02/11 2°CONCERTO CONTRO LE PENE CAPITALI ERGASTOLO E PENA DI MORTE a ROMA

  • October 25, 2019 6:56 pm

ROMA 2 NOVEMBRE 2019

2°CONCERTO CONTRO LE PENE CAPITALI ERGASTOLO E PENA DI MORTE

c/o Auditorium Spin Time Labs via Santa Croce di Gerusalemme 56

 

inizio alle ore 18  con Perfomance di Musica e Teatro

organizzato da Spin Time Labs, Nicola Valentino, Giulia Spada

Anche se in Italia la pena di morte è abolita, vige tuttavia la pena dell’ergastolo che non ne costituisce un’alternativa, in quanto essa è “pena fino alla morte”.

Nello spirito di promuovere una cultura abolizionista delle pene capitali sono stati invitati musicisti e artisti di teatro a comporre attorno al tema dell’ergastolo e pena di morte, affinché un movimento artisitco e porzioni di società sensibili a questi temi si incontrino, esplicitando la propria indisponibilità all’esistenza di una morte sociale da pena capitale. L’evento prevede sei performance teatrali e cinque esibizioni musicali.

Sabina Guzzanti (lettura)

Presentazione evento di Nicola Valentino

Giacomo Buonafede Alessandro Cicone Piergiorgio Maria Savarese “Chiusi Fuori” (teatro)

Salvo Ruolo e Massimiliano Gallo (musica)

Maurizio Castè  monologo “i Tardigradi” (teatro)

Collettivo antipsichiatrico Antonin Artaud “la stecca” letture con accompagnamento chitarra

Domenico Giglio, monologo “uccidete la speranza” (teatro)

Soumaila Diawara e Marco Cinque, con un brano composto da Giuseppe Natale (Musica)

Presentazione Spin Time/SpinOff

Women crossing (teatro)

Kerlox Dynamic 4et con Carlo Mascolo (musica)

Massimo Sconci:  monologo “Facciamo Pena” (teatro) Francesco Di Giovanni alla chitarra e Francesco Proietti alla voce recitante monologo originale scritto da Francesco Proietti: “Mastro Titta”, lo storico boia della Roma papalina

Orchestra a Plettro “Costantino Bertucci”: concerto per clavicembalo e orchestra a plettro di Francesco di Giovanni in quattro movimenti (Moderato, adagio, valzer moderato, allegro), direttore Alvaro Lopez e solista Gabriella De Nardo

REGISTRAZIONE AUDIO della presentazione di “DIVIETO D’INFANZIA”

  • October 22, 2019 9:04 pm

questo è il link per ascoltare la registrazione della presentazione di “Divieto d’infanzia”
che abbiamo fatto come collettivo Artaud a Firenze il 20 settembre scorso durante la 9° edizione della Vetrina dell’ editoria Anarchica e Libertaria insieme agli autori, Chiara Gazzola e Sebastiano Ortu,

https://archive.org/details/divieto_d_infanzia

IMPORTANTE! IL TELEFONO del Collettivo ARTAUD E’ di NUOVO ATTIVO 335 7002669

  • October 16, 2019 6:22 pm

ATTENZIONE! IMPORTANTE: il TELEFONO del COLLETTIVO ARTAUD E’ di NUOVO ATTIVO!

chiunque abbia bisogno di informazioni sugli psicofarmaci, i TSO e sulle pratiche della psichiatria in generale CI PUO’ CHIAMARE AL NUMERO DI SEMPRE 335 7002669

il prossimo SPORTELLO d’ASCOLTO ANTIPSICHIATRICO ci sarà regolarmente
MARTEDì 29 OTTOBRE in via San Lorenzo 38 a Pisa dalle ore 15:30 alle 18:30

per info: antipsichiatriapisa@inventati.org

ROMA: 2/11 CONCERTO CONTRO LE PENE CAPITALI ERGASTOLO E PENA DI MORTE

  • October 13, 2019 9:42 pm

ROMA 2 NOVEMBRE 2019

2°CONCERTO CONTRO LE PENE CAPITALI ERGASTOLO E PENA DI MORTE

c/o Auditorium Spin Time Labs via Santa Croce di Gerusalemme 56

inizio alle ore 18  con Perfomance di Musica e Teatro

organizzato da Spin Time Labs, Nicola Valentino, Giulia Spada

Anche se in Italia la pena di morte è abolita, vige tuttavia la pena dell’ergastolo che non ne costituisce un’alternativa, in quanto essa è “pena fino alla morte”.

Nello spirito di promuovere una cultura abolizionista delle pene capitali sono stati invitati musicisti e artisti di teatro a comporre attorno al tema dell’ergastolo e pena di morte, affinché un movimento artisitco e porzioni di società sensibili a questi temi si incontrino, esplicitando la propria indisponibilità all’esistenza di una morte sociale da pena capitale. L’evento prevede sei performance teatrali e cinque esibizioni musicali.

 

sab 19/10 a MONTICHIARI PRESIDIO INFORMATIVO CONTRO L’ELETTROSHOCK + serata benefit a TRAI

  • October 11, 2019 10:37 am

NO ELETTROSHOCK – NO ABUSI E MORTI NEI REPARTI!

(Con Sabatino nel ♥)

SABATO 19 ottobre ore 15  a MONTICHIARI (BS)

ingresso reparto Via G. Ciotti 154

PRESIDIO INFORMATIVO CONTRO L’USO DELL’ELETTROSHOCK

ore 20.30 in Località Casella, Via Argine sinistro torrente Parma, 8 Sorbole Mezzani (PR) Fermata Bus TRAI

CENA BENEFIT CON PRESENTAZIONE + LIVE

Il collettivo SenzaNumero di Roma presenterà il suo aperiodico. A seguire live dei Gabriela Yankov, Vj Schnell e Dj Irene La Merdica.

 Vorremmo chiamare a sostegno dell’iniziativa tutte le realtà che hanno a cuore la libertà della persona nel poter disporre della propria vita, dei propri ricordi e dei propri pregi e difetti. In questa iniziativa vogliamo inoltre dire basta ai morti nei reparti ed agli abusi. Il recente caso di Elena Casetto, morta bruciata a Bergamo legata al letto, è solo l’ultimo di una lunga serie balzato alle cronache perchè era inevitabile essendo così eclatante. Molti casi di abusi indiscriminati e di morti rimangono nel silenzio come era emerso qualche anno fa con il ‘Caso Niguarda’, con 12 pazienti morti ed altri paralizzati con protocolli di supercontenzione fisica quali ‘lo spallaccio’. In quel caso la denuncia era partita dall’interno, ma nella maggioranza dei casi vige il silenzio e certi episodi vengono ritenuti ‘blandi effetti collaterali’ previsti dalla norma. Il taser nei reparti è divenuto la norma, gli abusi divengono la norma.
QUESTO SILENZIO DEVE FINIRE. QUESTA NORMA DEVE FINIRE.

Per dare continuità al presidio di Giugno a Pisa riproponiamo il testo informativo sulla TEC/ELETTROSHOCK dove si spiega bene in cosa consiste questa pratica:
”L’elettroshock oggi viene chiamato TEC (terapia elettroconvulsiva) ma rimane la stessa tecnica inventata nel 1938 da Cerletti e Bini. Si tratta di corrente elettrica che passando dalla testa e attraversando il cervello produce una convulsione generalizzata. Migliorandone le garanzie burocratiche, così come introducendo alcune modifiche nel trattamento, vedi anestesia totale e farmaci miorilassanti, non si cambia la sostanza della TEC.
A più di ottanta anni dalla sua invenzione, possiamo affermare che l’elettroshock è l’unico trattamento, che prevede come cura una grave crisi organica dei soggetti indotta a tale scopo, mai dichiarato obsoleto. Perché questo trattamento medico – che per stessa ammissione di molti psichiatri che lo hanno applicato e che continuano ad applicarlo – è stato utilizzato in passato come metodo di annichilimento dell’umano, come strumento di tortura, come mezzo repressivo contro la disobbedienza, non viene dichiarato superato dalla storia e dalla scienza? È sufficiente praticare un’anestesia totale per rendere più umana e dignitosa la sua applicazione? Basta chiamarla terapia per renderla legittima? Possono dei benefici temporanei, che per avere effetto devono comunque essere accompagnati dall’assunzione di psicofarmaci, essere un valido motivo per usare questo trattamento? Si possono ignorare gli effetti negativi dell’elettroshock?
 In Italia negli ultimi anni si tende a incentivare l’utilizzo delle terapie elettroconvulsive, non solo come estrema ratio ma anche come prima scelta. Per esempio nel trattamento delle depressioni femminili entro i primi tre mesi di gravidanza, poiché ritenuto meno pericoloso degli psicofarmaci nei primi periodi di gestazione umana. Anche per quanto riguarda ipotetici problemi di depressione post partum la TEC viene addirittura pro-posta quale terapia adeguata e meno invasiva per le neo mamme rispetto agli psicofarmaci o ad un Trattamento Sanitario Obbligatorio.
Oggi i centri clinici dove si fa l’elettroshock sono 16 e i pazienti all’incirca 300 l’anno. [Montichiari è uno di questi].
I meccanismi di azione della TEC non sono noti. Per la psichiatria «rimane irrisolto il problema di come la convulsione cerebrale provochi le modificazioni psichiche» e «non è chiaro quali e in che modo queste modificazioni (dei neurotrasmettitori e dei meccanismi recettoriali) siano correlate all’effetto terapeutico» (G. B. Cassano, Manuale di Psichiatria). Ma per chi subisce tale trattamento la perdita di memoria e i danni cerebrali sono ben evidenti e possono essere rilevati attraverso autopsie e variazioni elettroencefalografiche anche dopo dieci o venti anni dallo shock.
Ciò che resta di certo, quindi, è la brutalità, la totale mancanza di validità scientifica e l’assenza di un valore terapeutico comprovato.
Ci teniamo, quindi, a ribadire che nonostante le vesti moderne l’elettroshock rimane una terapia invasiva, una violenza, un attacco all’integrità psicologica e culturale di chi lo subisce. Insieme ad altre pratiche psichiatriche come il TSO, l’elettroshock è un esempio, se non l’icona, della coercizione e dell’arbitrio esercitato dalla psichiatria. Il percorso di superamento dell’elettroshock e di tutte le pratiche non terapeutiche deve essere portato avanti e difeso in tutti i servizi psichiatrici, in tutti i luoghi e gli spazi di cultura e formazione dove il soggetto principale è una persona, che insieme ai suoi cari, soffre una fragilità.”

COLLETTIVO ANTIPSICHIATRICO CAMUNO – CAMAP camap@autistici.org

COLLETTIVO ANTIPSICHIATRICO ANTONIN ARTAUD PISA – antipsichiatriapisa@inventati.org

COLLETTIVO SENZANUMERO – ROMA – senzanumero@autistici.org

VOLANTINO del Collettivo Antipsichiatrico SenzaNumero sulla MORTE di ELENA in SPDC a Bergamo

  • October 9, 2019 6:46 pm

riceviamo e volentieri pubblichiamo…

“Perché piangete la morte, se fate di tutto per soffocare la vita?”

Sabatino Catapano

Il 13 agosto a Bergamo, nell’azienda ospedaliera Papa Giovanni XXIII, divampa un incendio nella torre 7, nel reparto di psichiatria. Medici ed infermieri provvedono ad evacuare i pazienti rinchiusi in quel reparto ed in quelli adiacenti mettendosi in salvo. Qualcuno però non riesce a fuggire né viene tratta in salvo: si tratta di Elena, una ragazza di 19 anni ricoverata nel reparto di psichiatria. Nel comunicato dell’azienda ospedaliera, si dice che “la camera di degenza è stata completamente invasa dal denso fumo e delle fiamme e che “la paziente era stata bloccata pochi istanti prima dell’incendio, a causa di un forte stato di agitazione, dall’équipe del reparto” e ciò ha reso impossibile un intervento che potesse salvarle la vita. Tra le righe si dice anche che forse l’incendio è partito proprio da quella stanza…Elena quindi è morta legata ad un letto, contesa. Come Franco Mastrogiovanni e come forse tanti altri di cui neppure conosciamo il nome.

Potremmo, come fanno in tanti, ricercare con dovizie di particolari il perché fosse stata legata e da quanto tempo, perché il personale medico ed infermieristico sia ricorso a questo provvedimento (ritenuto di estrema ratio), perché non stessero monitorando il reparto tramite le numerose telecamere di cui sono ampiamente dotati, inoltre  prendere la sua cartella e capire perché si trovava in quel reparto e a quali trattamenti farmacologici fosse sottoposta…insomma, potremmo scavare, ricercare, indagare, alla ricerca della “verità” che ci mostri i parametri precisi dell’accaduto. Noi questo compito lo lasciamo ad altri (giornalisti, avvocati, pubblici ministeri ,giudici, ecc) e ci soffermiamo su un’altra verità. Quella che ci palesa che la contenzione, come l’elettroshock, il ricovero coatto (TSO), le terapie farmacologiche invasive ed incontrollate e svariate altre applicazioni violente e coercitive non sono un’eccezione, ma la pratica costante della psichiatria dalle sue origini sino ad oggi. Cambiano le leggi (la legge 180 è una delle leggi considerate all’avanguardia da tutta la psichiatria democratica italiana e non), cambiano i luoghi (i manicomi chiudono ed aprono Spdc e REMS), si aggiornano medici ed infermieri eppure i morti di psichiatria continuano ad aumentare. Psichiatri e professionisti del settore gridano a gran voce che tutto ciò non è violenza, è terapia, è la soluzione adottata, nel rispetto del paziente, per salvaguardare la sua salute e la Salute in senso più ampio, nel bene della collettività. Questo principio, ammantato di grossa levatura morale, può quindi servire nel caso in cui la nostra rabbia diventi eccessiva, oppure se siamo stanchi di vivere e vogliamo di nostra volontà abbandonare questo mondo, oppure perché siamo “diversi”, “fuori luogo”, “non normali” o bambini agitati o semplicemente stranieri. La psichiatria ha il dono, con il suo giudizio supremo, di porre opportuni rimedi ad ogni problema. Peccato che questi problemi e queste soluzioni abbiano un solo punto di vista che li giustifichi: quello della pseudo scienza psichiatrica. Ribadiamo ancora a gran voce che non c’è riforma o “giustizia” che possa porre fine a tutto ciò, se non la volontà di eliminare il pre-giudizio psichiatrico e tutti i luoghi nei quali viene formulato, riproposto ed applicato in maniera assolutamente indiscriminata. Perché siamo convinti, e la storia e le cronache anche recenti ce lo dimostrano, che nessuno/a può sentirsi estraneo/a a tutto ciò e dire “a lei/lui si..ma a me no…”. Ecco, sappiamo, anche per esperienza diretta, che quel lui e quella lei possiamo essere io, tu che stai leggendo, noi o chiunque tra le persone a noi vicine e care.

Ed è quindi con il pensiero rivolto ad Elena, Franco, Andrea, Giuseppe, Alda e tanti e tante altri/e che ribadiamo ancora una volta

NO ALLA PSICHIATRIA, NO ALLE SUE PRATICHE MORTIFERE, CHIUDIAMO I REPARTI

PER LA RETE SOCIALE E LA LIBERA ESPRESSIONE DEGLI INDIVIDUI

COLLETTIVO ANTIPSICHIATRICO SENZANUMERO- ROMA

 

IMPORTANTE: il TELEFONO del COLLETTIVO ARTAUD E’ SOSPESO MOMENTANEAMENTE

  • October 8, 2019 10:48 pm

ATTENZIONE! IMPORTANTE!

IL TELEFONO DEL COLLETTIVO ARTAUD è MOMENTANEAMENTE

SOSPESO PER MOTIVI TECNICI. LO RIATTIVEREMO APPENA SARA’ POSSIBILE .

chiunque abbia bisogno di informazioni sugli psicofarmaci, i TSO e sulle pratiche della psichiatria in generale CI PUO’ CONTATTARE VIA EMAIL a : antpsichiatriapisa@inventati.org

il prossimo SPORTELLO d’ASCOLTO ANTIPSICHIATRICO ci sarà regolarmente

MARTEDì 15 OTTOBRE in via San Lorenzo 38 a Pisa dalle ore 15:30 alle 18:30

MODULO ISTANZA PER LA REVOCA DELL’AMMINISTRATORE DI SOSTEGNO

  • October 7, 2019 5:00 pm

ISTANZA PER LA REVOCA DELL’AMMINISTRATORE DI SOSTEGNO

(ART. 413 COMMA 1 COD.CIV.)TRIBUNALE DI

SEZIONE CIVILE –UFFICIO DEL GIUDICE TUTELARE

Il sottoscritto (Nome e Cognome): …………………………………………………………………………………………………………….

C.F.: ……………………………………………………………………………………………………………………………………………………..

nato a …………………………………………………………………… il…………………………………………………………………………….

residente a ……………………………………………………………………………………………………………………………………………..

 in via …………………………………………………………………………………………………………………………………………………….

tel. …………….. …………………………………………………. fax ………………………..

mail ………………………………………………

professione svolta: ………………………………………………………………………………………………………………………………….

nella sua qualità di : 1) Persona beneficiaria 2) Amministratore di sostegno del beneficiario 3) Persona stabilmente convivente con la persona beneficiaria 4) Parente entro il quarto grado, ovvero: ………………………………………. (es. madre) 5) Affine entro il secondo grado, ovvero: ………………………………………. (es. marito della sorella) 6) Pubblico Ministero 7) Responsabile dei Servizi socio-sanitari impegnati nella cura e assistenza del beneficiario, siccome a conoscenza dei fatti che rendono opportuna la revoca della Amministrazione di sostegno. CHIEDE ai sensi degli artt. 413 comma 1 sg. cod. civ. (legge 9 gennaio 2004, n. 6)

LA REVOCA DELL’AMMINISTRAZIONE DI SOSTEGNO GIÀ PENDENTE IN FAVORE DI:

NOME ……………………………………………………………………………………………………………………………………………… COGNOME ………………………………………………………………………………………………………………………………………..

C.F. …………………………………………………………………………………………………………………………………………………

NATO A …………………………………………… IL ………………………………………………………………………………………….

RESIDENTE A ……………………………………………………………………………………………………………………………………

IN VIA ………………………………………………………………………………………………………………………………………………

DIMORA ABITUALE: …………………………………………………………………………………………………………………….. l

luogo in cui il beneficiario ha la sede stabile dei suoi affetti ed interessi: da indicare qualora sia diversa dalla residenza o dal domicilio (es.: presso la Casa di Cura sita in…../ presso un parente…..).

ISTANZA SPECIFICARE LE RAGIONI PER CUI SI CHIEDE LA REVOCA (ai sensi dell’art. 413 comma 1 c.c., l’istanza deve essere “motivata”, altrimenti è suscettibile di rigetto. Altresì il Giudice può revocare la nomina anche d’ufficio: art.413 comma 4 c.c.): SI SONO DETERMINATI I PRESUPPOSTI PER LA CESSAZIONE DELLA A.D.S., PER I MOTIVI CHE SEGUONO: ……………………………………………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………………

L’AMMINISTRAZIONE DI SOSTEGNO È RISULTATA INIDONEA A REALIZZARE LA PIENA TUTELA DEL BENEFICIARIO, PER I SEGUENTI MOTIVI: ………………………………………………………………………………………………………………

……………………………………………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………………

(EVENTUALE INTEGRAZIONE) Il richiedente PROPONE i seguenti mezzi istruttori e/o l’acquisizione delle seguenti informazioni (ex art. 413 c.c.) ad ulteriore fondamento della domanda di revoca: ……………………………………………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………………

ALLEGA (documenti utili –in specie, certificati medici, relazioni cliniche, perizie….): ……………………………………………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………

Luogo e data FIRMA (leggibile)

MODULO ISTANZA PER LA SOSTITUZIONE DELL’AMMINISTRATORE DI SOSTEGNO

  • October 7, 2019 4:59 pm

ISTANZA PER LA SOSTITUZIONE DELL’AMMINISTRATORE DI SOSTEGNO (ART. 413 COMMA 1 COD.CIV.)

TRIBUNALE DI

SEZIONE CIVILE –UFFICIO DEL GIUDICE TUTELARE Il sottoscritto (Nome e Cognome): ……………………………………………………………………………………………………………. C.F.: ……………………………………………………………………………………………………………………………………………………..

nato a …………………………………………………………………… il…………………………………………………………………………….

residente a ……………………………………………………………..

in via ……………………………………………………………………………………………………………………………………………….

tel. …………….. …………………………………………………. fax ………………………..

mail ………………………………………………

professione svolta: ………………………………………………………………………………………………………………………………….

nella sua qualità di: 1) Persona beneficiaria 2) Amministratore di sostegno del beneficiario 3) Persona stabilmente convivente con la persona beneficiaria 4) Parente entro il quarto grado, ovvero: ………………………………………. (es. madre) 5) Affine entro il secondo grado, ovvero: ………………………………………. (es. marito della sorella) 6) Pubblico Ministero 7) Responsabile dei Servizi socio-sanitari impegnati nella cura e assistenza del beneficiario, siccome a conoscenza dei fatti che rendono opportuna l’apertura della Amministrazione di sostegno. CHIEDE ai sensi degli artt. 413 comma 1 sg. cod. civ. (legge 9 gennaio 2004, n. 6) LA SOSTITUZIONE DELL’AMMINISTRATORE DI SOSTEGNO:

NOME ………………………………………………………………………………………………………………………………………………

COGNOME ………………………………………………………………………………………………………………………………………..

C.F. …………………………………………………………………………………………………………………………………………………

 NATO A …………………………………………… IL ………………………………………………………………………………………….

RESIDENTE A ……………………………………………………………………………………………………………………………………

 IN VIA ………………………………………………………………………………………………………………………………………………

TEL …………………………………………………………………………………………………………………………………………………

FAX ………………………………………………………………………………………………………………………………………………..

MAIL ………………………………………………………………………………………………………………………………………………

GIÀ NOMINATO IN FAVORE DI:

NOME ………………………………………………………………………………………………………………………………………………

COGNOME ………………………………………………………………………………………………………………………………………..

C.F. …………………………………………………………………………………………………………………………………………………

 NATO A …………………………………………… IL ………………………………………………………………………………………….

RESIDENTE A ……………………………………………………………………………………………………………………………………

 IN VIA ………………………………………………………………………………………………………………………………………………

DIMORA ABITUALE: ……………………………………………………………………………………………………………………..

luogo in cui il beneficiario ha la sede stabile dei suoi affetti ed interessi: da indicare qualora sia diversa dalla residenza o dal domicilio (es.: presso la Casa di Cura sita in…../ presso un parente…..). E PROPONE, IN SOSTITUZIONE, LA PERSONA SOTTO INDICATA: NOME ………………………………………………………………………………………………………………………………………………

COGNOME ………………………………………………………………………………………………………………………………………..

C.F. …………………………………………………………………………………………………………………………………………………

NATO A …………………………………………… IL ………………………………………………………………………………………….

RESIDENTE A ……………………………………………………………………………………………………………………………………

IN VIA ………………………………………………………………………………………………………………………………………………

TEL …………………………………………………………………………………………………………………………………………………

 FAX ………………………………………………………………………………………………………………………………………………..

MAIL ……………………………………………………………………………………………………………………………………………… SPECIFICARE LE RAGIONI PER CUI SI CHIEDE LA SOSTITUZIONE (ai sensi dell’art. 413 comma 1 c.c., l’istanza deve essere “motivata”, altrimenti è suscettibile di rigetto): ……………………………………………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………………

……………………………………………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………………

Luogo e data FIRMA (leggibile)

sab 19/10 a MONTICHIARI presidio contro l’elettroshock + serata benefit a TRAI- dom 20/10 ASSEMBLEA dei COLLETTIVI ANTIPSICHIATRICI a TRAI

  • September 25, 2019 3:35 pm

NO ELETTROSHOCK – NO ABUSI E MORTI NEI REPARTI!

(Con Sabatino nel ♥)

SABATO 19 ottobre ore 15  a MONTICHIARI (BS)

ingresso reparto Via G. Ciotti 154

PRESIDIO INFORMATIVO CONTRO L’USO DELL’ELETTROSHOCK

ore 20.30 in Località Casella, Via Argine sinistro torrente Parma, 8 Sorbole Mezzani (PR) Fermata Bus TRAI

CENA BENEFIT CON PRESENTAZIONE + LIVE

Il collettivo SenzaNumero di Roma presenterà il suo aperiodico. A seguire live dei Gabriela Yankov, Vj Schnell e Dj Irene La Merdica.

 

DOMENICA 20 ottobreore a TRAI 10.30

ASSEMBLEA dei GRUPPI e dei COLLETTIVI ANTIPSICHIATRICI

 

Vorremmo chiamare a sostegno dell’iniziativa tutte le realtà che hanno a cuore la libertà della persona nel poter disporre della propria vita, dei propri ricordi e dei propri pregi e difetti. In questa iniziativa vogliamo inoltre dire basta ai morti nei reparti ed agli abusi. Il recente caso di Elena Casetto, morta bruciata a Bergamo legata al letto, è solo l’ultimo di una lunga serie balzato alle cronache perchè era inevitabile essendo così eclatante. Molti casi di abusi indiscriminati e di morti rimangono nel silenzio come era emerso qualche anno fa con il ‘Caso Niguarda’, con 12 pazienti morti ed altri paralizzati con protocolli di supercontenzione fisica quali ‘lo spallaccio’. In quel caso la denuncia era partita dall’interno, ma nella maggioranza dei casi vige il silenzio e certi episodi vengono ritenuti ‘blandi effetti collaterali’ previsti dalla norma. Il taser nei reparti è divenuto la norma, gli abusi divengono la norma.
QUESTO SILENZIO DEVE FINIRE. QUESTA NORMA DEVE FINIRE.

Per dare continuità al presidio di Giugno a Pisa riproponiamo il testo informativo sulla TEC/ELETTROSHOCK dove si spiega bene in cosa consiste questa pratica:
”L’elettroshock oggi viene chiamato TEC (terapia elettroconvulsiva) ma rimane la stessa tecnica inventata nel 1938 da Cerletti e Bini. Si tratta di corrente elettrica che passando dalla testa e attraversando il cervello produce una convulsione generalizzata. Migliorandone le garanzie burocratiche, così come introducendo alcune modifiche nel trattamento, vedi anestesia totale e farmaci miorilassanti, non si cambia la sostanza della TEC.
A più di ottanta anni dalla sua invenzione, possiamo affermare che l’elettroshock è l’unico trattamento, che prevede come cura una grave crisi organica dei soggetti indotta a tale scopo, mai dichiarato obsoleto. Perché questo trattamento medico – che per stessa ammissione di molti psichiatri che lo hanno applicato e che continuano ad applicarlo – è stato utilizzato in passato come metodo di annichilimento dell’umano, come strumento di tortura, come mezzo repressivo contro la disobbedienza, non viene dichiarato superato dalla storia e dalla scienza? È sufficiente praticare un’anestesia totale per rendere più umana e dignitosa la sua applicazione? Basta chiamarla terapia per renderla legittima? Possono dei benefici temporanei, che per avere effetto devono comunque essere accompagnati dall’assunzione di psicofarmaci, essere un valido motivo per usare questo trattamento? Si possono ignorare gli effetti negativi dell’elettroshock?
 In Italia negli ultimi anni si tende a incentivare l’utilizzo delle terapie elettroconvulsive, non solo come estrema ratio ma anche come prima scelta. Per esempio nel trattamento delle depressioni femminili entro i primi tre mesi di gravidanza, poiché ritenuto meno pericoloso degli psicofarmaci nei primi periodi di gestazione umana. Anche per quanto riguarda ipotetici problemi di depressione post partum la TEC viene addirittura pro-posta quale terapia adeguata e meno invasiva per le neo mamme rispetto agli psicofarmaci o ad un Trattamento Sanitario Obbligatorio.
Oggi i centri clinici dove si fa l’elettroshock sono 16 e i pazienti all’incirca 300 l’anno. [Montichiari è uno di questi].
I meccanismi di azione della TEC non sono noti. Per la psichiatria «rimane irrisolto il problema di come la convulsione cerebrale provochi le modificazioni psichiche» e «non è chiaro quali e in che modo queste modificazioni (dei neurotrasmettitori e dei meccanismi recettoriali) siano correlate all’effetto terapeutico» (G. B. Cassano, Manuale di Psichiatria). Ma per chi subisce tale trattamento la perdita di memoria e i danni cerebrali sono ben evidenti e possono essere rilevati attraverso autopsie e variazioni elettroencefalografiche anche dopo dieci o venti anni dallo shock.
Ciò che resta di certo, quindi, è la brutalità, la totale mancanza di validità scientifica e l’assenza di un valore terapeutico comprovato.
Ci teniamo, quindi, a ribadire che nonostante le vesti moderne l’elettroshock rimane una terapia invasiva, una violenza, un attacco all’integrità psicologica e culturale di chi lo subisce. Insieme ad altre pratiche psichiatriche come il TSO, l’elettroshock è un esempio, se non l’icona, della coercizione e dell’arbitrio esercitato dalla psichiatria. Il percorso di superamento dell’elettroshock e di tutte le pratiche non terapeutiche deve essere portato avanti e difeso in tutti i servizi psichiatrici, in tutti i luoghi e gli spazi di cultura e formazione dove il soggetto principale è una persona, che insieme ai suoi cari, soffre una fragilità.”

COLLETTIVO ANTIPSICHIATRICO CAMUNO – CAMAP camap@autistici.org

COLLETTIVO ANTIPSICHIATRICO ANTONIN ARTAUD PISA – antipsichiatriapisa@inventati.org

COLLETTIVO SENZANUMERO – ROMA – senzanumero@autistici.org