giovedì 29/10 a PISA Venerdì 30/10 a LIVORNO il collettivo Artaud presenta: CICATRICI due serate di perfomance poetica
a PISA GIOVEDI’ 29 OTTOBRE c/o Circolo Arci CARACOL in via Carlo Cattaneo 64
a LIVORNO VENERDI’ 30 OTTOBRE c/o Teatro Officina Refugio in Scali del Refugio 8 a
il Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud presenta:
CICATRICI due serate di perfomance poetica dalle ore 21
“SCEMA (Poema)” di Elisabetta Cipolli
“Scema, tenta di ripercorrere la storia, anche sonora, proprio di questa parola largamente usata, tentando di approfondire il ruolo svolto dal linguaggio nei processi di esclusione e di stigmatizzazione sociale.”
“I DUE LATI DELLA STESSA CICATRICE” di Guido Celli
In nido alla famiglia avviene la prima ferita che un figlio dovrà ricucirsi dentro, nascendosi ancora, ripetutamente, dall’utero delle proprie risorse.
ATTO I ERA SOLO UN RAGAZZO [Sensibili alle foglie, Roma 2019]Il rapporto violento fra padre e figlio. Per una pedagogia dei padri.
ATTO II MADRE MATERNO [Sensibili alle foglie, Roma 2020] Il materno indegno del figlio. Benedizione immeritata. Cosa resta della madre nel cuore avvoltoio di ciò che nasce.
Per info: antipsichiatriapisa@inventati.org
“CONVERSAZIONI CON UN RIVOLUZIONARIO. AUTOBIOGRAFIA di MAURO DAMIANI” a cura di MAURO DAMIANI e GIULIA SPALLA
CONVERSAZIONI CON UN RIVOLUZIONARIO
AUTOBIOGRAFIA DI MAURO DAMIANI di MAURO DAMIANI e GIULIA SPALLA
PREFAZIONE DEL COLLETTIVO ANTIPSICHIATRICO ANTONIN ARTAUD
EDIZIONI SENSIBILI ALLE FOGLIE
Giulia e Mauro si sono conosciuti quindici anni fa. Li ha uniti per lungo tempo un percorso dipsicoterapia e una profonda passione per la politica. Non si sono mai persi di vista e, recentemente,quando Mauro ha provato il desiderio di raccogliere la sua storia, ha trovato in Giulia la possibilitàdi realizzarlo. È iniziato un percorso durato alcuni anni, in cui i due si sono ritrovati per parlare,ascoltare, ridere, piangere e commuoversi insieme. Mauro desiderava raccontare al mondo le suesofferenze, il rapporto con lo stigma della malattia mentale, la paura, la solitudine, i fantasmi di unavita. Ma voleva parlare anche dei successi, delle amicizie, degli amori, dei percorsi di sostegnointrapresi per uscire dal dolore. E lo ha fatto senza vergogna, innamorandosi di quello che è stato,della capacità di cambiare, di quel Mauro fragile e forte al tempo stesso, che ha saputo con dolcezzae autenticità attraversare la sua vita e risollevarsi.
GIULIA SPALLA, psicoterapeuta, esperta in metodologie autobiografiche. Da alcuni anni dedica lasua professionalità alla scrittura autobiografica in svariati contesti.
MAURO DAMIANI, geometra; ha lavorato come portiere di un presidio sanitario, adesso è inpensione. Si dedica alle sue passioni: la lettura, la musica e la militanza nel movimento politico.
Il COLLETTIVO ANTIPSICHIATRICO ANTONIN ARTAUD, nato nel 2005 a Pisa, si proponecome un gruppo sociale che, costruendo occasioni di confronto e di dialogo, vuole sostenere lepersone maggiormente colpite dal pregiudizio psichiatrico. Nel 2014, per queste edizioni, hapubblicato Elettroshock.
IL REPARTO PSICHIATRICO DELL’OSPEDALE GIOVANNI XXIII DI BERGAMO DEVE ESSERE CHIUSO!
Pubblichiamo il documento dell’Associazione Dalle Ande agli Appennini
IL REPARTO PSICHIATRICO DELL’OSPEDALE GIOVANNI XXIII DI BERGAMO,DOVE ELENA CASETTO È MORTA BRUCIATA VIVA LEGATA MANI E PIEDI A UN LETTO DI CONTENZIONE,DEVE ESSERE CHIUSO!
Il reparto di psichiatria dell¹Ospedale Giovanni XXIII di Bergamo DEVE ESSERE CHIUSO!
Modulo Diffida Depot
Oggetto: revoca consenso alla somministrazione per via intramuscolare della terapia
farmacologica predisposta dal DSM di riferimento.
Il sottoscritto _______________ con la presente revoca il proprio consenso alla somministrazione per via intramuscolare del farmaco neurolettico iniziata nel mese
di presso il CIM di .
Il medesimo dichiara di non essere stato, al momento della prima accettazione della terapia, sufficientemente dotto circa gli effetti collaterali a breve e lungo termine, o comunque di non essere stato in quel momento capace di comprendere appieno quanto espostole, a causa dell’esposizione a forti dosaggi di benzodiazepine;
In seguito alla prima e seconda somministrazione del farmaco si sono manifestati indesiderabili effetti collaterali, tra i quali grave rallentamento delle capacità cognitive e confusione mentale, che non si devono strumentalmente considerare sintomi patologici ma esclusivamente effetti collaterali della terapia psichiatrica somministrata per depot.
Fa inoltre presente che la ‘comodità’ per il CIM dell’iniezione mensile, rispetto alla terapia per somministrazione orale, non giustifica l’esposizione del paziente a effetti indesiderati tanto violenti, fisicamente rischiosi e psicologicamente devastanti.
La preoccupazione,espressa ripetutamente dal personale sanitario, che la terapia non sia assunta regolarmente, non è certamente sintomo di voler creare le necessarie condizioni per costruire un rapporto di fiducia tra il paziente e il suo medico di riferimento.
Non dovrebbe essere necessario ricordare che, dall’entrata in vigore della legge 180/78, il paziente psichiatrico ha il diritto di decidere circa la propria salute, qualora non sussistano gli estremi che legittimino il ricorso al TSO, come nel mio caso in cui
non viene minimamente espresso un rifiuto della terapia farmacologica.
Il consenso, per essere valido, deve essere:
Personale: non ammessa la rappresentanza di terzi
Libero e spontaneo: deve essere frutto di una scelta non condizionata o vincolata, senza errori o
inganni, libero da coartazione, dalla dipendenza terapeutica e dalla supremazia dell’operatore
Cosciente: personalizzato, basato sulla valutazione dell’informazione, sulle possibili conseguenze
di trattamento e di non trattamento, e di alternative tra cure possibili.
Attuale: va dato ogni volta, prestazione per prestazione, prima di essa e revocato in qualsiasi
momento dall’interessato/a.
Manifesto: va acquisito con passi chiari e precisi, non è sufficiente l’assenza di dissenso o la
presenza di un consenso tacito né è ritenuto implicito nel rapporto tra medico e paziente
Richiesto: da parte del medico il quale ha il dovere di fornire tutti gli elementi necessari perchè
le caratteristiche del consenso siano tutte rispettate.
Recettizio: ha effetto nel momento in cui il medico destinatario ne viene a conoscenza.
Quanto sopra premesso la sottoscritta chiede la sostituzione del farmaco sopraddetto con il suo equivalente da somministrare per via orale. impegnandosi fin d’ora a seguire tutte le indicazioni terapeutiche propostale dal Medico Curante.
DIFFIDA
il CIM a proseguire il trattamento con depot contro la volontà qui esposta, ritenendo
il CIM ed il suo personale responsabile a tutti gli effetti giuridici di qualsiasi conseguenza, diretta o indiretta, possa derivare dalla prosecuzione del trattamento.
Distinti saluti
COMUNICAZIONE PAUSA ESTIVA
COMUNICAZIONE PAUSA ESTIVA:
Le assemblee del collettivo Artaud verranno sospese, causa pausa estiva, per due settimane. Riprenderanno martedì 25 agosto sempre alle 21:30 e sempre c/o lo Spazio Antagonista Newroz in via Garibaldi 72 a Pisa. Resta attivo il numero di telefono: 335 7002669. In questo periodo lo sportello d’ascolto aprirà solo per le emergenze previa appuntamento telefonico.
Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud-Pisa
antipsichiatriapisa@inventati.org
www.artaudpisa.noblogs.org 335 7002669 Via S. Lorenzo 38 Pisa
PER L’ABOLIZIONE DELLA CONTENZIONE ! PER LA CHIUSURA DEL SPDC DI BERGAMO!
PER LA CHIUSURA DELL’SPDC (REPARTO PSICHIATRICO) PAPA GIOVANNI XXIII DI BERGAMO
31 dicembre 1974: Antonia Bernardini muore, dopo giorni di agonia, a causa di ustioni riportate da un incendio da essa provocato per attirare l’attenzione. Era legata al letto da 43 giorni, nel manicomio giudiziario femminile di Pozzuoli: voleva un bicchiere d’acqua nessuno le dava retta.
13 agosto 2019: nell’SPDC dell’ospedale Papa Giovanni XIII di Bergamo, divampa un incendio di cui non si conoscono le cause. Elena, una ragazza di 19 anni muore arsa viva nel letto al quale è tenuta legata. La contenzione non le ha permesso di fuggire.
La contenzione è una pratica diffusa e frequente in ambito psichiatrico. Corpi e menti vengono costretti, annientati, torturati. Ogni giorno molte persone vengono sottoposte a questo trattamento, sotto gli occhi indifferenti degli operatori e quelli inermi delle persone che gli sono intorno.
Noi non siamo e non saremo disposti/e ad accettare che questo accada ancora.
LA CONTENZIONE NON E’ UNA TERAPIA!
PER L’ABOLIZIONE DELLA CONTENZIONE !
PER LA CHIUSURA DEL SPDC DI BERGAMO!
Rete dei Collettivi Antipsichiatrici
LINK a trasmissione su Radio Onda Rossa: AGGIORNAMENTI sulla vicenda di Alice
link a trasmissione su Radio Onda Rossa: Aggiornamenti sulla vicenda di Alice:
https://www.ondarossa.info/newsredazione/2020/07/aggiornamenti-sulla-vicenda-alice
Con Radio Onda Rossa come collettivo antipsichiatrico Antonin Artaud di Pisa torniamo sulla vicenda di Alice Di Vita, una ragazza di 26 anni rinchiusa che il padre non riesce a vedere dal giorno del ricovero. Commentiamo anche l’aumento della pratica dei TSO e delle richieste di supporto che arrivano al collettivo.
Qui una lettera di Antonio Di Vita con gli ultimi aggiornamenti sulla vicenda di Alice:
TRATTAMENTI SANITARI O SEQUESTRI DI PERSONA? IL CASO DEL SIGNOR L.
TRATTAMENTI SANITARI O SEQUESTRI DI PERSONA?
Il signor L. giovedì 16 luglio è stato prelevato dalla sua abitazione da infermieri e vigili urbani con la forza senza nessun provvedimento di TSO (Trattamento Sanitario Obbligatorio) nei suoi confronti, senza nessuna notifica e senza nessuna visita psichiatrica. Il provvedimento di TSO è stato firmato dal sindaco solo dopo che è stato ricoverato in ospedale; infatti attualmente L. si trova da 2 settimane nel reparto SPDC (Servizio Psichiatrico Diagnosi e Cura) dell’ Ospedale Le Molinette di Torino.
Il signor L. vuole esercitare il proprio diritto di libera scelta fra proposte terapeutiche differenziate e concordate col medico curante, preferendo una somministrazione di tipo orale a quella per via intramuscolare del farmaco neurolettico Haldol, da anni somministrato con cadenza mensile. La somministrazione di tale farmaco provoca indesiderabili effetti collaterali di danno neurologico di cui il signor L. non è stato sufficientemente informato, ciò nonostante ha potuto lavorare al CNR, all’Università, al comune di Torino, alla Regione Piemonte, al MEPAEGE, al NeZZS, alla NASA-Astrobiology Istitute.
Poiché il consenso deve sempre essere personalizzato, basato sulla valutazione dell’informazione, sulle possibili conseguenze di trattamento e di non trattamento, e sempre attualizzato, e che il paziente ha il diritto di decidere circa la propria salute, non sussistono gli estremi che legittimino il ricorso al TSO, visto che non viene minimamente espresso un rifiuto della terapia farmacologica. Il consenso del signor L. al trattamento psichiatrico non è stato ricercato in nessun modo e nessuna informazione gli è stata fornita circa i farmaci somministrati per via intramuscolare ed orale all’interno del SPDC. Il signor L., oltre a non aver mai rifiutato le cure, non è mai stato trovato (né durante l’esecuzione del provvedimento da parte delle forze dell’ordine, né in reparto) in uno stato di alterazione mentale da rendere necessario il ricovero. Qualunque sia stato il problema che ha fatto innescare il trattamento (ad esempio una mancata presentazione alla mensile somministrazione di Haldol intramuscolare), lo si poteva risolvere diversamente.
Giovedì 23 luglio è scaduto il primo provvedimento di TSO e ad oggi non è stata né consegnata né firmata da L. nessuna richiesta di proroga del provvedimento. Pertanto denunciamo che il signor L. è, ad oggi giovedì 30 luglio, trattenuto in modo coatto. Ci auspichiamo che non sia ulteriormente trattenuto contro la sua volontà all’interno del reparto e che possa far rientro presso la sua abitazione al più presto.
Negli ultimi giorni di degenza in reparto è stato prospettato al signor L. il ricovero in una clinica privata convenzionata senza la sua approvazione. Un vero e proprio ricatto che sempre più spesso viene rivolto alle persone che dovrebbe essere invece dimesse senza condizioni.
Se, in teoria, la legge prevede il ricovero coatto solo in casi limitati e dietro il rispetto rigoroso di alcune condizioni, la realtà testimoniata da chi la psichiatria la subisce è ben diversa. Con grande facilità le procedure giuridiche e mediche vengono aggirate: nella maggior parte dei casi i ricoveri coatti sono eseguiti senza rispettare le norme che li regolano e seguono il loro corso semplicemente per il fatto che quasi nessuno è a conoscenza delle normative e dei diritti del ricoverato.
Perché molto spesso prima arriva l’ ambulanza per portare le persone in reparto psichiatrico (SPDC) e poi viene fatto partire il provvedimento? Perché la persona non viene informata di poter lasciare il reparto dopo lo scadere dei sette giorni ed è trattenuto inconsapevolmente in regime di TSV (Trattamento Sanitario Volontario) ? Perché i pazienti che si recano in reparto in regime di TSV sono poi trattenuti in TSO al momento in cui richiedono di andarsene?
Perché i gravi danni dovuti alla somministrazione prolungata degli psicofarmaci non vengono presi in considerazione a livello sanitario?
Diffusa è la pratica di far passare, tramite pressioni e ricatti, quelli che sarebbero ricoveri obbligati per ricoveri volontari: si spinge cioè l’individuo a ricoverarsi volontariamente minacciandolo di intervenire altrimenti con un TSO. La funzione dell’ASO (Accertamento Sanitario Obbligatorio) è generalmente quella di portare la persona in reparto, dove sarà poi trattenuta in regime di TSV o TSO secondo la propria accondiscendenza con gli psichiatri.
Il TSO è usato, presso i CIM (Centri Igiene Mentale) o i Centri Diurni, anche come strumento di minacce quando la persona chiede di interrompere il trattamento o sospendere/scalare la terapia; infatti oggi l’ obbligo di cura non si limita più alla reclusione in una struttura, ma si trasforma nell’impossibilità effettiva di modificare o sospendere il trattamento psichiatrico per la costante minaccia di ricorso al ricovero coatto cui ci si avvale alla stregua di uno strumento di oppressione e punizione.
Collettivo Antipsichiatrico Antonino Artaud
antipsichiatriapisa@inventati.org
www.artaudpisa.noblogs.org 335 7002669
AGGIORNAMENTI SULLA VICENDA di ALICE DI VITA
Sotto trovate una lettera di Antonio Di Vita con gli ultimi aggiornamenti sulla vicenda di Alice. Antonio da tempo lotta per la libertà di scelta terapeutica, contro l’obbligo di cura e per la liberazione di sua figlia Alice. Ad Antonio è negato il diritto di visitare sua figlia, infatti da quando è stato nominato un Amministratore di Sostegno ogni volontà di Alice e suo padre è stata calpestata. Vi chiediamo di pubblicare la storia di Antonio e sua figlia sui vostri canali e sui vostri siti, di inoltrarla il più possibile nella speranza che altri si uniscono alla sua battaglia per la liberazione di Alice.
Collettivo Antipsichiatrico Antonino Artaud
antipsichiatriapisa@inventati.org
www.artaudpisa.noblogs.org 335 7002669
AGGIORNAMENTI SULLA VICENDA di ALICE DI VITA
Il giorno 15/07/20 alle 18:16 Alice è stata ricoverata al Pronto Soccorso dell’Ospedale di Bibbiena, per dislocazione della nuova cannula tracheostomica. La cannula in questione era stata inserita dal pneumologo dell’ Istituto La Consolata di Serravalle di Bibbiena, nella trachea di mia figlia il giorno 14/07/20 in sostituzione di quella che già aveva. Fin dai primi momenti mia figlia ha manifestato irritazione, irrequietezza e sintomi di rigetto di questa nuova cannula. Sintomi che si sono aggravati e che ne hanno determinato il ricovero presso il Pronto Soccorso di Bibbiena.
Non riuscendo a reinserire la cannula, dal Pronto Soccorso di Bibbiena Alice è stata trasferita al Pronto Soccorso dell’Ospedale di Arezzo, con richiesta urgente di visita otorinolaringoiatrica.
Sono stato contattato telefonicamente durante il tragitto verso l’Ospedale di Arezzo e mi sono recato immediatamente là. Raggiunto il Pronto Soccorso ho parlato con la Dr.ssa De Giorgi G. la quale, prima di visitare Alice, mi ha chiesto informazioni riguardo alla storia clinica di mia figlia. Dopo aver visitato Alice la Dr.ssa mi ha informato sulle condizioni di mia figlia e mi ha chiesto se conoscevo chi seguiva il problema della cannula e da quanto tempo Alice non era stata visitata. Io ho risposto che Alice era seguita da un medico pneumologo e che proprio il giorno 14/07/20 aveva sostituito la cannula a mia figlia.
La Dr.ssa De Giorgi, irrigidendosi e scura in volto, ha espresso una considerazione: “Strano che il pneumologo non si sia accorto del cercine nella trachea di Alice”. La dottoressa mi ha quindi richiesto il perché ad Alice non era stata tolta la cannula dopo così tanto tempo, visto e considerato che non c’è malacia. A seguito delle mie spiegazioni date sulla base dei fatti che ho constatato di persona, la dottoressa è rimasta esterrefatta da tutto quanto è stato fatto, o meglio non fatto. Mi ha spiegato che la situazione attuale di Alice è molto critica e mi ha anche detto che avrebbe esposto il caso al suo responsabile, Dr Guido Ciabatti, per intervenire chirurgicamente al più presto per la rimozione del cercine e della cannula, per rimettere Alice in condizioni di tornare a respirare in modo autonomo senza più bisogno di protesi.
La Dr.ssa De Giorgi ha espresso anche un’altra perplessità riguardo al fatto che, sebbene le corde vocali di Alice siano parzialmente paralizzate, Alice riesca a parlare. Perché le corde vocali sono solo parzialmente e non del tutto paralizzate come avviene nella stragrande maggioranza dei casi? L’ho messa al corrente di fatti e cose delle quali sono a conoscenza e il suo sbalordimento è divenuto ancora maggiore.
Le tante richieste rivolte al giudice tutelare sia tramite istanze, sia attraverso lettere da me stesso scritte, affinché io potessi prendermi cura di mia figlia e farla curare presso centri altamente specializzati che avevo personalmente contattato e che si erano dimostrati pronti ed ottimisti per la risoluzione del caso di mia figlia si sono rilevate ad oggi vane. Il giudice tutelare e l’amministratore di sostegno di Alice hanno sempre rigettato le mie richieste, spesso con meschine giustificazioni, incuranti del dolore e disagio fisico e morale arrecato ad Alice. Possibile che in oltre tre anni nessuno si sia preoccupato minimamente di far visitare Alice da persone veramente competenti nella materia? D’altra parte il giudice ha eluso la legge del 2009 (citata nelle istanze poste dal mio avvocato, Dr.ssa Malune) non prendendo in considerazione la volontà espressa da mia figlia di voler tornare a vivere con suo padre. Questa precisa volontà di mia figlia è stata da lei esternata ben tre volte in date differenti: la prima durante l’udienza del 19/11/18, la seconda in una lettera del 18/03/19 indirizzata al giudice tutelare e la terza nella relazione della C.T.U., Dr.ssa Biagi, del gennaio 2020.
Il giorno 21/07/20 mi sono recato, accompagnato dal collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud, dal garante dei diritti delle persone private di libertà della regione Toscana e dal difensore civico regionale. Hanno ascoltato il mio racconto della storia di Alice e il difensore civico si è dimostrato interessato ad approfondire la vicenda.
Vi chiedo di sostenermi nella mia battaglia per ridare la vita ad Alice che si torva reclusa senza aver commesso alcun reato e senza alcuna prospettiva di vita nel vero senso della parola.
Antonio Di Vita
Intervista su Radio Onda Rossa: racconto sul presidio per Alice e sui TSO in generale
http://www.ondarossa.info/newsredazione/2020/07/psichiatria-presidio-alice
dai microfoni di Radio Onda Rossa come collettivo antipsichiatrico Antonin Artaud torniamo sulla vicenda di Alice una ragazza di 26 anni rinchiusa che il padre non riesce a vedere dal giorno del ricovero. Con lui abbiamo organizzato un presidio. Commentiamo anche la proposta del ministro Speranza di fare il TSO a chi non vuole sottoporsi al ricovero causa Covid.