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Socialmente pericolose sono le ingiuste detenzioni!

  • February 28, 2014 12:05 pm

Mercoledì 19 febbraio un ragazzo di 20 anni, Manuel, è stato condotto dai carabinieri di Viareggio, contro la sua volontà e quella della sua famiglia, presso una struttura psichiatrica di Aulla, dove sarà tenuto in custodia per un periodo di tempo non ancora definito.

La famiglia di Manuel ha richiesto auto al Collettivo Antonin Artaud.

A Manuel è stata diagnosticata l’iperattività all’età di 6 anni. Era il 2001, anno in cui in Italia la Commissione Unica per il Farmaco, rilevata un’elevata incidenza dell’ADHD nei bambini italiani, delibera la reintroduzione del Ritalin, dopo aver invitato la Novartis ad occuparsi della sua commercializzazione.

Da allora e negli anni a seguire vengono somministrati a Manuel vari tipi di farmaci tra cui prima il Risperdal, poi il Seroquel e a seguire vari neurolettici.

Dal 2007 in poi Manuel viene costretto dal Tribunale dei Minori in varie residenze psichiatriche dalle quali scappa per tornare a casa dalla sua famiglia, nonostante questa abbia sempre espresso la volontà di accoglierlo e non ha mai avuto problemi nel fornirgli cure adeguate.

La residenza in strutture residenziali, unitamente alla somministrazione di massicce quantità di farmaci a cui era obbligato, nel corso degli anni ha provocato vari problemi fisici a Manuel; solo negli ultimi 7 mesi trascorsi nell’ultima comunità residenziale dove era stato mandato ha preso 30 kg e sviluppato problemi alla vista.

Le fughe di Manuel hanno condotto ad una sentenza di pericolosità sociale nei suoi confronti e alla disposizione del suo trasferimento in una struttura che accetta pazienti con misure di sicurezza alternative all’OPG (Ospedale Psichiatrico Giudiziario). Per impedire che questo ulteriore abbuso avvenisse, martedì 18 febbraio, l’intera famiglia si è incatenata in casa per impedire che Manuel gli venisse strappato ancora una volta ed essere condotto nella struttura prescelta dal Magistrato di Sorveglianza. Il padre e la madre chiedono solo che Manuel possa restare a casa con loro in modo che possa vivere vicino ai suoi cari e che possa andare a lavorare col padre, sostenendo la falsità della pericolosità del ragazzo. La sera stessa però i carabinieri lo hanno prelevato da casa per portarlo prima nel reparto psichiatrico dell’Ospedale Versilia e poi, la mattina dopo, nella struttura psichiatrica di Aulla.

Esprimiamo piena solidarietà a Manuel e alla famiglia, che sta lottando per la sua liberazione da una detenzione ingiusta, motivata da una sentenza di pericolosità sociale altrettanto ingiusta e insensata. Chi scappa per tornare a casa non è pericoloso, vuole solo tornare da chi gli vuole bene. Una sentenza che viene dal parere tecnico delle stesse istituzioni che lo hanno prima imbottito di farmaci, sin da quando era solo un bambino e poi trasferito da una residenza psichiatrica all’altra, nonostante la famiglia potesse e fosse fermamente disposta a garantirgli le adeguate cure, è un evidente segno di come le istituzioni siano incapaci di ammettere i propri errori e incapaci di qualsiasi autocritica.

ELETTROSHOCK. La storia delle terapie elettroconvulsive e i racconti di chi le ha vissute

  • February 24, 2014 8:53 pm

elettroshock online ok

e’ on line il libro ELETTROSHOCK

  • February 24, 2014 8:46 pm

 

ELETTROSHOCK

 

LA STORIA DELLE TERAPIE ELETTROCONVULSIVE E I RACCONTI DI CHI LE HA VISSUTE

 

Questo libro scritto dal Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud propone un viaggio nella storia delle shock terapie, che precedono e accompagnano l’applicazione della corrente elettrica al cervello degli esseri umani, per provocare uno shock, ritenuto appunto “terapeutico”.

Documentiamo come l’elettroshock non sia un metodo desueto, ma come esso continui ad essere utilizzato anche in Italia, dove lo si pratica in più di novanta strutture pubbliche e private.Per sfatare il mito che le shock terapie, comprese quelle elettroconvulsive, siano barbarie di altri tempi, proponiamo le testimonianze di persone in carne ed ossa, vive e vegete, che sono state sottoposte all’elettroshock.

 

Questo lavoro vuole essere uno strumento per ampliare la riflessione e il confronto sul delicato tema dei metodi terapeutici ai quali le persone, soprattutto quelle vittime di etichette psichiatriche, vengono costrette, il più delle volte senza esserne nemmeno informate.

 

per vedere e scaricare il libro sulla destra alle categorie vai sulla pagina LIBRO

Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud