Archives for February, 2022

LINK INTERVISTA a Radio OndaRossa: La CONTENZIONE FARMACOLOGICA NELLE CARCERI: La storia di I.

  • February 24, 2022 10:36 pm

sotto il link per ascoltare l’intervista che abbiamo fatto a Radio OndaRossa sulla storia di
una giovane donna deceduta lo scorso febbraio 2021 mentre era detenuta nel reparto psichiatrico del carcere di Pozzuoli.

Contenzione farmacologica nelle carceri: la storia di I.
https://www.ondarossa.info/redazionali/2022/02/contenzione-farmacologica-nelle-carceri

Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud-Pisa
antipsichiatriapisa@inventati.org
artaudpisa.noblogs.org 335 7002669
via San Lorenzo 38 Pisa

L’ARCHIVIAZIONE della MORTE di MATTEO TENNI…

  • February 22, 2022 10:33 pm

Riceviamo e pubblichiamo il link al video con la testimonianza della madre di Matteo Tenni e il comunicato contro l’archiviazione dell’indagine sull’uccisione di Matteo.

https://youtu.be/faPIAC-WzD4

Non si può vivere così
Mi è stato chiesto di scrivere qualcosa sull’archiviazione dell’assassinio di Matteo. Non mi
sottraggo, e colgo l’occasione per salutarvi e abbracciarvi tutti.
Quante volte abbiamo portato in strada lo striscione che abbiamo fatto nel 2009 dopo la morte
di Stefano Frapporti? “Non si può morire così”, abbiamo detto e urlato in tutti questi anni. Lo
abbiamo fatto per Aldo Bianzino, per Federico Rasman, per Federico Aldrovandi, per Stefano
Cucchi e tanti, troppi altri ammazzati dalla polizia e dai carabinieri. Lo abbiamo fatto per
Minichino, bollito vivo mentre lavorava a cinquanta gradi di temperatura a una pressa della
Marangoni. Lo abbiamo fatto per Abdelsalem, travolto durante un picchetto operaio a
Piacenza. E da mesi lo si ripete per Matteo Tenni. Ma potremmo aggiungere il giovane
Lorenzo, ucciso da un’alternanza-lavoro che organizza lo sfruttamento dei ragazzi da parte delle
aziende. E potremmo aggiungere i morti per il crollo del ponte Morandi e i rivoltosi assassinati
in carcere nel marzo del 2020. Così come potremmo parlare della lunga strage nel
Mediterraneo, o nei lager libici generosamente finanziati dal governo italiano, o di quella
quotidiana carneficina che è la Ripresa voluta dal governo Draghi e da Confindustria: non è
forse per spremere di più i lavoratori e fare profitti più in fretta che si tolgono i freni alle
macchine tessili, si saltano le manutenzioni delle funivie o si costringe a lavorare 10-12 ore al
giorno nei cantieri edili al fine di aumentare gli appalti grazie al Super Bonus? O vogliamo
parlare degli anziani morti da soli nelle case di riposo? O dei tanti deceduti per Covid che una
medicina del territorio non disattivata dai tagli decennali e non ostacolata dalle circolari
ministeriali avrebbe potuto curare a casa?
Insomma, per noi e la nostra gente è sempre più facile morire così. E lasciamo ad altri l’ipocrisia
di scandalizzarsi se un giudice assolve preliminarmente un carabiniere assassino. Dirò solo che
se il secondo ha la falsa scusa dell’agitazione del momento, il primo, che con calma e nel suo
comodo ufficio decide di uccidere Matteo una seconda volta, mi fa ancora più schifo.
E non vi dirò parole di giustizia. Perché non ce ne sono. L’unico sentimento profondamente
umano, per me, è la vendetta per questa lista infinita dei nostri morti.
No, non si può morire così. Ma così, mi chiedo e vi chiedo, si può forse vivere?
Si può vivere in una società in cui vale solo il profitto, una società che ci sta portando dritti
verso la guerra? Si può accettare la tragica farsa di governanti e tecnocrati – distruttori seriali
dell’umano, del suo ambiente e del suo benessere – che impongono le più assurde restrizioni e
discriminazioni in nome della cosiddetta salute pubblica? Si può accettare di esibire un codice
digitale per poter esistere?
Non farò il favore di dire, a qualche distratto passante, che dovrebbe preoccuparsi delle vite degli
altri. Sono la mia, la vostra e la sua di vita ad essere già un’appendice delle macchine, il timbro
su una scheda, l’ingiunzione di un algoritmo. I carabinieri e i giudici hanno proprio lo scopo di
controllare il recinto in cui ci stanno chiudendo – dentro il quale ci è concesso un modo sempre
più uniforme di pensare, di parlare, di agire, di curarsi, di incontrarsi. Il “distanziamento
sociale” – ognuno nella sua bolla, impotente e concorrente degli altri – non è un mezzo: è
l’obiettivo. Il punto, allora, non è come moriremo. Ma come stiamo vivendo.

Rovereto, 18 febbraio 2022

dalla Trasmissione radio MEZZ’ORA D’ARIA: PER UN MONDO SENZA PSICHIATRIA, SENZA CARCERE E SENZA FRONTIERE

  • February 6, 2022 12:41 pm

Pubblichiamo il link per sentire la puntata andata in onda sabato 22 gennaio su Mezz’ora d’aria, trasmissione radio anticarceraria bolognese sulle frequenze di Radio Città Fujiko, una puntata per parlare di carcere femminile, infanzia reclusa e psichiatria.

https://brughiere.noblogs.org/post/2022/01/19/per-un-mondo-senza-psichiatria-senza-carcere-e-senza-frontiere/Il podcast della puntata si trova anche sul sul sito della trasmissione https://www.autistici.org/mezzoradaria/

PER UN MONDO SENZA PSICHIATRIA, SENZA CARCERE E SENZA FRONTIERE

A luglio del 2021 è stata aperta una sezione ‘nido’ al femminile della Dozza proprio accanto alla sezione psichiatrica – la cosi detta ‘sezione articolazione salute mentale’, l’unica femminile in Emilia Romagna. Il carcere che annienta gli adulti si è organizzato per l’infanzia: un nido dietro le sbarre accanto al repartino psichiatrico, due dispositivi che insieme esprimono tutta la ferocia del sistema carcerario.