Prima condanna in italia per la psichiatria
(NDR feb 2016)”detta sentenza a causa di successivo intervento della prescrizione non è stata confermata nella Superiore Corte di Cassazione per il solo intervento di detta circostanza..”
Donatella Marazziti, Psichiatra dell’equipe di
Cassano condannata a sei mesi di carcere
Il 5 marzo 2007 si è conclusa la lunga trafila legale nei confronti di DonatellaMarazziti, nota psichiatra toscana. La dottoressa è stata condannata per lesioni colpose, provocate dalla somministrazione impropria di psicofarmaci in sperimentazione, su una bambina di undici anni, che le si era rivolta nel ’99 accompagnata dalla madre (l’accusante A.Triolo) per un problema di obesità.
La cura somministrata
consisteva in due psicofarmaci non ancora in commercio: il fevarin,
un antidepressivo, ed il topamax, un antiepilettico.Farmaci in
sperimentazione dal dottor Cassano nel reparto psichiatrico di Pisa e
dal dottor Masi all’Istituto neuro-psichiatrico infantile “Stella
Maris” di Calambrone. Questi farmaci non avrebbero potuto essere
somministrati per usi diversi da quelli per cui erano testati, ma la
Marazziti lo ha ugualmente prescritto alla bambina alla stregua di un
farmaco anti-obesità, senza informarla che si trattasse di un
antiepilettico e di un antidepressivo e che il dimagrimento fosse
solo un suo effetto collaterale.
L’etica professionale in
questi casi richiederebbe invece quantomeno il consenso informato.
Dopo cinque mesi di cura il trattamento non ha portato alla paziente
alcun calo ponderale, bensì gravi disturbi quali sonnolenza,
incubi, emicranie, depressione, eccitabilità ed un episodio di
allucinazione, seguiti a due anni didistanza da calcoli renali,
disturbi alla vista e colicisti, effetti collaterali riscontrati nel
farmaco, ma non imputabili ad esso visto il ritardo della comparsa
dei sintomi.
La madre , insieme ai
collettivi antipsichiatrici che l’hanno sostenuta, si è vista
riconoscere le lesioni causate da questa terapia impropria e
aggressiva solo dopo otto anni di lotte giudiziarie, scontrandosi con
l’indifferenza di magistrati e forze dell’ordine, sempre ossequiosi
nei confronti dell’autorità medico-psichiatrica.
Si tratta della prima
condanna in Italia rivolta alla psichiatria; un primo riconoscimento
della fallacia e della pericolosità dei trattamenti
psicofarmacologici; una bacchettata nella mano pesante degli
psichiatri. Ma non è ancora stata riconosciuta la
sperimentazione illegale dell’antiepilettico e dell’antidepressivo;
rimangono all’oscuro i legami di questa vicenda con un modus operandi
diffuso nella rete psichiatrica toscana e italiana, e con i guadagni
economici connessi alla sperimentazione e alla vendita di farmaci,
vera piaga della medicina ormai da molti anni.