GIU’ LE MANI DAI NOSTRI CORPI E DALLE NOSTRE MENTI!

  • May 29, 2009 6:10 pm

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Sabato 30 maggio CANAPISA

Ore 17 street parade piazza s.antonio pisa

Dalle Ore 21 banchino con materiale informativo all’ EXPO
in zona chillout

 

Come collettivo antipsichiatrico contrastiamo la logica
proibizionista che alimenta la medicalizzazione di massa e favorisce
l’espandersi della psichiatria, motivo per cui anche quest’anno partecipiamo alla
street parade antiproibizionista Canapisa, dedicata all’autodeterminazione e al
controllo sociale.

L’istituzione psichiatrica è uno dei principali strumenti
che il sistema usa per ostacolare l’autodeterminazione degli individui, per
arginare qualsiasi critica sociale e normalizzare quei comportamenti ritenuti
“pericolosi” poiché non conformi al mantenimento dello status quo, intervenendo
nel complesso ambito del disagio.

Assistiamo oggi ad una sistematica diffusione del
disagio, le cui cause vanno ricercate nella società in cui viviamo e nello
stile di vita che ci viene imposto e non a disturbi biochimici della mente. La
logica psichiatrica sminuisce invece le nostre sofferenze, riducendo le
reazioni dell’individuo al carico di stress cui si trova sottoposto a sintomi
di malattia e medicalizzando gli eventi naturali della vita. Poiché la risposta
psichiatrica è sempre la stessa per tutte le situazioni – diagnosi-etichetta e
cura farmacologia – crediamo che rivendicare il diritto all’autodeterminazione
in ambito psichiatrico significhi “riappropriarsi” del disagio e della
molteplicità di maniere per affrontarlo elaborandolo in maniera autonoma.

Il principio di manicomialità, su cui ancora oggi –
nonostante la tanto decantata chiusura dei manicomi – si basa l’istituzione
psichiatrica, comporta la negazione della libertà individuale: nel momento in
cui arbitrariamente si etichetta una persona come “malato mentale”, la si
annulla e si stabilisce che non è più in grado di decidere per sé
. Una
volta che la persona viene presa in carico, la psichiatria esercita su di essa
tutti i suoi dispositivi e le sue pratiche repressive e mortificanti, quali
l’obbligo delle cure, i ricoveri coatti (TSO trattamenti sanitari obbligatori e
ASO accertamenti sanitari obbligatori), la contenzione fisica e farmacologica,
la mancanza di informazione sugli effetti collaterali dei farmaci e sulla fine
del trattamento terapeutico, i ricatti, la gestione e il controllo della vita,
etc. L’obbligo di cura oggi non si limita più alla reclusione in una struttura,
ma si trasforma nell’impossibilità effettiva di modificare o sospendere il
trattamento psichiatrico per la costante minaccia di ricorso al ricovero
coatto.

Oggi l’istituzione psichiatrica continua ad essere uno
strumento di esclusione e correzione, ed ha enormemente ampliato il suo bacino
d’utenza aumentando di anno in anno il numero delle “malattie mentali” da
curare, ossia dei comportamenti “devianti” da uniformare. Tra questi rientra il
consumo di sostanze psicoattive, che, se in passato era considerato un vizio,
un piacere, oggi diviene sintomo di un disagio da trattare con cure
psichiatriche, trasformando un problema sociale in una questione sanitaria.
Grazie al decreto Fini Giovanardi ed alle nuove proposte di legge in materia psichiatrica,
si è rafforzato il legame proibizionismo-psichiatria ed i consumatori di
sostanze illegali sono diventati merce per le multinazionali farmaceutiche e
per l’industria del recupero e della riabilitazione sulla base di una doppia
diagnosi che li vede “malati mentali” in quanto drogati e “drogati” a causa
della loro malattia mentale. Nonostante si dimostri proibizionista nei
confronti di chi consuma volontariamente sostanze, la psichiatria diffonde sul
mercato molecole psicoattive e somministra trattamenti farmacologici che, oltre
ad essere spacciati ipocritamente come “terapeutici”, sono spesso introdotti
coercitivamente nel corpo! Gli psicofarmaci alterano il metabolismo e le
percezioni, rallentano i percorsi cognitivi e ideativi contrastando con la
possibilità di fare scelte autonome, generano fenomeni di dipendenza ed
assuefazione del tutto pari a quelli delle sostanze illegali classificate come
droghe pesanti, dalle quali si distinguono non per le loro proprietà chimiche o
effetti ma per il fatto di essere prescritti da un medico e commercializzate in
farmacia.

Siamo qui
per contestare ancora una volta il perpetuarsi di tutte le pratiche
psichiatriche e per smascherare l’interesse economico che si cela dietro
l’invenzione di nuove malattie per promuovere la vendita di nuovi farmaci. Non
lasciamo in pace chi porta avanti da più di un secolo una guerra quotidiana
contro la libertà individuale!

Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud

antipsichiatriapisa@inventati.org
www.artaudpisa.noblogs.org
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