Taser

info sull’uso del Taser

OPUSCOLO sul TASER

  • June 2, 2019 9:58 pm

Taser: arma ad impulsi elettrici. Storia, introduzione in italia, autodifesa

link per scaricare opuscolo sul  Taser:

“TASER. Arma a impulsi elettrici Storia, introduzione in Italia, autodifesa.”
Marzo 2019

Per condividere esperienze, riflessioni, critiche:
taser@riseup.net

LINK intervista a radio BlackOut sull’uso del Taser in psichiatria

  • May 28, 2019 5:24 pm

sotto il link per sentire l’intervista fatta a radio BlackOut, come collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud, sul Taser utilizzato contro un uomo ricoverato nel reparto di psichiatria dell’ospedale Santa Maria Annunziata di Firenze il 12 maggio scorso.

Bello Come una Prigione Che Brucia [20 maggio 2019]

Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud-Pisa
antipsichiatriapisa@inventati.org
www.artaudpisa.noblogs.org 335 7002669 Via San Lorenzo 38 56100 Pisa

STOP ELETTROSHOCK! STOP TASER!

  • May 27, 2019 6:50 pm

STOP ELETTROSHOCK! STOP TASER!

L’elettroshock oggi viene chiamato TEC (terapia elettroconvulsiva) ma rimane la stessa tecnica inventata nel 1938 da Cerletti e Bini. Si tratta di corrente elettrica che passando dalla testa e attraversando il cervello produce una convulsione generalizzata. Migliorandone le garanzie burocratiche, così come introducendo alcune modifiche nel trattamento, vedi anestesia totale e farmaci miorilassanti , non si cambia la sostanza della TEC.

A più di ottanta anni dalla sua invenzione, possiamo affermare che l’elettroshock è l’unico trattamento, che prevede come cura una grave crisi organica dei soggetti indotta a tale scopo, mai dichiarato obsoleto.

Perché questo trattamento medico – che per stessa ammissione di molti psichiatri che lo hanno applicato e che continuano ad applicarlo – utilizzato in passato come metodo di annichilimento dell’umano, come strumento di tortura, come mezzo repressivo contro la disobbedienza, non viene dichiarato superato dalla storia e dalla scienza?

È sufficiente praticare un’anestesia totale per rendere più umana e dignitosa la sua applicazione?

Basta chiamarla terapia per renderla legittima?

Possono dei benefici temporanei, che per avere effetto devono comunque essere accompagnati dall’assunzione di psicofarmaci, essere un valido motivo per usare questo trattamento?

Si possono ignorare gli effetti negativi dell’elettroshock?

In Italia, sul finire degli anni novanta, i presidi sanitari dove era possibile praticare l’elettroshock erano nove – sei pubblici e tre privati. Venne presentata una campagna, “Sdoganare l’elettroshock”, dai più illustri psichiatri organicisti aderenti all’AITEC (Associazione Italiana Terapie Elettroconvulsive), che principalmente chiedeva due cose: un aumento dei presidi autorizzati tale che si potesse coprire la richiesta di una struttura ogni milione di abitanti e la promozione di iniziative culturali tese ad una rivalutazione di quella che era la percezione pubblica dell’elettroshock. Fu così che gli apparati politici italiani intervennero in materia predisponendo, per la prima volta, un percorso teorico e normativo che identificasse delle linee guida condivise tra apparati istituzionali pubblici e privati e le richieste della psichiatria.

In Italia, e non solo, negli ultimi anni si tende a incentivare l’utilizzo delle terapie elettroconvulsive, non solo come estrema ratio ma anche come prima scelta. Per esempio nel trattamento delle depressioni femminili entro i primi tre mesi di gravidanza, poiché ritenuto meno pericoloso degli psicofarmaci nei primi periodi di gestazione umana. Anche per quanto riguarda ipotetici problemi di depressione post partum la TEC viene addirittura pro-posta quale terapia adeguata e meno invasiva per le neo mamme rispetto agli psicofarmaci o ad un Trattamento Sanitario Obbligatorio.

 

Nel 2011 le strutture ospedaliere coinvolte, cioè quelle che hanno eseguito almeno una TEC in un anno, erano 91. Nel triennio che va dal 2008 al 2010, 1.406 persone sono state sottoposte a elettroshock. La maggioranza dei trattamenti riguarda le donne, 821 contro 585 uomini, e la fascia d’età va in media dai 40 ai 47 anni. Nel 2008 i pazienti over 75 che hanno subito la TEC erano 21, l’anno dopo 39.

Oggi i centri clinici dove si fa l’elettroshock sono 16 e i pazienti all’incirca 300 l’anno.

I meccanismi di azione della TEC non sono noti. Per la psichiatria «rimane irrisolto il problema di come la convulsione cerebrale provochi le modificazioni psichiche» e «non è chiaro quali e in che modo queste modificazioni (dei neurotrasmettitori e dei meccanismi recettoriali) siano correlate all’effetto terapeutico» (G. B. Cassano, Manuale di Psichiatria). Ma per chi subisce tale trattamento la perdita di memoria e i danni cerebrali sono ben evidenti e possono essere rilevati attraverso autopsie e variazioni elettroencefalografiche anche dopo dieci o venti anni dallo shock.

Ciò che resta di certo, quindi, è la brutalità, la totale mancanza di validità scientifica e l’assenza di un valore terapeutico comprovato.

Oggi l’uso dell’elettricità torna di moda e aumenta, infatti anche in Italia sono in dotazione alle forze dell’ordine le pistole elettriche. Dal 5 settembre 2018 in Italia il Thomas A. Swift’s Electronic Rifle ( TASER ) è in fase di sperimentazione in dodici città italiane. La pistola elettrica è stata usata la prima volta il 12 settembre 2018 a Firenze dai carabinieri per fermare un giovane musicista turco di 24 anni disarmato in stato di agitazione. Il ragazzo, in seguito al fermo, è stato ricoverato in TSO (Trattamento Sanitario Obbligatorio) presso il reparto di psichiatria dell’Ospedale S. Maria Nuova di Firenze.

Il Taser è considerato un dispositivo utile a garantire la sicurezza degli agenti. L’arma spara due dardi collegati alla pistola da cavi sottili. Quando il dardo colpisce il bersaglio, una scarica di corrente elettrica a impulsi provoca una paralisi neuromuscolare che concede agli agenti alcuni secondi per immobilizzare il soggetto. Le pistole in dotazione ai carabinieri non hanno bisogno di essere ricaricate e quindi possono sparare due colpi, ossia quatto dardi. La dotazione del Taser viene giustificata dalla non mortalità dell’arma, nonostante venga considerata dall’ONU uno strumento di tortura. Il Ministro dell’Interno Salvini, nel DDL Sicurezza ha inserito l’estensione dell’arma anche ai vigili urbani e alla Polizia ferroviaria oltre che alle altre forze di Polizia. Nella ricerca “Shock tactics” della Reuters, su 1005 casi di morte legati all’uso del Taser, ben 257 vengono ricondotti all’uso dell’arma su soggetti con “disturbi psichiatrici e malattie mentali”; mentre in 153 casi il Taser è indicato come causa o come fattore che ha contribuito alla morte.

Il fatto che il primo uso della pistola elettrica in Italia sia stato su una persona in stato di agitazione è perfettamente in linea con le intenzioni dell’azienda produttrice dell’arma, Taser International, ora AXON, che già nel 2004 riteneva la pistola elettrica “lo strumento più adatto a gestire persone emotivamente disturbate”. Ci preoccupa e allarma molto il fatto che si cominci ad usare il Taser su persone in difficoltà, in stato di agitazione o di crisi, per poi ricoverarle nei reparti psichiatrici. Ad oggi il TSO è un metodo coercitivo che obbliga il soggetto ad un trattamento farmacologico(e anche contenitivo) pesante e sradica la persona dal proprio ambiente sociale, rinchiudendola in un reparto psichiatrico, ignorando la complessità delle relazioni umane e sociali.

Infine ci teniamo a ribadire che nonostante le vesti moderne l’elettroshock rimane una terapia invasiva, una violenza, un attacco all’integrità psicologica e culturale di chi lo subisce. Insieme ad altre pratiche psichiatriche come il TSO, l’elettroshock è un esempio, se non l’icona, della coercizione e dell’arbitrio esercitato dalla psichiatria. Il percorso di superamento dell’elettroshock e di tutte le pratiche non terapeutiche deve essere portato avanti e difeso in tutti i servizi psichiatrici, in tutti i luoghi e gli spazi di cultura e formazione dove il soggetto principale è una persona, che insieme ai suoi cari, soffre una fragilità.

COLLETTIVO ANTIPSICHIATRICO ANTONIN ARTAUD – PISA antipsichiatriapisa@inventati.org

COLLETTIVO ANTIPSICHIATRICO SENZANUMERO – ROMA senzanumero@autistici.org

LINK intervista a radio Wombat al collettivo Artaud su Taser, Elettroshock, Rems ecc…

  • May 21, 2019 3:49 pm

https://wombat.noblogs.org/2019/05/21/stampa-rassegnata-066-13-19mag/

QUESTO è il link per sentire l’intervista fatta a Radio Wombat, come collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud, su:

-Taser: un’altra vittima. Ancora scariche elettriche su un utente psichiatrico;

– l’Elettroshock;

– gli Abusi e Soprusi della coercizione e le Rems;

– Canapisa

Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud-Pisa antipsichiatriapisa@inventati.org
www.artaudpisa.noblogs.org 335 7002669 Via San Lorenzo 38 56100 Pisa

NO ALL’USO DEL TASER NEI REPARTI PSICHIATRICI !! NO AL TASER!  NO AI TSO CON LE SCOSSE ELETTRICHE!!!

  • May 15, 2019 8:48 am

NO ALL’USO DEL TASER NEI REPARTI PSICHIATRICI!

NO AL TASER!  NO AI TSO CON LE SCOSSE ELETTRICHE!!!

A Firenze nel reparto di psichiatria dell’ospedale Santa Maria Annunziata è stato utilizzato il Taser per sedare un uomo per poi ricoverarlo in TSO (Trattamento Sanitario Obbligatorio). L’utilizzo della pistola elettrica è stato effettuato dai carabinieri, infatti, una pattuglia è intervenuta  nell’ospedale poiché era stato segnalato un soggetto in forte stato di agitazione.

Ci chiediamo come è sia stato possibile ricorrere all’utilizzo del Taser in un reparto psichiatrico.

È il secondo utilizzo a Firenze, a due persone già conosciute dai servizi psichiatrici.

Infatti, la  pistola elettrica è stata usata la prima volta in Italia il 12 settembre 2018 sempre a Firenze e sempre dai carabinieri per fermare un giovane musicista turco di 24 anni disarmato in stato di agitazione. Il ragazzo, in seguito al fermo, è stato ricoverato in TSO presso il reparto di psichiatria dell’Ospedale S. Maria Nuova.

Quando non arriveranno il medico o l’infermiere a contenere arriveranno i Taser?

Il fatto che l’uso della pistola elettrica in Italia venga fatto su più di una persona in stato di agitazione è perfettamente in linea con le intenzioni dell’azienda produttrice dell’arma, Taser International, ora AXON, che già nel 2004 riteneva la pistola elettrica “lo strumento più adatto a gestire persone emotivamente disturbate”.

Il Taser è considerato un dispositivo utile a garantire la sicurezza degli agenti. L’arma spara due dardi collegati alla pistola da cavi sottili. Quando il dardo colpisce il bersaglio, una scarica di corrente elettrica a impulsi provoca una paralisi neuromuscolare che concede agli agenti alcuni secondi per immobilizzare il soggetto. La pistola può anche essere premuta contro il corpo, causando dolore intenso. Le pistole in dotazione ai carabinieri non hanno bisogno di essere ricaricate e quindi possono sparare due colpi, ossia quatto dardi.

Dal 5 settembre 2018 in Italia il Taser è in fase di sperimentazione in dodici città italiane. La dotazione del Taser viene giustificata dalla non mortalità dell’arma, nonostante venga considerata dall’ONU uno strumento di tortura. Il Governo Italiano per mantenere la sicurezza dei cittadini, piuttosto che ridurre i casi di applicazione della violenza, preferisce dare alle forze dell’ordine la possibilità di sparare di più facendo meno vittime. Il Ministro dell’Interno Salvini, nel DDL Sicurezza ha inserito l’estensione dell’arma anche ai vigili urbani e alla Polizia ferroviaria oltre che alle altre forze di Polizia.

Nella ricerca “Shock tactics” della Reuters, su 1005 casi di morte legati all’uso del Taser, ben 257 vengono ricondotti all’uso dell’arma su soggetti con “disturbi psichiatrici e malattie mentali”; mentre in 153 casi il Taser è indicato come causa o come fattore che ha contribuito alla morte.

Ci preoccupa e allarma molto il fatto che si cominci ad usare il Taser su persone in difficoltà,  in stato di agitazione o di crisi, per poi ricoverarle nei reparti psichiatrici. Ad oggi il TSO è un metodo coercitivo che obbliga il soggetto ad un trattamento farmacologico pesante e sradica la persona dal proprio ambiente sociale, rinchiudendola in un reparto psichiatrico, ignorando la complessità delle relazioni umane e sociali e molto spesso ledendone i diritti.

Noi ci opponiamo a tutto ciò! Il superamento delle crisi individuali passa attraverso un percorso comunitario e non attraverso l’utilizzo di metodi repressivi e/o coercitivi che risultano dannosi alla dignità dell’individuo. Ci chiediamo perché non venga attribuito alla rete sociale il giusto valore.

 

Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud – antipsichiatriapisa@inventati.org artaudpisa.noblogs.org  335 7002669 via San Lorenzo 38 56100 Pisa

NO AL TASER! NO AI TSO CON LE SCOSSE ELETTRICHE!!!

  • December 3, 2018 4:37 pm

NO AL TASER!  NO AI TSO CON LE SCOSSE ELETTRICHE!!!

Dal 5 settembre 2018 in Italia il Thomas A. Swift’s Electronic Rifle ( TASER ) è in fase di sperimentazione in dodici città italiane: Milano, Torino, Padova, Reggio Emilia, Bologna, Genova, Firenze, Napoli, Caserta, Catania, Palermo e Brindisi.

La  pistola elettrica è stata usata la prima volta il 12 settembre a Firenze dai carabinieri per fermare un giovane musicista turco di 24 anni disarmato in stato di agitazione. Il ragazzo, in seguito al fermo, è stato ricoverato in TSO (Trattamento Sanitario Obbligatorio) presso il reparto di psichiatria dell’Ospedale S. Maria Nuova di Firenze.

Il Taser è considerato un dispositivo utile a garantire la sicurezza degli agenti. L’arma spara due dardi collegati alla pistola da cavi sottili. Quando il dardo colpisce il bersaglio, una scarica di corrente elettrica a impulsi provoca una paralisi neuromuscolare che concede agli agenti alcuni secondi per immobilizzare il soggetto. La pistola può anche essere premuta contro il corpo, causando dolore intenso. Le pistole in dotazione ai carabinieri non hanno bisogno di essere ricaricate e quindi possono sparare due colpi, ossia quatto dardi.

La dotazione del Taser viene giustificata dalla non mortalità dell’arma, nonostante venga considerata dall’ONU uno strumento di tortura. Il Governo Italiano per mantenere la sicurezza dei cittadini, piuttosto che ridurre i casi di applicazione della violenza, preferisce dare alle forze dell’ordine la possibilità di sparare di più facendo meno vittime. Il Ministro dell’Interno Salvini, nel DDL Sicurezza ha inserito l’estensione dell’arma anche ai vigili urbani e alla Polizia ferroviaria oltre che alle altre forze di Polizia.

Nella ricerca “Shock tactics” della Reuters, su 1005 casi di morte legati all’uso del Taser, ben 257 vengono ricondotti all’uso dell’arma su soggetti con “disturbi psichiatrici e malattie mentali”; mentre in 153 casi il Taser è indicato come causa o come fattore che ha contribuito alla morte.

Il fatto che il primo uso della pistola elettrica in Italia sia stato su una persona in stato di agitazione è perfettamente in linea con le intenzioni dell’azienda produttrice dell’arma, Taser International, ora AXON, che già nel 2004 riteneva la pistola elettrica “lo strumento più adatto a gestire persone emotivamente disturbate”.

Ci preoccupa e allarma molto il fatto che si cominci ad usare il Taser su persone in difficoltà,  in stato di agitazione o di crisi, per poi ricoverarle nei reparti psichiatrici. Ad oggi il TSO è un metodo coercitivo che obbliga il soggetto ad un trattamento farmacologico pesante e sradica la persona dal proprio ambiente sociale, rinchiudendola in un reparto psichiatrico, ignorando la complessità delle relazioni umane e sociali e molto spesso ledendone i diritti.

Noi ci opponiamo a tutto ciò! Il superamento delle crisi individuali passa attraverso un percorso comunitario e non attraverso l’utilizzo di metodi repressivi e/o coercitivi che risultano dannosi alla dignità dell’individuo. Ci chiediamo perché non viene attribuito alla rete sociale il giusto valore.

 

 Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud

 antipsichiatriapisa@inventati.org artaudpisa.noblogs.org 

335 7002669 via San Lorenzo 38 56100 Pisa