INTERVENTO sul NUOVO OSPEDALE Stella Maris: PRIVATO NON è PUBBLICO
Riceviamo da Sondra Cerrai e Andrea Giordani, genitori di Mattia, questo scritto che volentieri pubblichiamo, sulla costruzione del nuovo ospedale della Stella Maris a Cisanello – Pisa.
Intervento sul nuovo ospedale Stella Maris: privato non è pubblico
Leggiamo con una certa perplessità le parole del presidente dell’Assemblea legislativa della Regione Toscana, Antonio Mazzeo, che ha salutato la posa della prima pietra del nuovo ospedale della Fondazione Stella Maris come se si trattasse di una conquista per la sanità pubblica.
È bene ristabilire un punto fondamentale: l’IRCCS Fondazione Stella Maris è, e rimane, una struttura privata. Certo, accreditata con il servizio sanitario nazionale, certo, riconosciuta come Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico; ma privata. E quindi sottoposta a logiche, gestione e governance che non rispondono alle regole del servizio sanitario pubblico.
Quando le istituzioni regionali si affrettano a sostenere ed elogiare la costruzione di una fondazione privata, descritta come un “successo della sanità pubblica”, si cade in un equivoco grave. Quando le massime autorità regionali e locali (a partire dal Presidente Giani e dal Sindaco Conti) si presentano in massa a presentazioni propagandistiche parlando a nome degli “ultimi”, invocando a loro favore l’operato di Papa Francesco, siamo nell’avanspettacolo.
La sanità pubblica è un’altra cosa: è trasparenza, controllo democratico, universalità. Affidare sempre più pezzi di sanità a soggetti privati – seppur accreditati – significa spostare l’asse della salute da un diritto collettivo a una prestazione erogata da un soggetto esterno, a cui la Regione si limita a pagare la fattura.
E c’è di più: la Fondazione Stella Maris non può neanche essere presentata come un’eccellenza indiscussa. È in corso presso il Tribunale di Pisa il più grande processo per maltrattamenti contro persone con disabilità della storia italiana (la prossima udienza ci sarà martedì 6 maggio). Alla sbarra ci sono ex operatori accusati di abusi fisici e psicologici ai danni di giovani disabili e autistici gravi, ricoverati presso la struttura di Montalto di Fauglia della Stella Maris, e dirigenti e medici accusati di mancata sorveglianza e assunzione di personale privo di requisiti. I fatti contestati risalgono a diversi anni fa, le telecamere furono messe dai carabinieri dal giugno al settembre del 2017 rivelando 280 episodi di violenza in meno di tre mesi. Violenze documentate anche da denunce di familiari, indagini meticolose e intercettazioni ambientali.
E allora ci chiediamo, come genitori di Mattia Giordani, uno dei ragazzi vittime di quei maltrattamenti e poi morto in circostanze ancora in via di accertamento: com’è possibile che la Regione Toscana, invece di costituirsi parte civile per tutelare i diritti calpestati di quei ragazzi, oggi celebri come “pubblico” un istituto che è privato e che porta ancora addosso le cicatrici di quei fatti gravissimi?
Ben venga una nuova struttura, ben venga la ricerca, ma sia chiaro a tutti i cittadini toscani che non si sta costruendo un nuovo ospedale pubblico. Si sta potenziando un istituto privato, su cui gravano ancora ombre pesanti. Presentarlo diversamente è una mistificazione.
Sondra Cerrai e Andrea Giordani genitori di Mattia
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