GIU’ LE MANI DAI NOSTRI CORPI E DALLE NOSTRE MENTI!

  • May 29, 2009 6:10 pm

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Sabato 30 maggio CANAPISA

Ore 17 street parade piazza s.antonio pisa

Dalle Ore 21 banchino con materiale informativo all’ EXPO
in zona chillout

 

Come collettivo antipsichiatrico contrastiamo la logica
proibizionista che alimenta la medicalizzazione di massa e favorisce
l’espandersi della psichiatria, motivo per cui anche quest’anno partecipiamo alla
street parade antiproibizionista Canapisa, dedicata all’autodeterminazione e al
controllo sociale.

L’istituzione psichiatrica è uno dei principali strumenti
che il sistema usa per ostacolare l’autodeterminazione degli individui, per
arginare qualsiasi critica sociale e normalizzare quei comportamenti ritenuti
“pericolosi” poiché non conformi al mantenimento dello status quo, intervenendo
nel complesso ambito del disagio.

Assistiamo oggi ad una sistematica diffusione del
disagio, le cui cause vanno ricercate nella società in cui viviamo e nello
stile di vita che ci viene imposto e non a disturbi biochimici della mente. La
logica psichiatrica sminuisce invece le nostre sofferenze, riducendo le
reazioni dell’individuo al carico di stress cui si trova sottoposto a sintomi
di malattia e medicalizzando gli eventi naturali della vita. Poiché la risposta
psichiatrica è sempre la stessa per tutte le situazioni – diagnosi-etichetta e
cura farmacologia – crediamo che rivendicare il diritto all’autodeterminazione
in ambito psichiatrico significhi “riappropriarsi” del disagio e della
molteplicità di maniere per affrontarlo elaborandolo in maniera autonoma.

Il principio di manicomialità, su cui ancora oggi –
nonostante la tanto decantata chiusura dei manicomi – si basa l’istituzione
psichiatrica, comporta la negazione della libertà individuale: nel momento in
cui arbitrariamente si etichetta una persona come “malato mentale”, la si
annulla e si stabilisce che non è più in grado di decidere per sé
. Una
volta che la persona viene presa in carico, la psichiatria esercita su di essa
tutti i suoi dispositivi e le sue pratiche repressive e mortificanti, quali
l’obbligo delle cure, i ricoveri coatti (TSO trattamenti sanitari obbligatori e
ASO accertamenti sanitari obbligatori), la contenzione fisica e farmacologica,
la mancanza di informazione sugli effetti collaterali dei farmaci e sulla fine
del trattamento terapeutico, i ricatti, la gestione e il controllo della vita,
etc. L’obbligo di cura oggi non si limita più alla reclusione in una struttura,
ma si trasforma nell’impossibilità effettiva di modificare o sospendere il
trattamento psichiatrico per la costante minaccia di ricorso al ricovero
coatto.

Oggi l’istituzione psichiatrica continua ad essere uno
strumento di esclusione e correzione, ed ha enormemente ampliato il suo bacino
d’utenza aumentando di anno in anno il numero delle “malattie mentali” da
curare, ossia dei comportamenti “devianti” da uniformare. Tra questi rientra il
consumo di sostanze psicoattive, che, se in passato era considerato un vizio,
un piacere, oggi diviene sintomo di un disagio da trattare con cure
psichiatriche, trasformando un problema sociale in una questione sanitaria.
Grazie al decreto Fini Giovanardi ed alle nuove proposte di legge in materia psichiatrica,
si è rafforzato il legame proibizionismo-psichiatria ed i consumatori di
sostanze illegali sono diventati merce per le multinazionali farmaceutiche e
per l’industria del recupero e della riabilitazione sulla base di una doppia
diagnosi che li vede “malati mentali” in quanto drogati e “drogati” a causa
della loro malattia mentale. Nonostante si dimostri proibizionista nei
confronti di chi consuma volontariamente sostanze, la psichiatria diffonde sul
mercato molecole psicoattive e somministra trattamenti farmacologici che, oltre
ad essere spacciati ipocritamente come “terapeutici”, sono spesso introdotti
coercitivamente nel corpo! Gli psicofarmaci alterano il metabolismo e le
percezioni, rallentano i percorsi cognitivi e ideativi contrastando con la
possibilità di fare scelte autonome, generano fenomeni di dipendenza ed
assuefazione del tutto pari a quelli delle sostanze illegali classificate come
droghe pesanti, dalle quali si distinguono non per le loro proprietà chimiche o
effetti ma per il fatto di essere prescritti da un medico e commercializzate in
farmacia.

Siamo qui
per contestare ancora una volta il perpetuarsi di tutte le pratiche
psichiatriche e per smascherare l’interesse economico che si cela dietro
l’invenzione di nuove malattie per promuovere la vendita di nuovi farmaci. Non
lasciamo in pace chi porta avanti da più di un secolo una guerra quotidiana
contro la libertà individuale!

Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud

antipsichiatriapisa@inventati.org
www.artaudpisa.noblogs.org
– 3357002669

Psichiatri giù le mani dalle nostre esistenze !!!

  • March 27, 2009 7:32 pm

a firenze il 4 aprile iniziative antipsichiatriche contro il WPA :

Come collettivi antipsichiatrici saremo presenti

con un banchino di controinformazione e distribuzione materiale la mattina del 4 aprile in
piazza S. Maria Novella a partire dalle ore 10 .

Nel pomeriggio saremo presenti al corteo contro la cementificazione selvaggia e
contro lo sgombero del csa nEXt-emerson

                                                           (partenza alle 15 da piazza S.Marco)

                                                              con uno spezzone antipsichiatrico 

Dall’1 al 4 aprile si terrà a Firenze un convegno internazionale di psichiatria organizzato dal WPA (World Psychiatric Association), durante il quale psichiatri, esponenti delle multinazionali del farmaco e associazioni di familiari faranno il punto della situazione sui trattamenti attualmente in uso per i cosiddetti “disturbi mentali” e pianificheranno nuovi sistemi di intervento a livello mondiale.Leggendo il programma di questo mega-congresso ci si rende subito conto di come oggi la falsa scienza psichiatrica abbia notevolmente ampliato il proprio campo d’intervento.Invadendo le nostre esistenze, sminuisce le sofferenze umane riducendole a disturbi biochimici della mente, sempre più interpretati come patologie genetiche del soggetto.Se è vero che assistiamo ad una sistematica diffusione delle disagio, è vero anche che le cause vanno ricercate nella società in cui viviamo e nello stile di vita che ci viene imposto che esige sempre più efficienza e concorrenzialità. In cambio ci viene offerta una precarietà sempre più diffusa che genera senso di inadeguatezza e ostacola prospettive di emancipazione.Come risposta a ciò abbiamo la medicalizzazione di quelli che sono gli eventi naturali della vita e di quei comportamenti non conformi agli standard sociali. Le reazioni dell’individuo al carico di stress cui si trova sottoposto vengono interpretate quali sintomi di malattia e le risposte che riceviamo sono sempre dello stesso tipo: diagnosi-etichetta e cura farmacologica.Noi tutti scontiamo il peso di questa odierna esondazione psichiatrica, che ha portato alla medicalizzazione delle nostre vite dalla crescita – attraverso malattie create ad hoc per bambini vivaci – fino alla vecchiaia, intromettendosi fin nella nostra sfera più privata laddove pretende di “curare” il nostro approccio al cibo, alla sessualità e alla sofferenza.Alcuni ambiti di ingerenza della salute mentale derivano dal passato: pensiamo alle nuove forme di “isteria femminile”, legate al ciclo mestruale, alla gravidanza, al parto e alla menopausa, come se i problemi dell’essere donna oggi fossero legati alla biologia. Altri settori di intervento sono invece più nuovi come l’inquietante psichiatrizzazione dell’infanzia e il ritorno in auge dell’etnopsichiatria.In un sistema economico e sociale basato sulla disuguaglianza e sulla discriminazione, espliciti bisogni, come quello dell’autodeterminazione, dell’integrazione, del lavoro e della casa, vengono considerati e trattati come disturbi della mente.In Italia, nonostante la tanto decantata chiusura dei manicomi, questi continuano ad esistere nei servizi psichiatrici territoriali in cui si riscontrano gli stessi meccanismi lesivi delle libertà individuali (etichettamento, esclusione, ecc) e le medesime pratiche coercitive (TSO, costrizione ai letti, farmaci come nuove camicie di forza, pratiche aberranti come l’elettroshock). Sempre pronta a pubblicizzare nuove ed inesistenti malattie allo scopo di allargare il proprio bacino d’utenza per arricchire le tasche delle multinazionali farmaceutiche, la psichiatria serve ad arginare qualsiasi critica sociale e a normalizzare quei comportamenti ritenuti “pericolosi” poiché non conformi al mantenimento dello status quo, al fine di estendere il controllo sociale e la possibilità di intervento normalizzante da parte delle istituzioni. 

Siamo qui per contestare ancora una volta il perpetuarsi di tutte le pratiche psichiatriche e per smascherare l’interesse economico che si cela dietro l’invenzione di nuove malattie per promuovere la vendita di nuovi farmaci.

Non lasciamo in pace chi porta avanti da più di un secolo una guerra quotidiana contro la libertà individuale!

collettivo antipsichiatrico Violetta Van Gogh – Firenze    [www.violetta.noblogs.org]
collettivo antipsichiatrico Antonin Artaud – Pisa             [www.artaudpisa.noblogs.org]

A Firenze il 4 aprile iniziative antipsichiatriche contro il WPA

  • March 24, 2009 2:47 pm

Dall’ 1 al 4 aprile 2009 a Firenze si terrà un convegno internazionale

organizzato dal WPA (World Psychiatric Association)
(il sito del WPA è
www.wpanet.org e quello con il programma è  www.wpa2009florence.org )
dove psichiatri, esponenti delle multinazionali del farmaco e associazioni dei familiari
discuteranno dei molteplici ambiti dell’intervento psichiatrico:

infanzia, donne, psichiatria genetista, tossicodipendenza, etnopsichiatria, sessualità, salute mentale e nuovi farmaci ecc…

Come collettivi antipsichiatrici saremo presenti con un banchino di controinformazione e distribuzione materiale la mattina del 4 aprile in piazza S. Maria Novella per contestare il

perpetuarsi di tutte le pratiche psichiatriche e per smascherare l’interesse economico che si cela dietro

l’invenzione di nuove malattie per promuovere la vendita di nuovi farmaci. 

Nel pomeriggio saremo presenti al corteo contro il piano strutturale e
contro lo sgombero del csa nEXt-emerson (partenza alle 15 da piazza S.Marco)
con uno spezzone antipsichiatrico.

Non lasciamo in pace chi porta avanti da più di un secolo una guerra quotidiana contro la libertà individuale!

Psichiatri giù le mani dalle nostre esistenze!!!!

Siete tutt* invitati a partecipare.

collettivo antipsichiatrico Violetta Van Gogh-Firenze
collettivo antipsichiatrico Antonin Artaud-Pisa

 

http://violetta.noblogs.org

http://artaudpisa.noblogs.org

 

ABOLIAMO L’ELETTROSHOCK !!

  • March 19, 2009 10:26 pm

  • È del 17 marzo 2009 un articolo uscito su La Repubblica in cui si mette in risalto come in merito all’applicazione della terapia elettroconvulsivante la Regione Toscana applichi «regole più severe» a tutela del paziente.

Effettivamente la Regione Toscana si è distinta, insieme ad altre, nella volontà di porre un limite all’uso della TEC. Con la legge regionale n.39 del 18 ottobre 2002 «in materia di applicazione della terapia elettroconvulsivante, la transorbitale e altri simili interventi di psicochirurgia» venivano, infatti, poste alcune restrizioni all’uso dell’elettroshock. Nell’articolo 3 commi 2 e 3 si stabiliva che la TEC può essere  praticata solo con il «consenso libero,  consapevole,  attuale  e manifesto» del paziente e che a  tale fine lo  psichiatria  deve fornire esaurienti informazioni sugli effetti  collaterali e sui  possibili metodi alternativi. Se ne sconsigliava inoltre l’utilizzo su minori, anziani oltre i sessantacinque anni  e  donne  in  stato  di gravidanza e si vietava l’uso di lobotomia prefrontale e transorbitale e di altri simili interventi di psicochirurgia. Al comma 4 si stabilivano inoltre apposite linee guida sull`utilizzo dell’elettroshock e le procedure relative al  consenso e  all`autorizzazione  adottate  dalla Giunta  regionale.La Corte Costituzionale ha abolito nel dicembre 2002 questi passaggi (commi 2 e 3 perché la Giunta Regionale non ha il diritto di dare indicazioni su singole terapie, comma 4 per illegittimità costituzionale). Rimanevano gli articoli 1 e 2 e l’articolo 4 in cui, «considerata  la non  univocità dei  dati di  letteratura e le discordanze che  caratterizzano  il  dibattito  sulla  TEC  nella comunità scientifica», si avviava una Commissione Consiliare competente a svolgere un’azione di monitoraggio, sorveglianza e valutazione.Il fatto che la Regione operi un monitoraggio sulla terapia elettroconvulsivante e sottolinei l’esigenza di un maggiore consenso informato è sicuramente apprezzabile, ma la spinosa questione dell’elettroshock rimane tutt’altro che risolta.Da anni lottiamo affinché il consenso informato, previsto legalmente in materia psichiatrica, venga effettivamente garantito al paziente – che ha il diritto di sapere gli effetti collaterali ed i rischi in cui incorre sottoponendosi a tale trattamento. Problema che si ripropone in tutti gli ambiti dell’istituzione psichiatrica, primo fra tutti quello delle terapie farmacologiche nel quale vige la più totale disinformazione. Ma soprattutto, al di là del consenso informato, rimangono la brutalità di questa tecnica, la sua totale mancanza di validità scientifica e l’assenza di un valore terapeutico comprovato. I meccanismi di azione della TEC non sono noti. Per la psichiatria «rimane irrisolto il problema di come la convulsione cerebrale provochi le modificazioni psichiche» e «non è chiaro quali e in che modo queste modificazioni (dei neurotrasmettitori e dei meccanismi recettoriali) siano correlate all’effetto terapeutico» (G. B. Cassano, Manuale di Psichiatria). Ma per chi subisce tale trattamento i danni cerebrali sono ben evidenti e possono essere rilevati attraverso autopsie e variazioni elettroencefalografiche anche dopo dieci o venti anni dallo shock.Migliorandone le garanzie burocratiche, così come introducendo alcune modifiche nel trattamento (anestesia totale e farmaci miorilassanti che impediscono le contrazioni muscolari in precedenza diffuse a tutto il corpo con la conseguente rottura di denti ed ossa) non si cambia la sostanza della TEC. L’elettroshock deve essere abolito!Ricordiamo inoltre che, al di là dei buoni propositi di alcune singole regioni, la situazione a livello nazionale verte su tutt’altre posizioni. Se nel 1996 una circolare dell’allora Ministro della Sanità R. Bindi definiva l’elettroshock «presidio terapeutico di provata efficacia», nel mese di marzo dello scorso anno usciva una petizione del Congresso Nazionale della Società Italiana di Psicopatologia, appoggiata dall’AITEC (Associazione Italiana Terapia Elettroconvulsivante) per aumentare i centri clinici autorizzati a praticare la TEC con l’obbiettivo di arrivare ad almeno un servizio per ogni milione di abitante in tutte le regioni d’Italia. È inoltre di ieri un allucinante articolo, pubblicato al corriere della sera, che pubblicizza uno studio del Policlinico di Milano in cui si paragona il cervello ad una pila: «se il cervello fosse come una pila, la depressione potrebbe essere vista come se il livello della batteria fosse basso. Perché allora non ricaricare un cervello gravemente depresso con la corrente?»Ci teniamo a ribadire che l’elettroshock è una disumana violenza e un attacco all’integrità psicologica e culturale dell’individuo che lo subisce. Insieme ad altre comuni pratiche della psichiatria come il TSO (Trattamento Sanitario Obbligatorio), la terapia elettroconvulsivante è un esempio se non l’icona della coercizione e dell’arbitrio esercitato dalla psichiatria e dalla società nei confronti di chi non vuole normalizzarsi alle sue regole.

Il collettivo antipsichiatrico Antonino Artaud-pisa

Medicalizzazione della società e controllo sociale: resoconto dell’iniziativa del 4 marzo

  • March 10, 2009 1:47 pm

Mercoledì 4 marzo è stato presentato a Pisa, nell’aula magna di Scienze Politiche, il libro “Divieto d’infanzia. Psichiatria, controllo, profitto”. L’incontro è stato organizzato dal Collettivo Antonin Artaud, dall’Associzione Aut Aut e dalla Biblioteca Franco Serantini, editrice del libro, ed ha visto la partecipazione dell’autrice Chiara Gazzola, oltre che di studenti, genitori, insegnanti, operatori e medici. Nonostante in Italia non si osservino gli eccessi e gli abusi che la psichiatria commette sui bambini in paesi come gli Stati Uniti, l’Inghilterra e l’Australia, il fenomeno della psichiatrizzazione dell’infanzia è comunque allarmante poiché in continua e ponderosa crescita: dei disagi infantili si preoccupa infatti sempre meno la pedagogia e sempre di più la psichiatria e la genetica. La medicalizzazione delle nostre vite e la psichiatrizzazione dilagante vede oggi non solo l’aumento del numero delle cosiddette “malattie” mentali, ma anche l’allargamento delle fasce d’età in cui queste si manifesterebbero. La diagnosi dell’ADHD (disturbo da decifit dell’attenzione e iperattività) ed il conseguente utilizzo del Ritalin (metilfenidato) – ossia di un’anfetamina – come  cura, rappresentano l’esempio più eclatante nonché a noi più vicino, visto che Pisa è stata una delle sei città italiane in cui nel 2002 è stato lanciato il “Progetto Prisma”, una ricerca di tipo “epidemiologica” finalizzata all’individuazione di problemi comportamentali e di un non specificato “disagio psicologico” degli studenti delle scuole elementari, medie inferiori e materne, attraverso la somministrazione di un questionario a genitori ed insegnanti. Il progetto, portato avanti dagli stessi enti che gestiscono centri specializzati in neuropsichiatria infantile, come la Stella Maris, non presentava nulla di medico-scientifico e oggettivo, come si evince dalla superficialità e disumanità del questionario – nel quale si pone l’accento sui sintomi comportamentali del “disturbo” e si ignora invece del tutto l’azione del contesto, la storia personale del bambino e la rete di relazione in cui è inserito – , ma piuttosto un approccio metodologico tipico delle strategie di marketing, come la creazione della “proiezione della necessità” e la definizione di una nicchia di mercato a cui indirizzare i trattamenti farmacologici, in previsione della reintroduzione nel nostro paese del Ritalin, che era stato ritirato dal commercio nel 1989 perché nocivo alla salute.Ma il fenomeno della psichiatrizzazione dell’infanzia, oltre ad essere palesemente legato agli interessi delle multinazionali farmaceutiche, che non badano a spese per comprare medici, istituzioni e mezzi d’informazione pur di aumentare i propri guadagni, e che dalla produzione e pubblicizzazione di psicofarmaci inducono bisogni e consumi standardizzati, ricavando strepitosi guadagni e trasformando il concetto di salute in un bene di consumo – ed il ministero della sanità in agenzia promozionale fautrice di propagande disinformative – , è dovuto alla volontà di controllo da parte del potere, poiché permette di velocizzare il processo di osservazione e normalizzazione dei nostri comportamenti e di reprimere sin dall’infanzia l’elemento di disturbo dell’ordine sociale costituito.

merc. 4 marzo presentazione del libro “divieto d’infanzia” di c.gazzola

  • February 17, 2009 6:47 pm

MERCOLEDI’ 4 MARZO 2009
 ore 18
c/o l’aula magna
della facoltà di scienze politiche
in via serafini 3 Pisa

IL COLLETTIVO ANTONIN ARTAUD
L’ASSOCIAZIONE AUT AUT
LA BIBLIOTECA FRANCO SERANTINI

     presentano

DIVIETO D’INFANZIA  ed.bfs

psichiatria,controllo, profitto

di C.Gazzola
 sarà presente l’autrice
a seguire dibattito

per info:antipsichiatriapisa@inventati.org
www.artaudpisa.noblogs.org 
Il comportamento dei bambini non sempre soddisfa le aspettative della comunità adulta. Dei disagi infantili si preoccupa sempre meno la pedagogia e sempre di più la psichiatria e la genetica. La diagnosi ADHD (sindrome da deficit dell’attenzione e iperattività) rappresenta l’esempio più eclatante. Le cure chimiche previste (come il Ritalin) interferiscono nella crescita a livello neurologico, la diagnosi considera il soggetto malato a causa di un comportamento "non idoneo" a una società sempre più omologata e omologante. Se si ritiene che l’ambito sociale e relazionale, nel quale un bambino cresce, sia poco importante e si incasella come patologia ogni comportamento che non rispecchia i canoni di presuntuosi obiettivi formativi, la soluzione verrà demandata ad esperti che si avvalgono di cure farmacologiche invasive. Così si distrugge l’infanzia, la fantasia, la libera espressività; su tutto ciò cala un sipario di silenzio che va rialzato.

Giovedì 4 dicembre, presentazione libro con l’autore: “L’ interruttore del buio”

  • December 1, 2008 2:28 pm

giov 4/12 a pisa presentazione “l’interruttore del buio” di g.saviozzi

  • November 27, 2008 6:14 pm

 

GIOVEDI’ 4 DICEMBRE
ORE 21:30

C/O associazione
culturale IMAGO

in via bovio 10 a Pisa

ASSOCIAZIONE AUT AUT

COLLETTIVO
ANTIPSICHIATRICO ANTONIN ARTAUD

presentano

"L’interruttore del
buio"

un reportage
fotografico a trent’anni dalla legge 180 sugli ex manicomi

di Giacomo Saviozzi

e inoltre

MOSTRA FOTOGRAFICA

VIDEO GIRATO
ALL’INTERNO DI EX-MANICOMI

REPARTO 14

(video-intervista a g.Antonucci sull’esperienza dell’ex-manicomio di
imola)

a seguire

incontro/dibattito
con la presenza dell’autore

 

“Ho cercato non soltanto di scoprire le forme o le
architetture dei luoghi degli ex manicomi, ma di rivelarne soprattutto i
rumori, le sensazioni, la paura, l’angoscia…Il titolo L’interruttore del buio è nato dall’idea che l’istituzione
totalizzante del manicomio ha annullato e spento, un po’ come un interruttore,
migliaia di persone.La logorante e involutiva vita del manicomio, con i suoi ritmi sempre uguali,
anonimi, amorfi e ritualizzati è una
sorta di lager dove il “malato mentale” veniva confinato lontano da tutti.Gli veniva tolta ogni forma di dignità, di contatto umano.”

per info

antipsichiatriapisa@inventati.org
www.artaudpisa.noblogs.org

gramigna@inventati.org
www.associazione-aut-aut.noblogs.org

giacomosaviozzi@libero.it
www.giacomosaviozzi.blogspot.com

imagopisa@tiscali.it
www.imagopisa.it

 

giov 4/12 a pisa presentazione “l’interruttore del buio” di g.saviozzi

  • November 27, 2008 6:14 pm

 

GIOVEDI’ 4 DICEMBRE
ORE 21:30

C/O associazione
culturale IMAGO

in via bovio 10 a Pisa

ASSOCIAZIONE AUT AUT

COLLETTIVO
ANTIPSICHIATRICO ANTONIN ARTAUD

presentano

"L’interruttore del
buio"

un reportage
fotografico a trent’anni dalla legge 180 sugli ex manicomi

di Giacomo Saviozzi

e inoltre

MOSTRA FOTOGRAFICA

VIDEO GIRATO
ALL’INTERNO DI EX-MANICOMI

REPARTO 14

(video-intervista a g.Antonucci sull’esperienza dell’ex-manicomio di
imola)

a seguire

incontro/dibattito
con la presenza dell’autore

 

“Ho cercato non soltanto di scoprire le forme o le
architetture dei luoghi degli ex manicomi, ma di rivelarne soprattutto i
rumori, le sensazioni, la paura, l’angoscia…Il titolo L’interruttore del buio è nato dall’idea che l’istituzione
totalizzante del manicomio ha annullato e spento, un po’ come un interruttore,
migliaia di persone.La logorante e involutiva vita del manicomio, con i suoi ritmi sempre uguali,
anonimi, amorfi e ritualizzati è una
sorta di lager dove il “malato mentale” veniva confinato lontano da tutti.Gli veniva tolta ogni forma di dignità, di contatto umano.”

per info

antipsichiatriapisa@inventati.org
www.artaudpisa.noblogs.org

gramigna@inventati.org
www.associazione-aut-aut.noblogs.org

giacomosaviozzi@libero.it
www.giacomosaviozzi.blogspot.com

imagopisa@tiscali.it
www.imagopisa.it

 

mer 26 a pisa presentazione di “barelle” di n.valentino

  • November 18, 2008 4:19 pm

 

Mercoledi’ 26 novembre ORE 21

C/O aula magna della facoltà di scienze politiche

in via serafini 3 a Pisa

ASSOCIAZIONE AUT AUT

COLLETTIVO ANTIPSICHIATRICO ANTONIN ARTAUD

Presentano

 “BARELLE”

I dispositivi mortificanti dell’ospedalizzazione

di N.Valentino ed.sensibili alle foglie

a seguire incontro/dibattito con la presenza dell’autore

 

Il libro illustra alcune condizioni che rendono patogena la
struttura ospedaliera, il meccanismo economico che favorisce un sistema
sanitario centrato sull’ospedalizzazione, ma soprattutto i principali
dispositivi di spersonalizzazione e disconferma della persona ricoverata,
disposta ad accettare, in ospedale, mortificazioni personali e privazioni dei
diritti che non accetterebbe in altri contesti.

 

per info:

antipsichiatriapisa@inventati.org
www.artaudpisa.blogspot.com

gramigna@inventati.org
www.associazione-aut-aut.noblogs.org