la madre, Sondra Cerrai, ha pubblicato nel 2020 Siamo tutti legati, Porto Seguro edizioni.

L’Istituto scientifico – Ospedale specializzato – Centro di assistenza Stella Maris si occupa di assistenza e cura dei disturbi e delle disabilità dell’infanzia e dell’adolescenza. La Stella Maris di fatto è un’istituzione privata convenzionata con il pubblico gestita dalla Curia di San Miniato e finanziata con soldi pubblici (milioni di euro l’anno) dalla Regione Toscana. La Regione, nonostante la gravità degli abusi, non ha ritenuto opportuno costituirsi come parte civile al processo.

Come collettivo Antonin Artaud abbiamo finora organizzato cinque presidi davanti al tribunale per portare la nostra solidarietà, denunciare i maltrattamenti e più in generale gli abusi della psichiatria e il ruolo della Stella Maris nella cosiddetta medicalizzazione, patologizzazione, farmacologizzazione delle giovani generazioni. Abbiamo attivamente collaborato alla realizzazione di un reportage (che trasmetteremo nel corso dell’incontro) che la RAI ha girato sull’intera vicenda, dopo che la regista ci ha contattato durante uno dei nostri presidi davanti al Tribunale di Pisa.

Riteniamo importante che si discuta di questi gravi avvenimenti, messi in sordina dai media nazionali.

Per questo motivo invitiamo tutte le realtà che da anni si impegnano nelle lotte sociali e in difesa della sanità pubblica, e tutte le persone interessate che possono arricchire il dibattito con le loro esperienze e testimonianze personali, a partecipare all’INCONTRO PUBBLICO che si terrà

VENERDÌ 2 FEBBRAIO 2024 c/o il Luogo della memoria e della Solidarietà, Loc. Varignano, via Aurelia sud 20 (tra la cassa di risparmio di Lucca e il distributore Q8)

***

*Ore 18 – proiezione del reportage “LA STORIA DI MATTIA- Il più grande processo per maltrattamenti ai disabili in Italia” prodotto dalla RAI a cura di Maria Elena Scandaliato

*ore 18:30 ASSEMBLEA PUBBLICA APERTA

➝ Sarà presente la famiglia di Mattia

*a seguire APERICENA

INVITIAMO TUTTE/I A PARTECIPARE all’iniziativa

INVITIAMO TUTTE/I A PARTECIPARE ANCHE AL PRESIDIO in SOLIDARIETA’ alle VITTIME dei MALTRATTAMENTI che si terrà MARTEDI’ 13 FEBBRAIO ORE 14 presso il Tribunale di Pisa in Piazza della Repubblica

Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud

Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud
via San Lorenzo 38, 56100 Pisa

antipsichiatriapisa@inventati.org
www.artaudpisa.noblogs.org  
3357002669

articolo su Napoli Monitor: LA VICENDA STELLA MARIS e LA BANALITA’ (DEL MALE) NELLE ISTITUZIONI TOTALI

  • December 6, 2023 4:24 pm

“Banalità del male e istituzioni totali. Il processo per violenze su persone disabili a Pisa”

https://www.monitor-italia.it/banalita-del-male-e-istituzioni-totali-processo-violenze-disabili-pisa/

LA VICENDA STELLA MARIS e LA BANALITA’ (DEL MALE) NELLE ISTITUZIONI TOTALI

Presso il tribunale di Pisa si sta svolgendo il processo per i maltrattamenti avvenuti nella struttura di Montalto di Fauglia, in provincia di Pisa, gestita dalla fondazione Stella Maris. Nell’estate del 2016, in seguito alla denuncia dei genitori di un giovane ospite, la struttura è stata posta sotto controllo con l’installazione di microcamere. Dopo tre mesi di intercettazioni la procura di Pisa ha configurato l’ipotesi di reato per maltrattamenti basandosi sui materiali video accumulati.
I genitori, i tutori e altri testimoni già ascoltati dal tribunale hanno riportato le violenze subite dai ragazzi di Montalto e documentate dalle videoregistrazioni: 284 episodi in meno di tre mesi , una violenza – quindi – non occasionale ma strutturale. L’Istituto scientifico – Ospedale specializzato – Centro di assistenza Stella Maris si occupa di assistenza e cura dei disturbi e delle disabilità dell’infanzia e dell’adolescenza. Di fatto è un’istituzione privata convenzionata con il pubblico, gestita dalla Curia di San Miniato e finanziata con soldi pubblici (milioni di euro l’anno) dalla Regione Toscana, che nonostante la gravità degli abusi non ha ritenuto opportuno costituirsi come parte civile al processo.

Tra gli ospiti della struttura di Montalto di Fauglia ricordiamo Mattia, morto nel 2018 per soffocamento in seguito al blocco della glottide dovuto alla somministrazione prolungata ed eccessiva di psicofarmaci. I continui cambi di terapia avevano comportato disfunzionalità e rischi al momento dei pasti di cui la famiglia non è mai stata informata. Per questa vicenda è in corso un altro procedimento penale e il processo in primo grado non ha individuato alcuna responsabilità da parte dei medici e della struttura.

Il processo per maltrattamenti sta andando avanti da più di cinque anni con estrema lentezza: le udienze sono troppo diradate se si considera l’elevatissimo numero di persone invitate a testimoniare. Si tratta, infatti, del più grande processo per violenze su persone con disabilità in Italia. Al momento gli imputati sono 15. Tra essi figurano anche le due dottoresse che gestivano la struttura e il Direttore sanitario della Stella Maris. Due imputati sono usciti di scena: un operatore che ha patteggiato la pena e il Direttore generale Roberto Cutajar che, avendo scelto il rito abbreviato, è stato condannato a 2 anni e 8 mesi di reclusione e poi è stato assolto nel processo d’appello.

Come ha scritto nella sua relazione il consulente tecnico, professor Alfredo Verde, chiamato a relazionare sui fatti avvenuti: “Leggendo gli atti del presente procedimento abbiamo rinvenuto sicuramente la menzione di una lunga tradizione di abuso e violenza da parte degli operatori, radicata negli anni, e in parte tollerata, in parte ignorata della direzione delle strutture”. E ancora: “Una violenza così evidente richiama la possibilità di ipotizzare che altre violenze si siano verificate in contesti meno pubblici”. “In queste situazioni si sviluppano degenerazioni in cui la violenza e la sopraffazione divengono gli strumenti usati ogni giorno, e l’istituzione perde le sue caratteristiche terapeutiche per divenire un luogo meramente coercitivo e afflittivo”.

La relazione tecnica afferma inoltre che “il comportamento degli operatori è apparso tipico delle istituzioni totali in cui non solo gli ospiti vengono puniti, ma la punizione viene anche irrogata in una situazione di estrema visibilità (come per esempio il refettorio), in cui gli ospiti assistono silenziosi e acquiescenti al trattamento subito dai compagni: una sorta di teatro”. Afferma ancora il professor Verde: “Il pensiero istituzionale presuppone, implica e giustifica la violenza, che può essere manifesta o anche solo accennata, assumendo quindi anche una funzione simbolica”.

Dal punto di vista della relazione tecnica, quello che è successo nella struttura gestita dalla Stella Maris diventa allora emblematico dei dispositivi coercitivi e degradanti insiti in questa tipologia di strutture, dove frequentemente le persone, ridotte a oggetti, diventano il bersaglio di violenze e sopraffazioni quotidiane. Luoghi dove la contenzione fisica e farmacologica è spesso consuetudine e dove le prepotenze sono ordinarie e strutturali.

Riteniamo sia importante non spegnere i riflettori su una violenza così estesa, capillare, non episodica, accettata e sostenuta quotidianamente dal silenzio di moltissimi “professionisti”, tecnici e operatori, assistenti ed educatori. Ci piacerebbe partire da qui, dal sistema di omertà che sorregge questi abusi. In nessun caso la carenza di personale e di strutture p giustificare il ricorso a pratiche violente e coercitive. Anche le argomentazioni dei “motivi di sicurezza”, dello “stato di necessità” o delle “persone aggressive”, a cui sovente si fa appello nei reparti o nelle strutture, devono essere respinte poiché fondate sul pregiudizio ancora diffuso della potenziale pericolosità della “pazzia”. Molti ritengono, per atteggiamento culturale o per formazione, che sia giustificabile sottoporre persone diagnosticate come malate mentali a mezzi coercitivi, che sia nell’ordine delle cose e corrisponda al loro stesso benessere, senza chiedere mai cosa ne pensino i diretti interessati.

Il problema dunque è superare il modello di internamento, è non riproporre gli stessi meccanismi e gli stessi dispositivi manicomiali. Nel momento in cui riproduci le stesse pratiche (l’isolamento, la contenzione meccanica e farmacologica, l’obbligo di cura), la logica dell’istituzione totale si riproduce e si diffonde fino ai reparti, alle strutture e alle residenze sanitarie come quella di Montalto di Fauglia: se c’è l’idea della persona come soggetto pericoloso che va isolato, dovunque lo sistemi sarà sempre un manicomio. Un concreto percorso di superamento delle istituzioni totali passa necessariamente da uno sviluppo di una cultura non segregazionista, largamente diffusa, capace di praticare principi di libertà, di solidarietà e di valorizzazione delle differenze umane, contrapposti ai metodi repressivi e omologanti della psichiatria.

Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud

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COMUNICATO per il PRESIDIO del 5/12 durante l’udienza al PROCESSO per i MALTRATTAMENTI AVVENUTI alla Stella Maris

  • November 27, 2023 4:20 pm

VERITA’ SUGLI ABUSI ALLA STELLA MARIS, SOLIDARIETA’ ALLE VITTIME DEI MALTRATTAMENTI !
Il 5 dicembre 2023 alle ore 14 saremo ancora una volta davanti al Tribunale di Pisa dove si terrà una nuova udienza per i maltrattamenti avvenuti nella struttura di Montalto di Fauglia gestita dalla Fondazione STELLA MARIS. In questa ulteriore udienza dovrebbero venire sentiti altri imputati.

Nell’estate del 2016, in seguito alla denuncia dei genitori di un giovane ospite, la struttura è stata posta sotto controllo con l’installazione di microcamere e, dopo tre mesi di intercettazioni, la Procura di Pisa, avendo prove evidenti (segnalate anche da alcune lettere anonime di dipendenti che denunciavano abusi e insabbiamenti di prove), ha configurato l’ipotesi di reato per maltrattamenti.
Tra gli ospiti della struttura, ricordiamo Mattia, morto successivamente nel 2018 per soffocamento, in seguito al blocco della glottide dovuto a un prolungato e eccessivo uso di psicofarmaci. I continui cambi di terapia avevano comportato disfunzionalità e rischi al momento dei pasti di cui la famiglia non è mai stata informata. Per questa vicenda è in corso un altro procedimento penale, il processo in primo grado si è chiuso con nessuna responsabilità da parte dei medici e della struttura.

Il processo per maltrattamenti sta andando avanti da più di 5 anni con estrema lentezza: le udienze sono troppo diradate se si considera l’elevatissimo numero di persone invitate a testimoniare. Si tratta, infatti, del più grande processo sulla disabilità in Italia che nel periodo della pandemia (caso unico nella storia della giustizia pisana) è stato ospitato nel Palazzo dei Congressi di Pisa.

Al momento gli imputati sono 15, tra essi le due dottoresse che gestivano la struttura e il Direttore Sanitario della Stella Maris. Due imputati sono usciti di scena: un operatore che ha patteggiato la pena e il Direttore generale Roberto Cutajar che, avendo scelto il rito abbreviato, è stato condannato a 2 anni e 8 mesi di reclusione, poi è stato assolto nel processo d’appello.

I genitori e i tutori e altri testimoni già ascoltati hanno riportato le violenze subite dai ragazzi di Montalto e documentate dalle videoregistrazioni che testimoniano 208 episodi di violenza in meno di quattro mesi, una violenza –quindi- non episodica ma strutturale.
Come ha scritto nella sua relazione il Consulente Tecnico, Professor Alfredo Verde, chiamato a relazionare sui fatti avvenuti: “Leggendo gli atti del presente procedimento abbiamo rinvenuto sicuramente la menzione di una lunga tradizione di abuso e violenza da parte degli operatori, radicata negli anni, e in parte tollerata, in parte ignorata della direzione delle strutture”. Ed ancora: “In queste situazioni si sviluppano degenerazioni in cui la violenza e la sopraffazione divengono gli strumenti usati ogni giorno, e l’istituzione perde le sue caratteristiche terapeutiche per divenire un luogo meramente coercitivo e afflittivo. Il comportamento degli operatori è apparso tipico delle istituzioni totali.
Per questi motivi e per ricordare tutte le vittime degli abusi psichiatrici che ancora vengono perpetrati ai danni di persone private della libertà personale ancora oggi tramite i Trattamenti Sanitari Obbligatori, non in grado di difendersi da sole, riteniamo che sia opportuno che l’opinione pubblica segua con attenzione le vicende di questo processo. Invitiamo tutti e tutte a partecipare al
PRESIDIO in SOLIDARIETA’ alle VITTIME dei MALTRATTAMENTI
MARTEDI’
5 DICEMBRE ORE 14 presso il Tribunale di Pisa in Piazza della Repubblica

Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud

Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud
via San Lorenzo 38, 56100 Pisa
antipsichiatriapisa@inventati.org
www.artaudpisa.noblogs.org 3357002669