comunicato stampa in merito alla sentenza sui fatti di Pistoia
Il collettivo antipsichiatrico Antonin Artaud in merito alle ingiuste
condanne di primo grado per i fatti di Pistoia ritiene importante
rinnovare la propria solidarietà a tutti gli imputati, molti dei quali
conosciamo da anni, in particolar modo Elisabetta da tempo impegnata nel
nostro collettivo.
Non abbiamo dubitato della loro estraneità fin dal momento in cui ci
giunse notizia che l’intera assemblea regionale, che si stava svolgendo
a Pistoia, era stata trattenuta una notte intera in questura con
l’accusa di aver preso parte a uno strano assalto alla vicina sede di
CasaPound.
Oggi dopo avere appreso il contenuto delle motivazioni del dispositivo di
condanna non possiamo fare a meno di esprimere tutta la nostra
indignazione.
Ci fu da subito altrettanto chiara la natura repressiva degli arresti e
dei tanti mesi di privazione della libertà inflitti agli imputati. Le
stesse motivazioni della sentenza, con cui poi si doveva render noto il
perché di questa forzatura, addirittura si fanno beffa del dolore che si
deve affrontare in condizioni di negazione della libertà.
Per gli imputati fu disposto il divieto assoluto di comunicazione e
incontro fino a processo inoltrato, proprio per questo motivo Elisabetta
non fu neanche mandata a lavoro per molto tempo e le fu persino proibito
comunicare con sua madre.
Nonostante ciò il giudice ci fa sapere che avrebbe dovuto chiamare al suo
domicilio dei professionisti del look per renderlo identico al giorno in
cui fu arrestata.
Questo spiegherebbe secondo il giudice il perché non sia stata
riconosciuta da i testimoni.
Ma in realtà non potevano averla riconosciuta per il semplice fatto che
non c’era – come da sempre dichiarato anche da Casa Pound – visto che era
assieme a tutti gli altri a prender parte a un assemblea !!
Tutto questo è inammissibile e quasi ridicolo, ed è solo uno dei tanti
passaggi privi di logica contenuti nelle motivazioni che vanno ad
attribuire una responsabilità penale a persone non solo innocenti ma
anche impegnate a fare tutt’altro.
Riteniamo necessario mantenere alta l’attenzione sull’agire repressivo
delle istituzioni e ricordiamo che in ogni udienza del processo il
Tribunale è stato costantemente presidiato da numerose forze dell’ordine
fuori e dentro l’aula e che il pubblico ministero pistoiese ha chiesto 9
anni di detenzione per la sussistenza del reato di devastazione e
saccheggio già smentito molti mesi prima dal sommo giudizio della
Cassazione in materia di libertà personali.
Saremo presenti alla conferenza stampa di Sabato 5 Marzo 2011 alle ore 11 presso la Circoscrizione 2 del Comune di Livorno e rimarremo vicini ai compagni ingiustamente condannati fino a quando non sarà riconosciuta la loro assoluta estraneità ai fatti.
Collettivo Antipsichiatrico A. Artaud – Pisa