C’E’ UNA PILLOLA PER TUTTI!
C’E’ UNA PILLOLA PER TUTTI
C’è una pillola per tutti nell’attuale società sintetica.
Per dormire, per mangiare, per andare a lavorare, per studiare, per fare sesso, per stare più concentrati a scuola. Non si può fare a meno delle droghe, che siano legali o illegali.
“L’adattamento alla crescente velocità di produzione e alle tecnologie informatiche richiede una mente sostenuta da sostanze psicoattive e un corpo alimentato da ricostituenti chimici. Flessibilità e mobilità, le due parole più importanti nel vocabolario della modernizzazione, sono molto più che semplici categorie economiche: esse hanno una corrispondenza psichica. Stupefacenti e psicofarmaci, dunque, rivestono un doppio ruolo. In quanto sostanze psicotrope e generi voluttuari aiutano a sopportare la vita quotidiana; come sostanze per migliorare prestazioni fisiche e psichiche garantiscono il perdurare di condizioni sociali di sfruttamento.” (No drugs no future, G.Amnedt, edizioni Feltrinelli, 2004)
L’istituzione psichiatrica è uno dei principali strumenti che il sistema usa per ostacolare l’autodeterminazione degli individui, per arginare qualsiasi critica sociale e normalizzare quei comportamenti ritenuti “pericolosi” poiché non conformi al mantenimento dello status quo, intervenendo nel complesso ambito del “disagio”.
Assistiamo oggi ad una sistematica diffusione della crisi, sia sociale, economica e personale; le cui cause vanno
ricercate nella società in cui viviamo e nello stile di vita che ci viene imposto e non nei disturbi biochimici della mente.
La logica psichiatrica sminuisce invece le nostre sofferenze, riducendo le reazioni dell’individuo al carico di stress cui si trova sottoposto
a sintomi di malattia e medicalizzando gli eventi naturali della vita.
Poiché la risposta psichiatrica è sempre la stessa per tutte le situazioni - diagnosi-etichetta e cura farmacologica -
crediamo che rivendicare il diritto all'autodeterminazione in ambito psichiatrico significhi “riappropriarsi” della follia
e della molteplicità di maniere per affrontarla, elaborandola in maniera autonoma.
L’istituzione psichiatrica continua a compiere la sua funzione di esclusione e controllo sociale, ed ha enormemente ampliato
il suo bacino d’utenza aumentando di anno in anno il numero delle “malattie mentali” da curare, ossia dei comportamenti “devianti”
da uniformare. Tra questi rientra il consumo di sostanze psicoattive, che oggi diviene sintomo di un disagio da trattare con cure
psichiatriche, trasformando un fenomeno culturale e sociale in una questione sanitaria. Negli ultimi anni a causa del decreto Fini-Giovanardi
ed alle nuove proposte di legge in materia psichiatrica, si è rafforzato il legame proibizionismo-psichiatria ed i consumatori
di sostanze illegali sono diventati merce per le multinazionali farmaceutiche e per l'industria del recupero e della riabilitazione
sulla base di una doppia diagnosi che li vede “malati mentali” in quanto drogati e “drogati” a causa della loro "malattia mentale".
Nonostante si dimostri proibizionista nei confronti di chi consuma volontariamente sostanze, la psichiatria diffonde sul mercato
molecole psicoattive e somministra trattamenti farmacologici che sono spesso introdotti coercitivamente nel corpo delle persone.
Gli psicofarmaci, oltre ad agire solo sui sintomi e non sulle cause della sofferenza della persona, alterano il metabolismo e le percezioni,
rallentano i percorsi cognitivi ed ideativi contrastando la possibilità di fare scelte autonome, generano fenomeni di dipendenza ed
assuefazione del tutto pari, se non superiori, a quelli delle sostanze illegali classificate come droghe pesanti, dalle quali si distinguono
non per le loro proprietà chimiche o effetti ma per il fatto di essere prescritti da un medico e commercializzate in farmacia.
Siamo contro l'obbligo di cura, infatti non siamo a priori contro l'utilizzo di psicofarmaci ma pensiamo che spetti all'individuo deciderne
in libertà e consapevolezza l'assunzione. Sentiamo pertanto l'esigenza di contrastare ancora una volta il perpetuarsi di tutte le
pratiche psichiatriche e di smascherare l’interesse economico che si cela dietro l’invenzione di nuove malattie per promuovere
la vendita di nuovi farmaci.
Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud
via San Lorenzo 38 56100 Pisa
antipsichiatriapisa@inventati.org
www.artaudpisa.noblogs.org / 335 7002669