a DICEMBRE 2016 in provincia di VICENZA 2 PRESENTAZIONI del LIBRO:
“ELETTROSHOCK” La storia delle terapie elettroconvulsive e i racconti di chi le ha vissute.”
a cura del Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud. Edizioni Sensibili Alle Foglie.
SABATO 17 DICEMBRE a SCHIO c/o il bar Due Mori in via Pasubio alle ore 21
DOMENICA 18 DICEMBRE a MONTECCHIO c/o Circolo La Mesa in via Leonardo da Vinci (zona Alte Ceccato) alle ore 16:30
per info: antipsichiatriapisa@inventati.org / www.artaudpisa.noblogs.org
VENERDì 9 DICEMBRE c/o lo Spazio Antagonista NEWROZ
In via Garibaldi 72 a Pisa
NEWROZ e il COLLETTIVO ANTIPSICHIATRICO ANTONIN ARTAUD Organizzano la presentazione di:
SCARCERANDA 2017 – dalle ore 18 interveranno:
Radio Onda Rossa, il Collettivo Artaud e alcuni compagni colpiti dai DASPO di Piazza
a seguire SERATA BENEFIT per le spese legali contro i DASPO di Piazza
A Pisa è nato lo SPORTELLO e il TELEFONO CONTRO IL PROIBIZIONISMO con CONSIGLI MEDICI e LEGALI
A cura di Osservatorio Antipro CANAPISA
PER INFO E CONTATTI: 370 3002016 / www.osservatorioantipro.org
Omicidio Casu – ingiustizia è fatta
Il 26 Ottobre 2016, a dieci anni dalla morte di Giuseppe Casu, l’interminabile vicenda processuale legata alla sua uccisione nel reparto di psichiatria di Cagliari, è giunta alla sua assurda e grottesca conclusione: tutti innocenti i responsabili dell’assassinio di quest’uomo, unici colpevoli i militanti antipsichiatrici che hanno osato sollevare il caso. Questa tragica storia merita di essere ricordata ancora una volta, per come riassume in se la natura criminale del potere, in tutte le sue articolazioni.
Nel Giugno 2006 viene sottoposto a TSO un venditore ambulante di Quartu Sant’Elena, Giuseppe Casu. La richiesta parte dall’amministrazione comunale di Quartu (sindaco Ruggeri) impegnata in un’aggressiva campagna per cacciare i venditori ambulanti dal centro. Poiché, nonostante le numerose multe, Giuseppe Casu insiste a presentarsi in piazza con la sua motocarrozzella piena di verdure, dal comune organizzano per lui una vera e propria trappola. Tutto avviene molto rapidamente, i giornalisti sono stati preavvisati e attendono dietro l’angolo, intervengono i carabinieri con le guardie municipali, spunta anche un’ambulanza. Gli agenti lo afferrano con la forza, di fronte a tutti, lo sbattono a terra, lo immobilizzano. Giuseppe Casu viene caricato, ammanettato alla barella e portato via. È in atto un ricovero coatto in psichiatria. Il signor Casu non era mai stato in “cura” da uno psichiatra, il suo ricovero all’ospedale SS. Trinità di Cagliari, oltre a non avere alcuna giustificazione “medica”, è illegittimo ed illegale, infatti il giudice non ha convalidato il TSO entro la scadenza stabilita per legge. Tecnicamente si tratterebbe di abuso di potere e sequestro di persona, cosa per cui sono stati incriminati, processati, e poi naturalmente assolti, sette medici del reparto di psichiatria, a cominciare da Turri, allora primario. Dopo sette giorni di contenzione ininterrotta (legato al letto mani e piedi) e di sevizie impropriamente spacciate come “cure”, Giuseppe Casu muore.
Per la morte, non certo accidentale, di quest’uomo vengono incriminati e processati il primario Turri e la dottoressa Cantone. I periti del tribunale attribuiscono la sua morte a diversi fattori, dalla lunghissima stasi dovuta alla contenzione, a uno psicofarmaco fortemente tossico per il cuore l’Aloperidolo che gli è stato somministrato in dosi massicce assieme ad altri farmaci pericolosi e inutili. Immediatamente dopo la sua morte, i familiari e il “Comitato verità e giustizia per Giuseppe Casu” chiedono giustizia per quest’uomo e per tutta risposta i resti anatomici della vittima vengono fatti sparire dall’ospedale e sostituiti con quelli di un altro paziente! Lo scandalo che ne segue è tale che i primari dei reparti coinvolti vengono sospesi dal servizio e in psichiatria si avvia un timido tentativo di riforma, per ridurre almeno le pratiche più violente e letali. Poi, poco a poco, tutto torna come prima: viene reintegrato in servizio l’ex primario dott. Turri, che viene poi assolto nel processo di primo grado, assieme alla dottoressa Cantone. Il primario di anatomia patologica invece, dopo una prima assoluzione in primo grado, viene condannato in appello ad Aprile 2013, per aver fatto sparire i resti anatomici del signor Casu. La sparizione dei resti della vittima ha però sortito il suo malefico effetto, infatti, il 19 Settembre 2013, i giudici di appello, non potendo accertare precisamente le cause della morte di signor Casu, assolvono i medici Turri e Cantone anche nel secondo e terzo grado di giudizio. Evidentemente il delitto paga!!
Per la morte del signor Giuseppe Casu nessuno è colpevole. Colpevoli sono invece alcune/i attiviste/i, per aver volantinato davanti al reparto di psichiatria, nel 2009, quando il dott. Turri dopo un anno e tre mesi di sospensione preventiva, viene reintegrato. La rabbia per l’arroganza di questa imposizione fa loro utilizzare per il primario l’appellativo, forse poco elegante, di assassino. Nell’occasione vengono identificat* da una volante della polizia e in seguito denunciat* dagli avvocati di Turri per “diffamazione” e processat*. Assolt* in primo grado, vengono poi condannat* in appello, su richiesta della procura generale.
Una condanna che ha il sapore di una intimidazione e di una vendetta. Il messaggio è chiaro, sulla tragica vicenda del signor Giuseppe Casu va messa una pietra tombale, i responsabili, tutti inseriti nelle schiere dei poteri forti locali, non ammettono critiche. Noi siamo invece di parere opposto, per tutta la durata dei processi non abbiamo mai smesso di denunciare l’accaduto e la necessità di sostenere, anche economicamente i militant* che hanno subito una condanna, sarà l’occasione per continuare a farlo. Contro le sevizie psichiatriche di ieri e di oggi.
G.A.P. Cagliari
Sabato 15 ottobre c/o XM24 a BOLOGNA in via Fioravanti 24
★ VIOLET PUNK – Serata benefit telefoni viola ★
◉ cena vegan a partire dalle ore 20
◉ concerti a partire dalle ore 22
◑ EBOLA (Ultracore Bastards)
◒ RAUCHERS (Fastcore Gardaland)
◓ NEGOT (Dark Punx – Bergamo)
★ Durante tutta la serata, distro, info e chiacchiere anti-psichiatriche ★
SABATO 8 OTTOBRE c/o Spazio Antagonista NEWROZ Via Garibaldi 72 a Pisa
ArmInLottA RICORDANDO ANTONELLA!!
ore 20:30 Apericena
ore 22:00 Progetto poetico – musicale “RADICI SCALENE”*
Una riflessione sul tema delle disuguaglianze attraverso la poesia.
di e con Elisabetta Cipolli, Edo De Maio, Carlo Mari e Selvaggio Casella
ore 23:30 serata Dj Set con WANAGANA (Megatron Sound)
Il ricavato della serata servirà a sostenere le lotte del Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud di Pisa, in cui credeva e di cui faceva parte la compagna Antonella.
Organizza :
Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud
Spazio Antagonista Newroz
Per info: antpsichiatriapisa@inventati.org
*Il Progetto poetico – musicale “Radici Scalene” prende vita all’inizio di quest’anno durante le fasi di scrittura e pubblicazione della silloge “Radici Scalene” di Elisabetta Cipolli, edita per Sensibili alle Foglie, dedicata al complesso tema del biopotere.
Grazie alla collaborazione con i musicisti le metriche scelte per il progetto omonimo rappresentano un tentativo di ricerca ritmica e sonora legata alla parola e ai versi, tenendo conto dell’originaria fusione tra musica e poesia. Il progetto Radici Scalene ha l’intento di far riflettere sul tema delle disuguaglianze ed è aperto a chiunque sia interessato a scoprire, o riscoprire, l’importanza del mezzo comunicativo poetico.
PSICHIATRIA: ANCORA PERSONE LEGATE AL LETTO
Fine luglio/inizio agosto 2016:persona internata presso il reparto di psichiatria(SPDC reparto psichiatrico di diagnosi e “cura”) di PIACENZA è stata per ore legata al letto.
Per l’ennesima volta la psichiatria svela l a vera natura della propria fantomatica”cura”.
Ancora una volta l’indignazione ci spinge a spezzare quel silenzio che troppo spesso legittima una delle più atroci pratiche psichiatriche:la contenzione meccanica,ovverossia legare il soggetto costretto coercitivamente alle loro “cure”,al letto con fasce ai polsi e alle caviglie. E la chiamano “pratica terapeutica”!
Ma di che stupirsi! In psichiatria,dove la violenza è “terapia”, queste pratiche sono la prassi.
Nel caso specifico,la personaè stata legata al letto non solo nei momenti che gli psichiatri
definiscono soggettivamente “ingestibili”,ma anche nel momento in cui si voleva evitare che la persona rischiasse di cadere a terra.Niente di più assurdo. Affiancando un operatore che assista la persona nel momento in cui richiede di poter alzarsi dal letto e fare due passi in reparto,si eviterebbe,molto semplicemente,la contenzione e conseguentemente creare ulteriore sofferenza. Constatiamo come troppo spesso i medici presso i vari servizi psichiatrici (in primis nei reparti di diagnosi e cura – SPDC) calpestano ,spesso con la complicità “silenziosa” di familiari e Servizi sociali, i pochi diritti delle persone internate(in TSO-trattamento sanitario obbligatorio o in regime volontario,che sia). La contenzione meccanica è consentita dalla legge solo per il tempo necessario per somministrare la “terapia” farmacologica:contenzione chimica con elevate dosi di psicofarmaci.E’ questa l’unica arma che la psichiatria sa mettere in campo per sedare,e non certamente per “curare”, le problematicità abilmente patologizzate dagli psichiatri senza ovviamente interessarsi alle reali ragioni del malessere. Nella realtà la contenzione umilia,calpesta,distrugge la dignità dell’individuo e conseguentemente impedisce di creare le condizioni necessarie per poter affrontare le problematicità che le persone incontrano nella propria esistenza,ovverosia un reale ascolto nell’assoluto rispetto della dignità e della libertà del soggetto.Siamo consapevoli che,a volte, non è una passeggiata…ma è evidente che è la psichiatria non ha nessun interesse ad affrontare le questioni con modalità differenti dal sedare,patologizzare,infatilizzare e omologare la persona,ormai declassata a “malata mentale”, che cade nei suoi circoli viziosi da cui troppo spesso è difficile liberarsi.
BASTA CONTENZIONE, BASTA MANICOMI!!
TELEFONO VIOLA Piacenza
www.telefonoviola.org
Linea d’ascolto contro gli abusi della psichiatria e per liberarsi dalla morsa psichiatrica
Sostegno umano,medico e legale.
345 7904938
www.telefonoviolapiacenza.blogspot.it
MODENA VENERDI’ 16 SETTEMBRE
c/o Stella Nera via Folloni 67/A alle ore 21:30 presentazione di
“ELETTROSHOCK” La storia delle terapie elettroconvulsive e i racconti di chi le ha vissute.”
a cura del Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud
Edizioni Sensibili Alle Foglie.
A seguire dibattito con vari collettivi Antipsichiatrici e attivisti dei Telefoni Viola.…
ore 23 concerti e a seguire dj set
per info:
antipsichiatriapisa@inventati.org
www.artaudpisa.noblogs.org
DOMENICA 4 SETTEMBRE a Villa San Giovanni (RC)
c/o C.S.C.Nuvola Rossa via 2 novembre 82 alle ore 18
PRATICHE E TESTIMONIANZE-ASSEMBLEA PUBBLICA
con Giuseppe Bucalo -Soccorso Viola Taormina
e il Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud-Pisa
a seguire APERICENA e proiezione del documentario
“87 ORE” di Costanza Quatriglio
Sab 3 e dom 4 Settembre il c.s.c. Nuvola Rossa di Villa San Giovanni (RC), si svolgerà una due giorni di formazione e informazione sui temi dell’antipsichiatria e della “salute mentale”.
Ancora una volta vogliamo ribadire che la psichiatria è uno dei principali strumenti che il discorso dominante usa per ostacolare l’autodeterminazione dei soggetti e per mettere a tacere qualsiasi forma di critica sociale. Noi, invece, crediamo che le cause di alcune sofferenze e disagi vadano ricercate nella società in cui viviamo e nelle condizioni di vita di ognuno di noi.
Per questa ragione, abbiamo ritenuto necessario incontrarci anche quest’anno e invitare soggetti e realtà impegnati in questa discussione e lotta, e chiunque voglia avvicinarsi a questi temi e confrontarsi sulle pratiche non o antipsichiatriche.
Sabato 3 settembre la presentazione del libro “La salute mentale e il paradigma geopolitico. Itinerari critici per un’etnopsichiatria radicale”, a cura di L. Faranda e M. Pandolfi, Aracne editrice, offrirà alla nostra assemblea l’occasione per collegare il tema della salute mentale alla questione dei migranti.
Domenica 4 settembre, si svolgerà un’assemblea aperta che vedrà la partecipazione di alcuni componenti del Collettivo antipsichiatrico Antonin Artaud di Pisa che ci racconteranno la loro storia e le loro pratiche.
L’obiettivo di questa assemblea è quello di lanciare la proposta di costituire un gruppo di soggetti interessati a fornire supporto agli individui colpiti dal sapere/potere psichiatrico e a mettere in atto pratiche di auto-aiuto fondate sull’autodeterminazione e su un sistema di relazioni orizzontali.
Potremmo pensare insieme di costruire uno sportello di ascolto e denuncia, rivolto a tutti – italiani e migranti – e, per questo, invitiamo a partecipare chiunque voglia provare a mettere in piedi assieme a noi una rete.